NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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sabato 27 maggio 2017

Teocrito. Parte II

Elisabetta I

Teocrito si presenta come il nuovo Pindaro di Ierone II.
Alla fine c'è un autoinvito a corte.
In questo idillio (XVI) c'è il tovpo" arcaico (Omero, Esiodo, Solone) che collega pace- buon governo e agricoltura fiorente.
A Siracusa vengono tributate lodi non inferiori a quelle di Ierone. E' una convenzione epinicia particolarmente forte in Pindaro.
Io andrò da chi mi invita: “aei; Carivtessin a{m j ei[hn, v. 109 possa restare sempre con le Grazie (fr. Euripide, Eracle, 673-674). Infatti: Che cosa c’è di amabile (ajgapatovn) per l’uomo senza le Grazie?

Dopo questo Encomio di Ierone, tra il 275 e il 270, Teocrito scrisse l'Encomio di Tolomeo (XVII) dove viene celebrato il matrimonio incestuoso di Tolomeo Filadelfo (285-246) e Arsinoe. La religione ufficiale era avviata alla faraonizzazione.
Tolemeo è proclamato “il più grande dei mortali” (v. 4).
Io che so dire cose belle (ejpistavmeno~ kala; eijpei'n, v. 7) canterò Tolomeo. Ma da dove comincio? Dal padre, Tolemeo Lagide che ora siede accanto ad Alessandro nella casa di Zeus. Discendono entrambi da Eracle.
Tolemeo I amava Berenice I ed era riamato con grande fedeltà.
Se una donna non ama il marito, pensa sempre ad altro e i figli non assomigliano al padre (v. 44). Tevkna d j ouj poteikovta patriv. Berenice dunque partorì Tolomeo II a Tolomeo I.
Il bambino simile al padre (patri; ejoikwv~) nacque a Cos.
L’isola parlò e lo benedisse e una grande aquila, uccello di buon augurio (ai[sio~ o[rni~), gridò tre volte dalle nubi. Fu probabilmente il segno di Zeus (Zhnov~ pou tovde sa'ma, v. 73).
A Zeus stanno a cuore i re venerandi. Nessun paese è fecondo come l’Egitto. Mari e fiumi dalla Fenicia alla Libia obbediscono a Tolomeo. Il biondo Tolomeo è generoso e il suo oro non giace inutile nella casa come ricchezza di formiche sempre affaticate (v. 107). Egli dona primizie agli dei, regali agli amici e ai poeti i quali lo celebrano in cambio della sua munificenza (ajnt j eujergesiva~, v. 116). Il poeta dona ai re l’immortalità.
Cfr. munus che è dono ma anche dovere, per l’idea della reciprocità
Le ricchezze erano degli Atridi, ma non la loro gloria dovuta a Omero.
Tolomeo II ha instaurato il culto del padre e della madre Berenice e ha sposato la sorella Arsinoe, la migliore delle donne che ama ejk qumou', con tutto il cuore, kasivgnhtovn te povsin te, il fratello e sposo. La loro è una ierogamia (ijero;~ gavmo~) come quella tra Era e Zeus.
Freud del resto dice che il tabù dell’incesto non è naturale ma risale alla proibizione del capo dell’orda primitiva.
Il mio canto non verrà disprezzato, ma la virtù devi chiederla a Zeus.


Il poco effetto degli idilli per la scarsa passione di pastori e pastorelle
Leopardi: “le arti che non possono esprimere passione, come l’architettura, sono tenute le infime fra le belle, e le meno dilettevoli. E la drammatica e la lirica son tenute fra le prime per la ragione contraria. Che vuol dir ciò? Non è dunque la sola verità dell’imitazione , né la sola bellezza e dei soggetti e di essa, che l’uomo desidera, ma la forza, l’energia, che lo metta in attività, e lo faccia sentire gagliardamente. L’uomo odia l’inattività, e di questa vuol essere liberato dalle arti belle. Però le pitture dei paesi, gl’idilli ec. ec. saranno sempre d’assai poco effetto; e così anche le pitture di pastorelle, di scherzi ec. di esseri insomma senza passione: e lo stesso dico della scrittura, della scultura, e proporzionatamente della musica” (Zibaldone, 2361-2362).


Poesia encomiastica dei latini
Orazio Virgilio e Shakespeare
Nel Carmen saeculare di Orazio[1] il poeta di Venosa celebra il nuovo secolo di prosperità e virtù morali ritrovate:"Iam Fides et Pax et Honor Pudorque/priscus et neglecta redire Virtus/audet, apparetque beata pleno/Copia cornu"[2], già la Fede e la Pace e l'Onore e il Pudore antico e la Virtù messa da parte osa tornare, e appare felice l'Abbondanza con il corno pieno.
Tali beni derivano dalle preghiere e dalle vittorie di Augusto, discendente del “castus Aeneas” (Carmen saeculare, v. 42), “clarus Anchisae Venerisque sanguis” (v. 50) puro sangue di Anchise e di Venere, “bellante prior, iacentem/lenis in hostem"(vv. 51-52), vincente sul nemico in armi, mite con il nemico caduto.

L'età dell'oro, secondo la profezia di Anchise, ritornerà con Augusto: “ Augustus Caesar, Divi genus, aurea condet/saecula qui rursus Latio regnata per arva Saturno quondam" (Eneide VI, vv. 792-793), Cesare Augusto stirpe divina, che stabilirà di nuovo nel Lazio l'età dell'oro su cui regnò nei campi arati un tempo Saturno

Nwll’Enrico VIII di Shakespeare, Arriva la notizia della nascita di Elisabetta: è una femmina ma promette molti maschi in avvenire
Alla fine c’è la benedizione di Cranmer, cappellano del re e arcivescovo di Canterbury. Bacia Elisabetta, l’infante reale e dice che già nella culla promette al paese mille e mille benedizioni promises upon this land a thousand thousand blessings (V, 4, 18-19 ).


CONTINUA



[1] Del 17 a. C.
[2] Vv. 57-60. E' una strofe saffica formata da tre endecasillabi saffici e da un adonio.

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