Elisabetta I |
Teocrito
si presenta come il nuovo Pindaro di Ierone II.
Alla
fine c'è un autoinvito a corte.
In questo idillio (XVI) c'è il tovpo" arcaico (Omero, Esiodo,
Solone) che collega pace- buon governo e agricoltura fiorente.
A
Siracusa vengono tributate lodi non inferiori a quelle di Ierone. E' una
convenzione epinicia particolarmente forte in Pindaro.
Io
andrò da chi mi invita: “aei; Carivtessin a{m j ei[hn, v. 109
possa restare sempre con le Grazie (fr. Euripide, Eracle, 673-674). Infatti: Che cosa c’è di amabile (ajgapatovn) per
l’uomo senza le Grazie?
Dopo
questo Encomio di Ierone, tra il 275
e il 270, Teocrito scrisse l'Encomio di
Tolomeo (XVII) dove viene celebrato il matrimonio incestuoso di Tolomeo
Filadelfo (285-246) e Arsinoe. La religione ufficiale era avviata alla
faraonizzazione.
Tolemeo
è proclamato “il più grande dei mortali” (v. 4).
Io
che so dire cose belle (ejpistavmeno~ kala; eijpei'n, v. 7)
canterò Tolomeo. Ma da dove comincio? Dal padre, Tolemeo Lagide che ora siede
accanto ad Alessandro nella casa di Zeus. Discendono entrambi da Eracle.
Tolemeo
I amava Berenice I ed era riamato con grande fedeltà.
Se
una donna non ama il marito, pensa sempre ad altro e i figli non assomigliano
al padre (v. 44). Tevkna d j ouj poteikovta patriv. Berenice dunque partorì Tolomeo
II a Tolomeo I.
Il
bambino simile al padre (patri; ejoikwv~) nacque a Cos.
L’isola
parlò e lo benedisse e una grande aquila, uccello di buon augurio (ai[sio~ o[rni~), gridò
tre volte dalle nubi. Fu probabilmente il segno di Zeus (Zhnov~ pou tovde sa'ma, v. 73).
A
Zeus stanno a cuore i re venerandi. Nessun paese è fecondo come l’Egitto. Mari
e fiumi dalla Fenicia alla Libia obbediscono a Tolomeo. Il biondo Tolomeo è
generoso e il suo oro non giace inutile nella casa come ricchezza di formiche
sempre affaticate (v. 107). Egli dona primizie agli dei, regali agli amici e ai
poeti i quali lo celebrano in cambio della sua munificenza (ajnt j eujergesiva~, v. 116).
Il poeta dona ai re l’immortalità.
Cfr.
munus che è dono ma anche dovere, per
l’idea della reciprocità
Le
ricchezze erano degli Atridi, ma non la loro gloria dovuta a Omero.
Tolomeo
II ha instaurato il culto del padre e della madre Berenice e ha sposato la
sorella Arsinoe, la migliore delle donne che ama ejk qumou', con tutto il cuore, kasivgnhtovn te povsin
te,
il fratello e sposo. La loro è una ierogamia (ijero;~ gavmo~) come quella tra Era e Zeus.
Freud
del resto dice che il tabù dell’incesto non è naturale ma risale alla
proibizione del capo dell’orda primitiva.
Il
mio canto non verrà disprezzato, ma la virtù devi chiederla a Zeus.
Il
poco effetto degli idilli per la scarsa passione di pastori e pastorelle
Leopardi:
“le arti che non possono esprimere passione, come l’architettura, sono tenute
le infime fra le belle, e le meno dilettevoli. E la drammatica e la lirica son
tenute fra le prime per la ragione contraria. Che vuol dir ciò? Non è dunque la
sola verità dell’imitazione , né la sola bellezza e dei soggetti e di essa, che
l’uomo desidera, ma la forza, l’energia, che lo metta in attività, e lo faccia
sentire gagliardamente. L’uomo odia l’inattività, e di questa vuol essere
liberato dalle arti belle. Però le pitture dei paesi, gl’idilli ec. ec. saranno
sempre d’assai poco effetto; e così anche le pitture di pastorelle, di scherzi
ec. di esseri insomma senza passione: e lo stesso dico della scrittura, della
scultura, e proporzionatamente della musica” (Zibaldone, 2361-2362).
Poesia
encomiastica dei latini
Orazio
Virgilio e Shakespeare
Nel Carmen saeculare di
Orazio[1] il
poeta di Venosa celebra il nuovo secolo di prosperità e virtù morali
ritrovate:"Iam Fides et Pax et Honor Pudorque/priscus et neglecta
redire Virtus/audet, apparetque beata pleno/Copia cornu"[2], già
la Fede e la Pace e l'Onore e il Pudore antico e la Virtù messa da parte osa
tornare, e appare felice l'Abbondanza con il corno pieno.
Tali
beni derivano dalle preghiere e dalle
vittorie di Augusto, discendente del “castus Aeneas” (Carmen
saeculare, v. 42), “clarus
Anchisae Venerisque sanguis” (v. 50) puro sangue di Anchise e di Venere, “bellante prior, iacentem/lenis in hostem"(vv. 51-52), vincente sul nemico in
armi, mite con il nemico caduto.
L'età
dell'oro, secondo la profezia di Anchise, ritornerà con Augusto: “ Augustus
Caesar, Divi genus, aurea condet/saecula qui rursus Latio regnata per arva
Saturno quondam" (Eneide VI,
vv. 792-793), Cesare Augusto stirpe divina, che stabilirà di nuovo nel Lazio
l'età dell'oro su cui regnò nei campi arati un tempo Saturno
Nwll’Enrico VIII di Shakespeare, Arriva la
notizia della nascita di Elisabetta: è una femmina ma promette molti maschi in
avvenire
Alla
fine c’è la benedizione di Cranmer, cappellano del re e arcivescovo di
Canterbury. Bacia Elisabetta, l’infante reale e dice che già nella culla
promette al paese mille e mille benedizioni promises
upon this land a thousand thousand blessings (V, 4, 18-19 ).
CONTINUA
Giovanna Tocco
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