mercoledì 2 gennaio 2019

L’ascesi pagana e la richiesta di grazie

Pochi giorni fa pedalavo su per l'erta salita che porta al tempio tuo, divo Luca. In quei minuti (14 e mezzo per un chilometro e novecento dieci metri) tutti soffusi dello splendore del primum ver, mi sentivo dotato di una forza incomparabile. In ogni muscolo mi fremeva una vita inimitabile, e la mia schiena come quella di un delfino giovane e sano guizzava sopra la bicicletta di pedalata in pedalata. Arrivato in cima ho cercato le parole migliori e le ho messe nell'ordine migliore (cfr. Coleridge the best words in the best order) per ringraziare il sole finalmente rinato, le donne che mi hanno amato, e.pur senza essere cristiano, anche San Luca che dispensa grazie agli esaminandi. Da studente salii lassù dopo un 30 e lode nell'esame di inglese. A piedi. Era il gennaio del 1965. Ora, passato qualche anno, da studioso, andarci lento pede mi parrebbe una viltà. Ho ancora grazie da impetrare e promesse da mantenere, se ottengo quanto chiedo facendo voti pieni di pathos santo e di energia buona. Ho promesso che abbasserò il tempo di almeno due minuti entro l'estate Il 9, mercoledì prossimo, parlerò di “Plutarco in Shakespeare” nella biblioteca Ruffilli. Veni, lector: laetaberis!

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