mercoledì 16 gennaio 2019

Vincitori e vinti

copertina del disco del gruppo musicale Vae Victis


Vincitori e vinti
Ho sempre avuto l’anomala tendenza  a saltare sul carro del vinto.
Per la mia stranezza e filantropia, ujpo; dustropiva" kai; filantrwpiva".  Da bambino, quando alle medie Lucio Accio di Pesaro si leggeva l'Iliade, in italiano e se ne imparavano a memoria dei brani, parteggiavo per i Troiani e piansi calde lacrime per la morte di Ettore.  


Forse per il fatto che quando incappavo in gente manesca, le buscavo regolarmente essendo minuto, cosa che mi favoriva assai nelle scalate ciclistiche e nelle corse in genere, mentre mi sfavoriva molto nel difendermi dalle botte dei prepotenti nerboruti.
Anche quelli non buoni, una volta che sono vinti e maltrattati dai vincitori, spesso non meno cattivi degli sconfitti, mi diventano simpatici poiché la storia è un palinsesto scritto, raschiato e scritto di nuovo da chi via via vince le guerre attraverso i massacri  e gli atti di sadismo compiuti da una parte e dall'altra in questi enormi e abnormi mattatoi che sono i conflitti tra gli uomini imbestiati. Durante le tregue malsicure, gli uni, i vincitori, processano gli altri, i vinti, ne dannano la memoria, come se loro fossero i santi i liberatori,  e gli altri, i battuti, gli sconci demòni, i biechi oppressori.
Nec pudebit magistrum cuncta bona in animi cultu ponentem profiteri paupertatem honestam

La selezione dei migliori ribaltata
Un esempio di educazione e di umanità viene da Cristina Villa la poliziotta e dottoressa in prima linea nella cattura di Cesare Battisti. Al giornalista di "la Repubblica" che le ha domandato: "Avete festeggiato?" la donna ha risposto: "Non ancora. Lo faremo, ma sia chiaro che festeggiamo il successo professionale, non la sua perdita della libertà. Catturarlo era il mio lavoro, e l'ho fatto. Ma io non brinderò mai alla tristezza altrui".
Brava Cristina, ottima professionalmente e umanamente.
Il tuo capo, quello del "marcire in galera" non è degno nemmeno di lustrarti le scarpe. Ma ora in questa Italia ostello di dolore e nave senza nocchiere in gran tempesta, in questa nostra terra dove imperversano i ruffiani strapagati per diffondere viltà, opportunismo e malizia, la selezione è innaturale: viene fatta a scapito dei migliori e a vantaggio dei peggiori. Acta retro cuncta come nella Tebe appestata dell'Oedipus di Seneca.

I veri barbari
Ai veri barbari e delinquenti i quali dicono che il bambino di Cesare Battisti può benissimo soffrire siccome suo padre ha fatto soffrire altri bambini, rispondo citando Euripide.
Cruciali nelle Troiane del 415 a.C. sono i versi con i quali Andromaca accusa i Greci di essere loro i veri barbari: w\ bavrbar j ejxeurovnte~ [ Ellhne~ kakav - tiv tonde pai`da kteivnet joujde;n ai[tion; (vv. 764-765), "o Greci inventori della barbarie, perché uccidete questo bambino che non è colpevole di niente?"
Ammazzare o fare soffrire un bambino per paura di suo padre o per punirne il padre è la viltà e la barbarie più grande che ci sia. E' un crimine orrendo

gianni il poverello  

Nessun commento:

Posta un commento

La gita “scolastica” a Eger. Prima parte. Silvia e i disegni di una bambina.

  Sabato 4 agosto andammo   tutti a Eger, famosa per avere respinto un assalto dei Turchi e per i suoi vini: l’ Egri bikavér , il sangue ...