lunedì 30 dicembre 2019

Il disboscamento dei monti denunciato da Stazio (I secolo d. C.)





Nella Tebaide  di Stazio la terra soffre il disboscamento dovuto alla costruzione di una pila colossale per il piccolo Ofelte: “ dat gemitum tellus”(VI, 107), ne piange la terra. Pale, dea dei campi e Silvano signore dell’ombra della foresta (arbiter umbrae, v. 111) abbandonano piangendo i cari luoghi del loro riposo (linquunt flentes dilecta locorum/otia, vv. 110-111), mentre le Ninfe abbracciate ai tronchi degli alberi non vogliono lasciarli: “nec amplexae dimittunt robora Nymphae” (v. 113).

Nell’Achilleide Stazio ricorda che la costruzione della flotta necessaria alla guerra contro Troia spogliò delle loro ombre i monti e li rimpicciolì: “Nusquam umbrae veteres: minor Othrys et ardua sidunt/ Taygeta, exuti viderunt aëra montes./Iam natat omne nemus” (I, 426-428), in nessun luogo le antiche ombre: è più piccolo l’Otris e si abbassa l’erto Taigeto, e i monti spogliati videro l’aria. Oramai ogni monte galleggia.

L’Otris è una catena montuosa della Tessaglia; il Taigeto, si sa, è la montagna che sovrasta Sparta. Chi scrive l’ha scalata da Kalamata alla cima (km 33, 12) in bicicletta in 2 ore, 14 minuti e 27 secondi, alla media di 14, 7 Km all’ora. All’età di 62 anni e 8 mesi.
La prossima estate cercherò di abbassare il tempo.
Gianni

p. s
Alla povera piccola Greta ora viene attribuito anche il ruolo della mosca cocchiera:“Effetto Greta in Austria. I Verdi pronti a governare con i conservatori” (“la Repubblica”, 30 settembre 2019, p. 11)

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