lunedì 9 dicembre 2019

L’anniversario vicino

Valpreda davanti alla lapide di Pinelli

Si fa tanta retorica sulla strage di 50 anni fa. Io cominciavo la mia vita di insegnante nella scuola media Ugo Foscolo di Carmignano di Brenta. Dissi subito, pubblicamente, che Valpreda era innocente e che l’orrendo crimine era una strage di Stato. Ora lo riconoscono tutti. Allora si rischiava di perdere il lavoro o anche di peggio. E’ stata l’inizio di una strategia che mirava alla retrocessione del nostro paese verso una deriva autoritaria. Poi le stragi si sono ripetute finché si è arrivati all’abolizione dell’articolo 18 e alla degradazione del lavoro a semischiavitù, alla diffidenza diffusa, all’inimicizia di tutti contro tutti, perfino a quella dei maschi contro le femmine mentre non c’è nulla di tanto congeniale e complementare al mondo. Valpreda era un uomo del tutto privo di protezioni ed era evidente che l’avevano preso di mira come farmakós-capro espiatorio. Anni dopo è stato assolto ma quando in quel dicembre 1969 dicevo: “Valpreda è innocente”, ricevevo insulti e minacce dai soliti benpensanti conformisti.   

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