Chi non va a scuola e suggerisce di disertarla propone implicitamente di correre nel collodiano paese dei balocchi dove ragazzi e ragazze diventano asini e asine. Io vado scuola dal primo ottobre 1950 e spero di continuare e di morire - il più tardi possibile - durante una mia conferenza. Suggerisco ai presenti in quell'occasione di farsi due risate. La mia vita è stata ed è molto bella. Grazie in primis alla Vita e alla Scuola dove ho ricevuto e dato molto di buono.
Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
domenica 15 dicembre 2019
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