domenica 21 gennaio 2024

Due parole chiave di certi dibattiti: velocità e libertà. Un contributo alla cultura di Pesaro

Ogni parola di uso comune e frequente va contestualizzata.
 
A me interessa la discussione sul limite di velocità imposto qui a Bologna dal sindaco Lepore con l’appoggio dell’ex sindaco Merola.
 
 Voglio aggiungere il mio modestissimo contributo di ciclista annoso, recentemente ferito da un automobilista che mi sbattuto sul duro pavimento piombandomi addosso da dietro le spalle mentre guardava il telefonino.
Mi sono alzato coperto di sangue e dolorante : quello mi ha insultato, poi è fuggito. Il giorno seguente, rilevate due fratture al pronto soccorso del sant’Orsola, ho sporto  denuncia attraverso la polizia, ma lì per lì, traumatizzato com’ero, non ero riuscito a prendere la targa.
 Mi hanno curato due buone samaritane cameriere nel vicino Arci di San Lazzaro, dove mi sono rifugiato dopo l’incidente zoppicando a piedi e insanguinando il marciapiede.
 
L’investitore non è stato trovato e la denuncia è stata archiviata. Colui dunque è rimasto impunito.
 
A Bologna  c’è stata una minoranza rumorosa che ha manifestato contro il limite dei 30 all’ora.
 
La velocità delle automobili ha un significato diverso nella testa di chi vuole lasciarla all’arbitrio del pilota rispetto a quanti -quorum ego- pensano che tale fretta furiosa vada drasticamente limitata con sanzioni non leggere a chi supera i limiti.
Per quelli come me, i più poveri forse, i più vecchi, i più indifesi, probabilmente pedoni e ciclisti abituali, la velocità illimitata, irrispettosa, rumorosa, fa parte della prepotenza che vuole esercitare chi si crede potente perché ha un briciolo di potere, magari risibile.
Senza contare che il potere non è mai potenza: questa è capacità di fare cose buone, utili e belle.
 
Dunque per i fautori della velocità essa sarebbe sinonimo di libertà.
Per noi, che plaudiamo alla guida attenta alla salute propria e del prossimo, tale libertà è pericolosa e può diventare criminale in quanto comprende la facoltà e la probabilità di ammazzare.
E non è una nostra fantasia polemica e delirante poiché gli uccisi sulle strade da veicoli motorizzati si contano a centinaia ogni anno. Tanto tra i pedoni, quanto tra i ciclisti e gli stessi piloti.  
Concludo dicendo che i fautori della velocità incondizionata sono gli stessi favorevoli ai massacri causati dalle guerre, dal lavoro non tutelato, dalla povertà, dalla medicina e dalla scuola non gratuite, non garantite a tutti.
Approvo il sindaco Lepore e il sindaco emerito Merola di questa città civile che mi ospita, e invito il sindaco Ricci della città dove risiedo e voto a fare la stessa cosa. Sarebbe un contributo alla cultura della nostra città.
 
Bologna 21 gennaio 2024 ore 17, 11 
giovanni ghiselli
 
p. s
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