giovedì 11 gennaio 2024

T. Mann, La montagna incantata - Der Zauberberg. 4

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IV Analisi 181

Un posto d’angolo, vicino alla porta ammiccava libero.
Hans Era pallido e sporco di sangue, ma non gli badarono. Solo la Chauchat voltò la testa e lo riconobbe con una specie di irritazione. Questo poneva nuove esigenze al suo cuore e l’avrebbe tenuto col fiato sospeso
L’aveva guardato proprio con gli occhi di Przibislav. In modo indiscreto e senza troppi riguardi, come si addice a una che sbatte le porte.
Neglegentia di Claudia. A Hans piace sempre di più questa trascuratezza.
Non teneva il busto eretto né parlava a fior di labbra come le donne cui era abituato. Sedeva insaccata e floscia, le spalle che cadevano in avanti e per giunta lasciava vedere le vertebre dalla scollatura posteriore. Anche Hippe era impostato così. Ma Hippe era bravo a scuola e questa era una malata
Sul viso della Stöhr era dipinta un’espressione di idiozia e di fervore da fare pietà. Il pubblico ministero, un uomo bruno e in apparenza dotato di forza primordiale, scuoteva l’orecchio per sentire.
Krokowski parla della potenza dell’amore, era la sua specialità
Le vittorie della castità sono vittorie di Pirro, poiché l’imperio dell’amore non si lascia imbavagliare né strattonare.
Cfr. il III stasimo dell’Antigone di Sofocle: “  [Erw~ a[nikate mavcan-781-Eros invincibile in battaglia. L’amore represso reagisce e riappare sotto forma di malattia. Il sintomo della malattia è attività amorosa camuffata e la malattia non è altro che amore trasformato (p. 186)
Orwell in 1984 scrive che l’adorazione del caporione è tutto sesso andato a male. Anche la malattia porebbe essere spiegata in questo modo.
 
Freud in Tre saggi sulla teoria sessuale scrive che la malattia è la via d’uscita, il compromessi tra la pressione della pulsione e la resistenza a questa con il rifiuto del rifiuto della sessualità. La malattia cerca di sfuggire al conflitto trasformando in sintomi le aspirazioni libidiche.
 
Hans osservava la mano tozza, da scolaretta, di lei con le unghie tagliate alla bell’e meglio. La mano con i suoi umani difetti non aveva niente di aristocratico. Il braccio mollemente piegato dietro la testa era più bello: rotondo, fresco e delicato, coperto da un velo leggerissimo che gli conferiva una sorta di vaporosa trasfigurazione p. 187
Le donnedi mostrano qua un po’ di collo e là un po’ di seno, quin trasfigurano le loro braccia con veli trasparenti. E lo fanno da tutte le parti del mondo per suscitare il nostro struggente desiderio.
La vita è bella proprio perché le donne si vestono in modo seducente. Non ci facciamo caso, invece è un’ istituzione che  ci rende felici e ha qualcosa di fiabesco. Si vestono in modo fiabesco e ci rendono felici. Lo scopo è la riproduzione del genere umano. Ma se la donna è intimamente malata, ha senso? Niente figli. Ma nemmeno con Hippe. Il relatore usciva dalla stanza e la gente pareva lo seguisse, come il brulichio che segue il pifferaio magico
Claudia uscì con il suo passo morbido e sinuoso, e con la testa protesa in avanti
 
IV Dubbi e riflessioni 190
Era passata una settimana e Hans trovò il conto di 180 franchi
Non era salato, dato il trattamento. Un dottore, forse tubercoloso, come Behrens può curare i malati di tisi?
 
IV Conversazioni a tavola p. 195
A Hans era venuto il tremolio alla testa ereditato dal nonno e se ne vergognava
Si vergognava anche di sostenere la testa con la mano, un gesto veramente villano accettabili solo tra malati privi di qualsiasi inibizione, Dipendeva da un’eccitazione interiore. Aspettava sempre con ansia lo sbattere della porta. La Chauchat arrivava spesso in ritardo. Hans si vergognava per lei.
 L’anziana signorina Engelhart aveva capito che effetto faceva Claudia su Hans che simulava indifferenza però malissimo, per mancanza di doti istrioniche.
L’anziana diceva “Patapunfete!” quando la Chauchat entrava, e aggiungeva: “sembra una gattina che a passi felpati si diriga verso la ciotola del latte (cfr. chat  gatto). Hans dovrebbe girarsi, invece l’anziana la vede e la descrive;: “è rincuorante starla a guardare. Quando parla e sorride le si forma una fossetta sulla guancia. E’ un amore di donna, è una creatura viziata, per questo è così sciatta. E’ irritante e amabile”.
Discorsi voluttuosi che penetravano fin nei precordi di Hans. Era contento di essere incoraggiato. L’anziana era di Könisberg che rappresenta il ponte tra il mondo germanico e quello russo. Oggi si chiama Kaliningrad
Hans chiede se  Claudia fosse sposata: non aveva l’anello. L’anziana rispose che lo era sicuramente. Non teneva l’anello perché le stava male o perché si sentiva superiore.
“Le donne russe hanno tutte un tratto di emancipazione e superiorità” (p. 199). E’ quello che penso e dico delle finlandesi. Anche le studentesse russe a Debrecen erano evolute più delle italiane ma non quanto le finlandesi. Per questo mi sono dedicato a loro: ho amato quelle tre perché erano della mia levatura.
 La fede è un simbolo di soggezione all’uomo e conferisce alla donna un so che di monacale, fa di lei un fiorellino da guardare ma non toccare.
Una donna così attraente non vuole fare sentire subito il suo legame matrimoniale
Il marito è un funzionario dell’amministrazione russa ma non si fa mai vedere, lavora oltre il Caucaso, nel Daghestan. Lei gira per sanatori.
I russi mangiano storione e bevono vodka, poi lo chiamano spuntino. Sono rozzi.
Hans per depistare la commensale dice:  quando la vedo con quei modi screanzati e le porte sbattute, a me non sembra proprio un angelo.
Ma fingeva con una furbizia che era estranea alla sua natura
Hans provocava l’anziana signorina Engelhart una lesbica infatuata anche lei di Claudia.
 Hans chiamava la Chauchat la sua bella Minka, non conoscendone il nome.
La zitella arrossiva. Nessuno dei due sapeva come si chiamasse di nome.  La signorina si infoma e riferisce all’amico commensale
“Fa le palline con la mollica la sua Clawdia- disse Hans- non è una gran finezza.
“Dipende da chi lo fa. A Clawdia dona” p. 203
Hans si sentiva vivo durante i pasti che avvenivano ogni due o tre ore. Il resto erano solo intervalli. L’amore intensifica la vita; la donna amata accresce il significato e il valore del tempo in cui la vediamo
Tra un pasto e l’altro c’era l’aspettazione della Chauchat. 
 
IV Angoscia crescente. Dei due nonni e della gita in barca nel duplice chiarore.
La Chauchat poteva essere solo un’avventura estiva che non poteva trovare approvazione davanti al tribunale della ragione: era una donna ammalata, fiacca, febbricitante e bacata nell’animo, circostanza connessa con gli aspetti equivoci della sua esistenza complessiva.
Per questo Hans provava anche sentimenti di prudente distacco (cfr. amo et odi, amare e bene velle). Le strutture socio economiche i pregiudizi religiosi o di casta ostacolano spesso la piena accettazione della persona amata
 
Quando la vedeva Hans faceva finta di non averla vista e di condurre la sua personale esistenza vigorosa e imperturbabile.
 
Cfr. quod sequitur fugio, quod fugit ipse sequor (Ovidio, Amores, 2, 20, 36)
E' questo il tovpo" dell'amore che insegue chi fugge e scappa da chi lo insegue. Tale locus  ha un' ampia presenza nella poesia amorosa e, probabilmente, pure nell'esperienza personale di ciascuno di noi: Teocrito nel VI  idillio paragona Galatea che stuzzica Polifemo alla chioma secca che si stacca dal cardo quando la bella estate arde:"kai; feuvgei filevonta kai; ouj filevonta diwvkei" (v. 17), e fugge chi ama e chi non ama lo insegue. Nell'XI idillio lo stesso Ciclope si dà il consiglio di non inseguire chi fugge ma di mungere quella presente (75), femmina ovina o umana che sia.
 
Quando poté osservarla da vicino, Hans vide quel viso la cui conformazione gli piaceva più di ogni altra cosa al mondo: una conformazione straniera e piena di carattere-poiché solo l’estraneo ci sembra avere carattere, di un esotismo nordico e misterioso che invitava a essere sondato. Cfr. to; xenikovn quale pregio del linguaggio in Aristotele, Retorica, 1405 a.
 
Fascino delle ragazze russe
Gli zigomi premevano contro gli occhi e li rendevano un po’ obliqui e provocava la cavità morbida delle guance che provocava il turgore delle labbra leggermente all’insù. Poi gli occhi chirghisi dal taglio semplicemente incantevole, dal colore tra il grigio e l’azzurro, come le montagne lontane, Poi c’era Marusja che aveva sempre voglia di ridere e divertirsi, con un rubino al dito, che mandava un profumo d’arancio e aveva un seno alto e intimamente bacato. Joachim la evitava poiché lo attirava troppo.
La Stöhr mostrava in tutti i modi un autocompiacimento di rara idiozia (p. 220)
Settembrini lodava la Germania dove era stata inventata la polvere da sparo che aveva ridotto la corazza medievale a un pezzo da museo, poi la stampa che aveva reso possibile la diffusione democratica delle idee, o meglio delle idee democratiche. La tecnica in genere aveva avvicinato i popoli e propiziava la loro unione universale. Il genere umano proviene dall’odio e va verso la simpatia e la felicità.
Insomma crede come Terenzio Mamiani nelle “magnifiche sorti e progressive” schernite da Leopardi.
Cfr. le critiche alle invenzioni di Prometeo (Eschilo, Erodoto, Orazio, Mary Shelley,  Leopardi)
 
Secondo Settembrini L’Europa era la terra della ribellione, della critica e dell’attività trasformatrice, mentre il continente orientale incarnava l’inerzia e la quiete inattiva  (229).
Bisognava colpire a Vienna, nel suo vitale ganglio di resistenza, il principio asiatico e servile della conservazione.
L’umanesimo era amore per l’umanità e perciò era anche politica, L’umanesimo aveva coltivato anche la bella forma solo per amore della dignità umana, in splendido contrasto con il Medioevo, sprofondato nella misantropia e nella superstizione e in un’ esecrabile incuranza della forma.
L’umanesimo aveva propugnato gli interessi terreni, ritenendo che il cielo potesse essere lasciato ai passeri (p. 231).
 
Una formula che deriva da un poemetto di Heinrich Heine (1797- 1856) : Germania, una fiaba d’inverno : vogliamo fondare il paradiso sulla terra, i piselli teneri tutti potremo averli, il cielo abbandoniamolo agli angeli e ai merli.
Ma cfr. Amleto: c’è un disegno speciale della Provvidenza anche nella caduta di un passero. There is special Providence in the fall of a sparrow (V, 2)
Dunque we defy augury, sfidiamo i presagi.
 
Prometeo era stato il primo umanista, identico a quel Satana cui Carducci aveva dedicato il suo inno. Quel vecchio anticlericale aveva tuonato e lanciato i suoi strali contro gli Inni sacri del Manzoni, contro la poesia dell’ombra e del chiaro di luna, contro quella pallida monacella celeste, “Odio la tua faccia stupida e tonda/ l’inamidata cotta/ monacella lasciva ed infeconda”Carducci, Classicismo e Romanticismo, Rime nuove)    (p. 231)
La letteratura non è altro che fusione di umanesimo e politica (p. 232)
Infatti l’umanesimo è politica e la politica umanesimo. 
Cfr. Il logos epitafios  di Tucidide su chi non si occupa di politica e il Protagora di Platone.
 
L’eloquenza è il trionfo dell’umanità. La parola è l’onore dell’uomo p. 232
Cfr. Gorgia l’Encomio di Elena.
 
IV Il termometro (p. 235).
Hans aveva 37, 6. Nessuno là ce l’aveva più alta di così. Hans rimane sconvolto quando Claudia lo guarda : “non in maniera generica aveva rivolto lo sguardo al suo tavolo: aveva guardato proprio lui con un sorriso intorno alle labbra serrate e quegli occhi dal taglio sottile, come a voler dire: e allora?” (p. 257)
Castorp andò a farsi visitare con il cugino Joachim.
Il consigliere aulico Behrens faceva “bussatine di cortesia” sulle spalle del cugino (259). Hans osservava Joachim e notava quel corpo  che il cugino aveva sottoposto alla ginnastica militaresca ma  era diventato“completamente brillo”  e non voleva disintossicarsi.
Sembrava un Apollo del Belvedere , ma dentro era malato e fuori troppo caldo per la malattia  che  “rende l’essere umano assai più corporeo, lo trasforma interamente in corpo” (p, 261)
Joachim doveva rimanere nel sanatorio almeno altri 6 mesi.
Poi fu la volta di Hans: appariva di complessione più borghese: bianco, biondo, sottile
Il medico gli consiglia di prolungare la permanenza”senza darsi arie di curiosità disinteressata”(p. 263),
La malattia del cugino gettava una certa luce a priori anche su Hans.
“Ma è solo un cuginastro” obiettò Hans. Per parte di madre.  Le madri erano sorellastre. Comunque è un consanguineo. Radamanto aveva sentito delle ipofonesi “in quella specie di otre di Eolo che tiene là dentro”, zone invecchiate con calcificazioni o cicatrizzazioni. Poi un raschio e un fruscìo che vengono da un’area fresca e umida che può mandare in malora il lobo polmonare. Il clima lassù era buono per la malattia: fa esplodere il malanno latente. Castorp deve avere talento per la malattia e rimanere là.
Bologna 11 gennaio 2023 ore 19, 56 giovanni ghiselli
Mi sa che devo uscire per correre e camminare se non voglio diventare “completamente brillo” a forza di studiare e pensare. Oggi nel sole ho pedalato per un’ora e 48 minuti. Dunque basterà una mezzora per meritarmi una povera cena da studioso assai trito e parco quale sono.
 


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