sabato 6 gennaio 2024

Plutarco Vita di Alessandro XII. Il comportamento di Timoclea tebana: una donna nobile e coraggiosa

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Nell'orrore del massacro quasi indiscriminato dei Tebani - 335 a.C.risalta l'episodio di Timoclea, donna stimata e onesta che venne violentata dal capo di un gruppo di soldati traci il quale poi le domandò se da qualche parte avesse nascosto del denaro. Ella lo condusse al pozzo del giardino dove disse di avere gettato le sue ricchezze. Il Trace allora si affacciò e si sporse; la donna lo spinse giù, quindi lo uccise buttandogli addosso delle pietre. Gli altri soldatacci la portarono in catene da Alessandro il quale notò subito lo stile alto e il carattere forte della donna, dal suo sguardo, dall'incedere e dal fatto che non manifestava alcuna paura. Poi le chiese chi fosse ed ella rispose fieramente di essere la sorella di Teagene, morto a Cheronea, combattendo da stratego contro di lui. Avendo ammirato il comportamento e il carattere della donna, Alessandro la lasciò andare via libera con i figli.
 
 "Tra molte sofferenze pavqesi e quelle note ejkeivnoi" pene che riempivano la città, alcuni Traci, abbatterono la porta di casa di Timoclea, donna stimata e onesta swvfrono", e, mentre essi ne rubarono le ricchezze, il capo, dopo avere violentato e disonorato la donna, le domandò se avesse da qualche parte dell'oro o dell'argento nascosto" - pavqesi anche qui, come nelle tragedie e in Erodoto, il pavqo" è occasione di mavqo" e di elaborazione per le persone dotate di anima, è causa di morte per chi non ha facoltà spirituali. -
 Ho tradotto ejkeivnoi" con "quelle note", poiché gli atti di sadismo che si consumano quando una città viene conquistata sono gli stessi da sempre:"La storia della civiltà, dalla distruzione di Cartagine e Gerusalemme fino a quella di Dresda, Hiroshima e del popolo, della terra e degli alberi del Vietnam, è un documento tragico di sadismo e distruttività"[1]. -
L'abbattimento della porta e l'irruzione nella casa è prefigurazione e metafora della violenza alla donna: Napoleone, dopo avere occupato Mosca, pensò: "Une ville occupée par l'ennemi ressemble à una fille qui a perdu son honneur "[2].
 - swvfrono": spesso designa la persona casta, come nelle Baccanti: " kai; ga;r ejn bakceuvmasin - ou\s h{ ge swvfrwn ouj diafqavrhvsetai"(vv. 317 - 318), anche durante le orge quella che è casta non si corromperà. Tanto più dolorosa e umiliante dunque sarà la violenza sessuale subita. -
Questo caporione, dopo la brutalità della violenza inflitta alla donna, manifesta l'avidità di chi, infatti, non possiede oro nell'anima e brama quello materiale[3].
 "Ella ammise wJmolovghse di averne e dopo averlo portato da solo nel giardino e avergli indicato il pozzo, disse di avere gettato là, mentre la città veniva presa th'" povlew" aJliskomevnh", le più preziose tra le sue ricchezze." - wJmolovghse: la donna è nobile e non mente: infatti possiede le ricchezze reali, la dignità e lo stile, che nemmeno il gesto brutale del soldataccio ha potuto sminuire.
- th'" povlew" aJliskomevnh" : genitivo assoluto con valore temporale. La violenza alla città e alla donna sarebbero del tutto parallele se ella non avesse la ricchezza mentale, e di stile, che nessuno può toglierle. -
 Mentre il Trace si sporgeva e scrutava verso il basso del luogo, lo spinse e[wsen: aoristo da wjqevw. collocatasi da dietro e avendogli gettato addosso molte pietre, lo uccise". - ejgkuvptonto" de; tou` Qra/ko;~ kai; karataskeptomevnou: altri due genitivi assoluti con valore temporale; altri gesti che denotano l'avidità e la bestialità del Trace (indegno perfino di essere chiamato per nome) che si sporge e piega verso la trappola come una bestia affamata si gira verso il cibo senza riflettere.
 
 - e[wsen: Timoclea dunque è il cattivo demone del soldataccio; ella ha il comportamento opposto rispetto al demone "buono” di Socrate del quale lo stesso maestro di Platone diceva:"ajei; ajpotrevpei me...protrevpei de; ou[pote" (Apologia , 31d) mi trattiene sempre, non mi spinge mai.
Quando fu portata davanti ad Alessandro dai Traci in catene, fin dal primo momento dallo sguardo e dall'incedere ajpo; th`~ o[yew" kai; th`~ badivsew": si rivelò una dignitosa e magnanima poiché seguiva quelli che la conducevano senza turbamento né paura". - ajpo; th`~ o[yew" kai; th`~ badivsew"il modo di guardare e l'andatura sono significativi del carattere e dell'educazione di una persona.
Ovidio, nell’Ars amatoria, scrive: “ est et in incessu pars non comtempta decoris” (III, 299), anche nell’andatura c’è una parte non piccola di bello stile. Soprattutto la calma, la scarsa loquacità, pur nelle situazioni difficili, il non rinnegare la propria trasgressione nel momento del giudizio, testimoniano un'anima grande e forte.
 Timoclea condotta da chi deve giudicarla e, probabilmente condannarla, non dà alcun segno di sbigottimento né di paura (ajneplhvktw" kai; ajdew'"), non si giustifica, anzi vanta l'ostilità della sua famiglia al dominio macedone.
Così pure l’Antigone di Sofocle catturata violentemente nell'atto di trasgredire gli ordini del tiranno, non manifesta timore:"E noi che avevamo visto ci lanciamo e tutti insieme/la afferriamo per niente sbigottita,/quindi la accusavamo delle azioni di prima e di quelle/presenti; ed ella stava calma, senza negare nulla("a[parno" dj oujdeno;" kaqivstato"(v. 435). -
“Poi, quando il re le chiese quale donna fosse, rispose di essere la sorella di Teagene, quello che si era schierato contro Filippo per la libertà degli Elleni ed era caduto a Cheronea da stratego”
Alessandro si pone con atteggiamento inquisitorio davanti alla donna chiedendole chi fosse.
E' possibile un altro accostamento con l' Antigone di Sofocle, come pure con la moglie di Intaferne di Erodoto (III, 119): queste donne "sororali" considerano il fratello la persona più importante. -
Timoclea dichiara fieramente e provocatoriamente che suo fratello era stato uno dei comandanti tebani, caduto nella battaglia di Cheronea con la quale Filippo, nel 338, sottomise la Grecia, ma non l'anima di questa eroica donna, che potrebbe essere chiamata l'Antigone di Plutarco.
" Avendo allora Alessandro ammirato la risposta e il gesto di lei - ajpovkrisin kai; pravxin - ordinò che se ne andasse libera con i figli". -
 La conclusione segnala un collegamento tra la nobiltà della donna e quella di Alessandro che è capace di riconoscerla. - ajpovkrisin kai; pravxin: significa la necessaria sintonia nella persona positiva tra la parola e la prassi appunto:"Magnam rem puta unum hominem agere consiglia Seneca a Lucilio ( Lettera , 120, 21), considera grande impresa rappresentare una persona unitaria.
 
Questa è una piccola parte della conferenza che terrò a Cento il 3 febbraio su Plutarco. La anticipo per quanti non potranno venire ad ascoltarmi. Lo faccio anche perché ammiro questa donna. La colloco sulla categoria delle poche donne che non mi hanno mai rinnegato quando sarebbe stato utile e conveniente farlo.
 
Bologna 7 gennaio 2024 ore 13, 26
giovanni ghiselli

p. s.
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[1]E. Fromm, Anatomia Della Distruttività Umana , pp. 211 - 212.
[2]Tolstoj, Guerra e pace , p. 1311, una città occupata dal nemico assomiglia a una ragazza che ha perduto l'onore. 
 [3]Cfr. Platone, Repubblica , 547b.

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