martedì 9 gennaio 2024

T. Mann. I Buddenbrook. 39

Parte V . Capitolo 2. Il ritorno della “pecora nera”

 
Nel febbraio del 1856, dopo otto anni di assenza, Christian tornò nella sua città natale. Era vestito di un abito giallo a quadretti che gli dava un’aria spiccatamente tropicale.  Aveva con sé uno spunzone di pesce spada e una canna da zucchero, Accolse tra impacciato e distratto gli abbracci della madre. Questo giovane uomo è stravagante, fuori centro rispetto al resto della famiglia, è peregrino. Secondo il fratello Thomas, il regolare, Christian è una voce stonata o addirittura un colpo di fucile nel concerto, oggi si direbbe un cellulare che disturba e offende chi ascolta la musica.
La mattina seguente vanno al cimitero per deporre una ghirlanda sulla tomba del console. Christian dirà di essere appassionato di teatro ma al cimitero la più teatrale è Tony: “si inginocchiò nonostante la neve, e l’ampia gonna le ricadeva intorno in pieghe pittoresche. Dio solo poteva sapere quanta parte di dolore e di religiosità e quanta di compiacimento ci fosse in quell’atteggiamento scultorio della bella donna”.
 Christian temeva che la sorella si sarebbe trovata in imbarazzo nel rialzarsi. Era di salute e di equlibrio poco stabile e forse pensava che la sorella avrebbe durato fatica. Ma la bella donna aveva altra tempra : “buttò indietro la testa, si rassettò il velo e il vestito e si avviò dignitosa e sicura con evidente sollievo di Christian”.
A lui piacevano le attrici.
Thomas e Tony temevano  la manifestazione di sentimenti eccentrici da parte di Christian, non comuni e non borghesi.
Thomas, il più “normale” trovava strane anche le pose di Tony: le manifestazioni non abbastanza controllate, anzi esibite dei suoi stati d’animo come quell’inginocchiarsi sulla tomba o buttarsi sulla tavola e piangere come un bambino. Di fronte a tali sfoghi egli manteneva un silenzio rassegnato, un riserbo che si limitava a fargli chinare la testa”.
Vedremo che tanto riserbo, tanta centralità  e osservanza delle regole delle buone famiglie, tanta autorepressione. con il tempo lo distruggerà.
Tony invece manterrà il proprio stile e gran parte della propria bellezza fino alla conclusione del romanzo, quando avrà 50 anni. Tony insomma è se stessa, Thomas no.
Christian era diverso da entrambi i fratelli. Invece delle effusioni ingenue e infantili della sorella, egli tendeva al vittimismo. Si chinava sul piatto, dimostrava il bisogno di rannicchiarsi e diceva parole sommesse e penose.
Però non aveva versato lacrime per la morte del babbo. Invece ripeteva in una specie di tragica pensosità i suoni emessi dal moribondo: se li era  fatti raccontare dalla sorella. Li associava alla mimesi attoriale.
Il suo aspetto era tutt’altro che bello. Insomma era il fratello brutto di Tony e Thomas.
Chiedeva informazioni sul teatro. Thomas rispondeva “non lo so” manifestando impazienza. Tuttavia Christian iniziava a parlare di spettacoli teatrali e non la smetteva più. Finchè la madre lo zittiva:
Assez, Christian, queste cose non ci interessano affatto” p. 168
Allora lui tornava a fare la vittima dicendo di non essere capace di inghiottire. La sorella e la madre minimizzavano.  Quindi lui faceva un’altra scena: andava al pianoforte e mimava le mosse di uno che suonava: “pareva di vedere un pianista pieno di passione e ciarlataneria, di una comicità irresistibile”.  Per attirare l’attenzione di chi non lo considera deve fare il buffone. Diceva: “Essere artisti è veramente una cosa meravigliosa”.
Quando rimasero soli,  Tony disse a Thomas che il loro fratello vedeva le cose da un punto di vista insolito.
Il fatto è che ognuno ha il suo ma per i due fratelli “sani” questo era difficile da accettare e impossibile da comprendere: un Buddenbrook  doveva vedere il mondo dal punto di osservazione degli altri della famiglia: da un buco di serratura insomma.
Thomas rispose alla sorella: “Christian è senza tatto. Gli manca qualcosa che si potrebbe chiamare equilibrio”.
Anche Thomas non ha un equilibrio sicuro: infatti lo perderà. L’unica certa del proprio è Tony che lo manterrà fino all’esodo.
Thomas continua a criticare il fratello dicendo: “Vedi, il fatto è che Christian si occupa troppo di se stesso, di ciò che avviene nel suo intimo. C’è molta spudoratezza in quella smania di comunicare. Anche io una volta avevo questa inclinazione. Ma mi sono accorto che rende distratti, inetti al lavoro, senza spina dorsale. Solo i poeti hanno il diritto di occuparsi di sé perché loro “sanno esprimere con bellezza e sicurezza la propria vita interiore privilegiata e possono arricchire  così il mondo sentimentale degli altri. Ma noi, cara, siamo semplici commercianti e le nostre osservazioni personali contano ben poco. Sarebbe meglio, perdio, metterci a lavorare e rendere come hanno reso i nostri predecessori”.
 
E’ il riconoscimento di appartenenza alla più bassa delle tre classi individuate da Platone: quella degli affaristi artigiani e commerciamti che deve rimanere politicamente soggetta alle prime due: Filosofi reggitori e Guardiani difensori .
Dannoso per la città sarebbe che un artigiano dhmiurgov~ o un altro crhmatisth;~ fuvsei (Repubblica 434b) un affarista per natura, entrasse in una delle due classi superiori.
Latinamente:  Iuppiter, Mars, Quirinus.
Tony dà ragione al fratello “normale” e vorrebbe che la loro famiglia prosperasse più delle altre della città.
Gli affaristi dunque al primo posto: una graduatoria rovesciata rispetto a quella platonica: acta retro cuncta .
 
Bologna 9 gennaio 2023 ore 17, 18 
giovanni ghiselli
 
p. s.
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