lunedì 1 gennaio 2024

T. Mann. I Buddenbrook. 37

IV, 11. La morte del padre, il console Johann


Siamo arrivati alla fine dell’estate del 1855. I 28 anni di Tony.
E’ una domenica pomeriggio e i Buddenbrook  aspettavano il console che stava vestendosi. Tony Tom e la madre erano già pronti per la gita a un ristorante fuori porta. Tony biasima i ritardi del padre che fa sempre aspettare perché non si prepara in tempo
“Il babbo ci fa disperare!” esclamò Tony, scegliendo come al solito una parola piuttosto forte”.
 
Credo che Tony pensi, magari inconsciamente alla disperazione in cui ha gettato lei facendole sposare Grünlich.
 
L’autore si sofferma nella descrizione dei vestiti di Tony e della madre. Avevano abiti di seta ed erano entrambe molto curate nell’aspetto.
 
Il borghese ricava identità dal denaro si è detto e questo vuole mostrarlo attraverso la casa, i mobili, gli abiti, le carrozze. I più volgari, gli arricchiti di prima generazione,  sfoggiano anche i gioielli (cfr. il Satyricon)
Da Proust e da Musil  vediamo che l’aristocrazia sa di valere anche senza sfoggiare il lusso. Vi racconterò la Ricerca e L’uomo senza qualità durante il corso che inizierà martedì 16 gennaio alle 18.
 
“Tony portava un abito di seta cangiante all’ultima moda” dunque.
 
Gli aristocratici veri non seguono le mode ma le impongono e la borghesia le imita. I borghesi ricchi di seconda generazione cercano di sposare ragazze di famiglia antica. Già Teognide nel VI  secolo denuncia questi matrimoni come incongrui.
 
Poi l’autore si sofferma a descrivere il tempo. C’è un’afa fuori stagione, innaturale per quel paese e sembra incombere “con tristo annunzio di futuro danno”.
“Quella seconda settimana di settembre aveva portato la canicola in ritardo (…) Ancora gran parte dl cielo era azzurra, ma vi montava lentamente una folla di nuvole grigie grosse e morbide come guanciali”.
Ida, cameriera e bambinaia porta “nella stanza dei paesaggi” Erika che assomigliava al padre nella carnagione rosea e negli occhi celesti.
Anche le fattezze dei Buddenbrook sono recessive.
 Il cielo “si faceva sempre più buio”. Aspettavano il console. Invano. Intanto “Di fuori l’ultimo lembo di azzurro era scomparso e il cielo grigioscuro sembrava abbassato, pesante e gravido. I colori degli abiti , dei mobili, della tappezzeria  erano spenti” egli occhi delle persone sembravano senza luce”.
 
 E’ il determinismo atmosferico che incornicia la morte del babbo di Tony.
Ora la propaganda dice che il clima determina la vita e gli fa determinare anche l’economia con i processi industriali.
 
Torniamo al lutto che attende i Buddenbrook. L’afa parve raddoppiata, la pressione turbava il cervello, stringeva il cuore, impediva il respiro.
 
A Pesaro si dice questo del garbino, un vento caldo. A me invece piace. Dicono che con il garbino non si respira. Io respiro meglio e gioisco con il garbino che pettina e liscia il mare, e  soffro con la fredda bora che fa rabbrividire e arruffa e scatena le onde. Anche sui giudizi che riguardano il clima dovrebbe entrare il relativismo. Il caldo fa male ad alcuni e bene ad altri, come il freddo. Statisticamente ho rilevato che molte donne delle pulizie soffrono il caldo.
 
“Giù nella strada una rondine volò così bassa da toccare il selciato con le ali”
Capita a proposito la rondine che entro pochi giorni emigrerà al sud per schivare il freddo, cioè la morte
I read, much of the night, and go south in winter T. S. Eliot, The waste land, I The burial of the dead, 18. io leggo gran parte della notte e d’inverno vado al sud.
Quindi arriva la pioggia. La terra desolata di T. S. Eliot è carente di acqua: “here is no water but only rock” (v. 371) qui non c’è acqua ma soltanto roccia.
 
E anche nell’attesa del console Johann  che non scende si invoca  la pioggia che finalmente arriva. La mamma di Tony sospirò: “Sia ringraziato il cielo”.
 
Nel prologo dell’Oedipus Seneca sottolinea l'aridità, la siccità e lo scolorimento che significano sterilità, peste e morte:"Deseruit amnes humor atque herbas color,/aretque Dirces; tenuis Ismēnos fluit,/et tingit inǒpi nuda vix undā vada "(Oedipus, vv.41-43), l'acqua ha lasciato i fiumi e il colore le erbe, è disseccata Dirce; l'Ismeno scorre vuoto, e con la povera onda bagna a stento i guadi nudi. 
 
A Lubecca invece  la pioggia aumenta: “Il rumore della pioggia entrò più sonoro. Era addirittura un fragore. Un frusciare , un diguazzare, un ruscellare e spumeggiare” Qui vediamo il Thomas Mann ridondante.
Alla fine di questa scena entra la domestica Line ad annunciare quanto ci aspettavamo siccomr preannunciato dal cielo.
Dice che il console sembra stare male. “
Ma Iohann Buddenbrook era già spirato”. P. 159.
 
Bologna primo gennaio 2024
 giovanni ghiselli

p. s.
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