domenica 23 giugno 2024

L’ invenzione della scrittura alfabetica.


 

Il mito nella tragedia

Nel Prometeo incatenato du Eschilo il protagonista eponimo  rivendica, tra le altre  invenzioni sue, quelle dei numeri e delle lettere “kai;  me;n  ajriqmovn, e{xocon sofismavtwn,-   jexeuvron aujtoi`~, grammavtwn te sunqevsei~-, mnhvmhn ajpavntwn, mousomhvtor j ejrgavthn- (459- 461)

E ho trovato per loro il numero, egregia tra le scoperte, e le combinazioni delle lettere, memoria di ogni cosa, operosa madre delle muse.

 

La storia

Erodoto scrive che i Fenici venuti con Cadmo  ad abitare la Beozia polla; ejshvgagon didaskavlia ej~ tou;~  {Ellhna~ kai;  de; kai; gravmmata (V, 58, 1), introdussero molte cognizioni e in particolare  l’alfabeto.

 

 

La fenicia Tiro era antica, fondata da Agenore, e la sua gente fu la prima ad insegnare o imparare l’alfabeto ( haec gens litteras prima aut docuit aut didicit , Curzio Rufo, IV, 4, 19).

 Colonie di origine fenicia: Tebe in Beozia, Cartagine e Cadice.

 

 

Tacito  ricorda che gli Egizi attribuiscono a se stessi l’invenzione dell’alfabeto successivo ai geroglifici, ma poi furono i Fenici potenti sul mare a rivendicare questa invenzione (Annales, XI, 14)

 

Bologna 23 giugno 2024 ore 16, 40 giovanni ghiselli.

 

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