domenica 16 giugno 2024

Ifigenia CCIV La scuola corrotta.

Ifigenia CXCXIV.  La scuola  corrotta.

 

In gennaio scrissi un dramma La scuola corrotta.  Mostrava il decadimento della cultura  nella politica e nella società a partire dalla scuola. A Ifigenia piaceva molto: ascoltava i miei problemi, mi dava il suo parere e mi incoraggiava. Riletto oggi dopo più di quaranta anni, vi trovo delle ingenuità giovanili ma anche delle previsioni azzeccate: allora  già prevedevo e presoffrivo diverse calamità che si sarebbero avverate nei decenni seguenti.

 

Ve lo propongo con pochissimi ritocchi

La scuola  corrotta.

Dedicato a tutti gli studenti che ho cercato di educare

dall'ottobre del 1969 . Alla scuola media per 5

anni, in un Istituto professionale femminile per un anno, al

ginnasio e al liceo per 35 anni, e alla scuola di specializzazione

dell’Università di Bologna per dieci anni.

.

 

Epigrafe:

oJ de; ajnexevtasto" bivo" ouj biwto;" ajnqrwvpw/” -1

 

la vita senza ricerca non è vivibile per l'uomo.

 

Atto primo.

Scena unica

Ambientato nel novembre del 1980, in un'aula di un liceo classico

diretto male. Allievi di prima liceo. Parlano due studenti. Il primo

è realista, il secondo ottimista.

 

Primo studente.

Gli anni scorsi abbiamo lavorato con un metodo non usuale, con

un maestro insolito, scandaloso per questa scuola. Mi chiedo

se andrà bene anche ai nuovi insegnanti un sistema di lavoro tanto

raro.

 

Secondo studente.

Non può non andare bene. Oltre a svolgere i programmi

ministeriali, abbiamo letto tanti libri e ne abbiamo tratto il gusto di

riflettere sui sentimenti, le idee, i diritti e i doveri degli uomini.

Abbiamo lavorato con una sensazione di gioia, di accrescimento della nostra umanità.

 

Primo studente.

Appunto: è una cosa sospetta per chi non l'ha mai provata.

 

Secondo studente.

Comunque anche da un punto di vista strettamente scolastico

siamo ben preparati.

1

Platone, Apologia di Socrate, 38 a.


 

 

 

Primo studente

Infatti. Dobbiamo sperare che i nostri nuovi docenti ne sappiano più di

noi, altrimenti non  possono insegnarci nulla, e per giunta si

offendono.

 

Secondo studente.

Perché? Potranno imparare comunque qualche cosa , mentre ci insegnano

quello che sanno; se non altro il loro metodo. Non  credo che non

sappiano niente: sono uomini e donne di scuola; dovrebbero essere

anche persone di cultura. Resteranno sorpresi, ma piacevolmente,

dalle letture che abbiamo fatto.

 

Secondo studente.

Può essere, ma se loro non le hanno fatte, non vogliono farle e

conoscono solo i manuali, vedrai che, per rivalsa, ci accuseranno

di avere trascurato i tecnicismi delle lingue classiche.

 

Secondo studente.

Vuoi scherzare? Per due anni, tutti i giorni, abbiamo lavorato su

grammatiche e sintassi, con regole, eccezioni, esercizi e verifiche.

Abbiamo studiato il greco e il latino con ordine e tenacia esemplari,

affaticandoci anche.

 

Primo studente.

E' vero; però abbiamo pure provato il piacere della letteratura,

della storia, della filosofia con il nostro maestro.

 

Secondo studente.

E questo non è oggettivamente un merito?

 

Primo studente.

Lo è per uno come  che crede nell'uomo e

mira allo sviluppo del pensiero umano; ma se i nuovi professori

sono dei frustrati, dei repressi, e hanno nel mirino la repressione nostra,

negheranno perfino la possibilità di uno studio chiarificatore che

stenebri  la mente e la liberi dai  ceppi dei luoghi comuni.

.


 

 

 

Secondo studente.

Tu dici che possono essere tanto ottenebrati? Io spero di no.

 

Primo studente.

Io pure. Infatti se non sono illuminati, cercheranno di oscurare anche noi.

 

Secondo studente.

Come?

 

Primo studente.

Cercando di renderci simili a loro.

 

Secondo studente.

In che modo?

 

Primo studente.

Ci rendono diffidenti trattandoci con diffidenza, ci fanno diventare

servili gratificando chi li asseconda in maniera adulatoria e

umiliando chi li confuta con ragione. Ci rendono insicuri dei valori

estetici ed etici affermando il brutto morale con parole e atti di cattivo esempio.

Ci danno cattiva coscienza del lavoro intelligente che abbiamo svolto

in questi anni, abituandoci a un apprendimento manualistico,

meccanico e sottoposto a controlli ignobili, pieni di malafede.

 

Secondo studente.

Cerca di non essere prevenuto! Perché dovrebbero essere tanto

distorti ?

 

Primo studente.

Perché tali stanno diventando i capi della nazione, e costoro li

imitano. Comunque  arriva una prof: sentiamo cosa dice.

 

Secondo studente.

Sì; poi facciamole delle domande.

Entra una docente di età indefinibile.


 

 

Docente

 

Buongiorno ragazzi. Sono la nuova insegnante di lingue classiche.

Spero che potremo lavorare insieme proficuamente, anche se il

mio metodo risulterà un attimino diverso da quello del vostro ex

professore. Vorrete sapere qual è il mio scopo: ebbene io mi

propongo di darvi una disciplina mentale attraverso il greco e il

latino. Se volete diventare professionisti rispettati, cominciate

subito a essere studenti ordinati. “Che cosa significa essere

ordinati, e l'ordine che cos'è ?”, chiederete voi.

Ebbene, il mio ordine è questo: ognuno stia al suo posto.

Qui dentro, per esempio, io

devo insegnare, e voi dovete studiare. Studiare non è la morte di

nessuno: quando avevo la vostra età lo facevo. Ogni cosa a

suo tempo, e tutto con ordine. Non dovete pensare “beata lei

che ha finito gli studi e ora prende lo stipendio!"; la vita è fatta di

turni: oggi a me, domani a te. Vivere è

un'equazione che toglie da una parte e aggiunge dall'altra. Non lavoro, però

studio, oppure studio perché non lavoro. Avete capito? Io posso

permettermi di non studiare, poiché lavoro; voi no, voi dovete

affaticarvi sui libri, siccome non lavorate. Anche questo è ordine,

anzi è un ordine che vi do subito.

 

Studentessa, carina e intelligente.

Allora, se ho capito bene, il dovere di studiare riguarda solo noi.

 

Docente.

Voi siete i discenti. Certo, per me adesso non è necessario: è un

optional come modernamente e simpaticamente si dice. Perché io

sono moderna, sono smart, e vi capisco! Ma io ho studiato, eccome! Io ne ho

date di soddisfazioni ai miei genitori, agli insegnanti, ai Signori

Presidi! Cercate di darne anche voi ai vostri; non c'è piacere più

grande nella vita, credetemi, che sentirsi dire "bravo!" dai

superiori!

 

Studentessa a studente, sottovoce

Ha un Super Io grosso come una balena: ha inghiottito la schiuma

e la feccia di tutte le autorità che ha individuato.


 

 

 

Studente a studentessa

Lasciamola concludere; dopo le faremo delle domande.

 

Docente.

Cosa? Ah, niente mi pare.

Io non ho dimenticato il tempo in cui stavo dall'altra parte. Era

bello, era brutto? Chi può dirlo? Ora sono docente di ruolo A, ma

forse, in fondo, non sto meglio di allora. Lo so: voi a scuola ci

venite mal volentieri, vi annoiate, studiate contro voglia; vorreste

evadere sempre, e aspettate la fine delle lezioni con ansia. Ebbene,

dall'alto della mia esperienza vi garantisco che non cambia niente.

Considerate la vita della sottoscritta: la mattina deve alzarsi presto

per sistemare i bambini propri, poi viene qua a occuparsi dei figli

degli altri, quindi corre a casa per preparare il pranzo. Dopo

pranzo deve sbrigare tante faccende, riordinare, ripulire, seguire le

creature. Così si fa notte. E il giorno seguente si ricomincia da

capo.

 

Studentessa.

La fatica di Sisifo.

 

Docente

Sì: quello del masso rotolante. Non si finisce mai di sgobbare. Però

non dobbiamo lamentarci, bensì stimolarci con il senso del dovere.

Del resto, ditemi voi, se non siamo utili a nessuno, cosa viviamo a

fare?

 

Studente.

Vedo, signora, che lei è molto impegnata al servizio del suo

prossimo, di quelli a lei più vicini. Insomma della sua famiglia. Ma qui, a scuola, per noi, che

cosa intende fare?

 

Docente.

Oh questa è bella! Farò quello che devo: l'insegnante di latino e di

greco! Vi detterò le traduzioni e i paradigmi dei classici in

programma,  vi leggerò e commenterò le pagine più significative

dei manuali, vi suggerirò le bibliografie che voi, nel tempo libero,

potrete usare per approfondimenti e ampliamenti. Voi dovrete


 

 

lavorare in armonia con me, senza procurarmi inquietudine.

Ordine e armonia sono sinonimi di umanesimo. Questa è appunto

una scuola umanistica, di persone per bene, di buona famiglia:  qui si impara ad

essere umani con decoro.

 

Studentessa.

Come ci aiuterà dunque a sviluppare la forma umana che abbiamo

dentro?

 

Docente.

L'ho appena detto, ma lo ripeto. Questa volta però dovete capirlo.

La mia educazione funziona nel modo seguente: io tradurrò gli

autori in programma, consultando un quaderno compilato da me

stessa. Così avrete una versione precisa e definitiva,

indubbiamente più sicura che se fosse ricordata senza l'ausilio

prezioso del foglio scritto. In fondo al vademecum ci sono i

paradigmi che dovrete imparare a memoria. Con questo lavoro

meticoloso, voglio fornirvi un modello di serietà e precisione.

Sapete: al giorno d'oggi tante cose vanno a casaccio. Qui

dobbiamo lavorare con rigore scientifico.

 

 

 

Studentessa.

Scusi signora, ma come possiamo farci un'idea della cultura, della civiltà greca,  e dalla nostra studiando soltanto

i paradigmi e ripetendo le traduzioni dettate?

 

Docente.

Cosa intendi con idea?

 

Studentessa.

Intendo l'elemento visivo: dagli eroi omerici che cadono come le

foglie, ma rendono onore alla propria vita con il coraggio, con

l'intelligenza, ai voli metafisici dell'anima eterna di Platone,

"simile alla potenza unita di una biga alata e di un auriga ",

2

tutto si

vede; mentre leggo, appaiono immagini che mi

2

Cfr. Platone, Fedro, 246 a


 

 

 

fanno pensare, mi commuovono e mi aiutano a conoscere l'essere

umano incluso in me. Lei mi capisce: intendo l'

ijdei'n

 

 

Docente.

Certo: è l'infinito dell'aoristo di

oJravw

 

io lo so; e tu lascia perdere,

i voli metafisici dei filosofi e altri sogni, immagini oniriche che  non sono tenuta a conoscere, e,

francamente, non mi interessano. Infatti io voglio procedere con

rigore scientifico, te l'ho già detto, per radicarvi alle cose concrete.

Te lo ripeto ancora: manuali, regole e paradigmi.

 

Secondo studente.

Signora, i paradigmi sono esempi senza i quali non esiste efficacia

educativa. Ma devono essere esempi di virtù, di giustizia, di

generosità, di bellezza: sono questi i modelli di cui una scuola e

una nazione hanno bisogno.

 

Docente.

Vi ho detto di non preoccuparvi: i paradigmi li ho imparati a

memoria tutti, o quasi; quelli che non ricordo li vado a pescare nel

quaderno dove li tengo in ordine alfabetico. Metterceli, a suo

tempo, è stata una fatica erculea, e voi dovreste apprezzarne il

valore. Questo è un esempio anche nel senso che dice lei: un

paradigma di diligenza.

 

Secondo studente.

Può essere; però la sua impostazione tecnicistica ignora l'aspetto

eroico, quello estetico, l'etico, l'agonistico della civiltà greca, e

chissà quanti altri che noi non conosciamo.

 

Docente.

Troppe cose in una volta.

 

Secondo studente.

Ha ragione. Le faccio un esempio. Pensi al secondo stasimo

dell'Edipo re , quando il coro chiede a Zeus di non porre fine alla

nobile gara benefica per la città . Io sono convinto che tanti

5

giovani demoralizzati, privi di idee, vuoti di entusiasmo, carenti di

vita, trarrebbero incoraggiamento da un agonismo teso alla

kalokajgaqiva.

6

 La letteratura e la filosofia greca vogliono educare

al bello morale.

 

Docente.

Lasci perdere la filosofia, che non mi riguarda, e dimentichi  la

competitività meschina, fautrice di invidia.

 

Secondo studente.

Lei non ha capito; io auspico una gara di generosità: un lavoro

politico che sia utile a molti, un bene comune, che susciti entusiasmo qui nella

povli"

 

 o

almeno nel nostro liceo. Lei, professoressa, può essere la nostra

guida: ha passato la vita a leggere gli autori dell'umanesimo; ci

aiuti a trovare l'idea che ogni uomo è una creatura sacra e non

deve essere avvilito dalla prepotenza di altri uomini, né violentato

o deriso  dal potere. Se non raggiungiamo questa coscienza, per

quale motivo dovremmo alzarci la mattina?

 

Docente.

Io mi alzo per sistemare i bambini, lei per venire qua a fare il suo

dovere. Ma non sembra che ne abbia una gran voglia. Il suo è un

discorso superbo e contorto. Lei ha perduto di vista la modestia e

la semplicità che insieme costituiscono la pura naturalezza.

 

Secondo studente.

Ma si guardi intorno signora professoressa! Dov'è la naturalezza?

Non vede che i giovani si drogano, si ubriacano, si stordiscono

poiché non sanno trovare né Dio né l'uomo dentro se stessi? E

siccome rimangono al livello animale della loro esistenza, si

5

Cfr. Sofocle, Edipo re, vv. 879-880.

6

Somma di tutte le virtù: bellezza e bontà.

7

Città, comunità di cittadini.


 

 

 

rendono simili alle bestie chine a terra e schiave del ventre.

Raccolga questo mio appello: ci aiuti a trovare una natura meno

guasta di questa che ci assale da tutte le parti: la città è piena di

siringhe, di facce livide, di gente scoraggiata, devitalizzata. I drogati mi ricordano il gregge

di Ades custodito da Cerbero.

 

Docente.

Mi pare di avere già sentito questi discorsi.

 

Secondo studente.

E' vero, il mio discorso sa di libri più che di uomini e di esperienze;

ma se non avessi fatto delle letture buone, non avrei armi con le

quali difendermi dalla volgarità e dalla violenza. Due anni fa

questa classe ha iniziato uno studio appassionante sui testi classici

della cultura europea: la ricerca della nobiltà della stirpe umana:

una razza che sa guardare il cielo con gioia, sa spregiare i miseri

quattrini, sa apprezzare  il bello con semplicità, sa dire sì alla vita. Continuare tale

lavoro per me, per molti, è un'esigenza profonda. Ci dia una mano.

Dio gliene renderà merito.

 

Docente.

Per le vostre ricerche è aperta la biblioteca tutti i giorni, dalle

dodici alle tredici meno cinque; andate là con la mia bibliografia,

compilate una scheda, prendete un libro in prestito, portatelo a

casa, studiatelo e provatene orgoglio, se vi sembra giusto. Entro un

mese però dovete restituirlo, altrimenti vi mandiamo i carabinieri a

casa. Così vi abituate a fruire delle biblioteche consapevolmente e

responsabilmente.

 

Secondo Studente.

Signora, alla nostra età abbiamo bisogno di una guida.

 

Docente.

Appunto: vi do la bibliografia che i miei professori, gli emeriti, mi

diedero all'Università.


 

 

 

Secondo studente.

Non basta: è necessario l'adulto esperto della materia che dia la

visione generale, che riunisca in sinossi le  conoscenze

frammentarie, che metta ordine nell'apprendimento di un giovane

cui mancano le categorie mentali dove collocare ordinatamente le

nozioni.

 

Docente.

Ma che cosa vuol dire? Lei pecca di astrattezza. Io di fatto posso

leggere in classe le pagine più chiare dei manuali e indicarvi le

parti da sottolineare. Ma crede davvero di risolvere le sue

difficoltà in questa sede con lo studio del greco e del latino? Il

problema  è quello di riuscire a svolgere i programmi ministeriali

nel breve tempo a nostra disposizione: io devo dettare le

traduzioni e voi dovete impararle con i paradigmi. Questo non è

un lavoro meccanico: ha una sua filosofia. Quando studiate a

memoria con umiltà e con onestà le forme cardinali della lingua e

le pagine dense, sapide dei manuali, vi abituate a una disciplina

essenziale per il successo nella vita: imparate a ubbidire senza

discutere e senza almanaccare tanto. I ragazzi si drogano perché

non hanno certezze; io qua ve le do: paradigmi e obbedienza ai

superiori. Vita nobile, di razza, significa vita gerarchicamente

ordinata, dove l'inferiore si sottomette, com'è naturale, a chi

detiene il potere. Considerate il microcosmo del nostro istituto: qui

non c'è confusione da quando è arrivato il superiore attuale. Cosa

ha fatto? Semplice: ha irreggimentato gli studenti, e ora le lezioni

sono seguite. Voi prima non c'eravate, ma io c'ero, e voglio

informarvi. Pensate: con la precedente gestione i ragazzi

rumoreggiavano nei corridoi per tutto il tempo, o uscivano

addirittura dalle porte aperte dell'istituto !

Tranne quando avevano in classe uno di quegli insegnanti

sovversivi che, atteggiandosi a divi, si esibiscono per tre ore al

giorno, spiattellano idee cariche di malizia e, con la scusa di

interpretare i testi, attribuiscono al defunto Sofocle, per esempio,

le loro convinzioni malsane, onde plagiare i giovani e indurli alla

disobbedienza. Il Signor Preside, assai giustamente, ha eliminato o

degradato questi falsi profeti ed ha premiato me, onorandomi con

una promozione. Contemporaneamente ha sprangato i cancelli:


 

 

 

così gli studenti rimangono bloccati nelle aule, o per lo meno

nell'edificio, e imparano che un professore è comunque degno di

ascolto, se non altro perché è un superiore. Il vostro ex insegnante

era uno di quei sobillatori ascoltati nei tempi bui, ed è stato punito, retrocesso dal liceo al ginnasio. Ricordo che una terza liceo sciperò e rumoreggiò a lungo per conservare quel docente sovversivo che inoculava lo spirito critico a quei poveri adolescenti, ma il Signor Preside tenne duro e lo emarginò.

Ha chiamato anche due ispettori. Il primo scrisse che colui era uno dei migliori insegnanti d’Italia. Ma noi potemmo annullare quel giudizio sbagliato perché lo stesso inquisito stupidamente, aveva detto che quell’ispettore era stato il suo professore di italiano e latino al liceo Mamiani di Pesaro. Così arrivò, senza che lui lo sapesse il secondo.

Il due volte inquisito purtroppo è riuscito a ingannare, a sedurre anche questo che addirittura lo ha cooptato in un suo gruppo elitario e riformatore, ossia sovversivo, e noi non abbiamo potuto fare più niente.  Ma per ora siamo riusciti a tenerlo al ginnasio, tra i bambini, dove ha minori possibilità di fare del male. 

 

Primo studente.

 Noi l'abbiamo ascoltato con interesse e abbiamo imparato tanto, a partire proprio dallo spirito critico, e siamo in grado di dare giudizi, krivnein,

 con la nostra testa, ciascuno con la sua. Insomma, siamo kritikoiv.

 

Bologna  17 giugno 2024 ore  18, 50 giovanni ghiselli

 

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