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Der Zauberberg di Hans W. Geißendörfer |
V Ricerche 392
Dove la spiegazione
scientifica non arrivava, interveniva quella mistica. Cfr. la tuvch
in Tucidide e to; paravlogon in Arriano
V Danza macabra Totentanz (p. 421)
Il latino come il
formalismo della corte spagnola di Don
Carlos di Schiller, come il timor di Dio, è umano.
E’ contro l’incuria e
per la disciplina seria. Si usa il latino quando si parladei morti: sit tibi levis tellus, requiescat in pace,
requiem aeternam dona ei Domine.
Allora il latino torna in auge, allora si vede
che cosa speciale sia la morte (p. 432)
Il latino richiede
disciplina e fatica
Frontone
(100-166) suggerisce l’impiego di parole significantia
piene di significato cioè gli insperata
atque inopinata verba, le parole “insperate” e “impensate” che
contraddicono l’opinione di chi ci ascolta o ci legge (4, 3, 3, praeter spem atque opinionem audientium aut
legentium)
Anche il greco richiede disciplina e fatica.
Orazio nell’Ars
poetica prescrive: “vos exemplaria
Graeca/nocturna versate manu, versate diurna” (vv. 268-269), voi leggete e
rileggete i modelli greci, di notte e di giorno.
V Notte
di Valpurga
E’ il martedì grasso del 1908
Settembrini cita Goethe: Vedrà ingegnere, qui si sta allegri
come al Prater, del resto anche nei manicomi ogni tanto si organizzano balli
per i pazzi e gli idioti. Molti dell’anno scorso non ci saranno perché hanno
già detto vale alla carne (carnevale - carnem levare con riferimento alle privazioni per la Quaresima).
Settembrini continua a citare Faust: scrive in un biglietto:
il monte
è pazzo di magia etc Faust e il diavolo vagano tra le montagne. “La
montagna è pazza di magia”. La notte
di Valpurga. Der Berg ist heute
zaubertoll 3868
Come il Citerone
nelle Baccanti di Euripide: “pa'n de; sunebavceue j o[ro~-kai; qh're~, oujde;n
d j h\n ajkivnhto~ drovmw/, tutto baccheggiava il monte e le fiere, e
non c'era nulla che non fosse mosso alla corsa (726-727).
Mefisto, Faust e un fuoco fatuo cantano. “Gli alberi si
inseguono… tutto par che a , tondo giri”, alles,
alles scheint zu drehen 3868
Hans insiste con il
tu perché è carnevale. Il giovane manifesta riconoscenza a Settembrini
per quanto ha imparato da lui. "Tu sei un patrocinatore. Ti sei preso cura di me sine
pecunia. Da te ho appreso la connessione tra umanesimo e pedagogia."
Poi Claudia: "È un giovane molto rigoroso, molto per bene,
molto tedesco" (di Joachim)
Hans: “Vuoi dire che è pedante. Ci consideri pedanti, noi
altri tedeschi?" (eccessivamente scrupolosi nell’osservare le regole)
(Cfr. i Germani di Tacito e il loro dissennato mantenere la
parola data: Tacito segnala
la perversione della fides tra i
Germani i quali, dopo avere perso tutto ai dadi (alea), con un ultimo lancio mettono in gioco la libertà personale,
quindi, se perdono, mantengono la parola data e subiscono la schiavitù. Ebbene
in questo caso ciò che loro chiamano fides è una forma di ostinazione in
un vizio riprovevole: “ea est in re prava
pervicacia” (Germania, 24).
C. “Parlo di suo cugino, ma è vero voi tedeschi siete un poco borghesi. Amate
l’ordine più della libertà, lo sa tutta l’Europa”. Cfr. Tacito: scutum reliquisse
praecipuum flagitium, multique superstites bellorum infamiam laqueo finierunt
(Germania, I, 7)
Ci sembra che la morale non vada cercata nella virtù, nella ragione,
nella disciplina, nei buoni costumi, nella rispettabilità ma al contrario nel
peccato, nell’abbandonarsi al pericolo, a ciò che ci può nuocere, che ci
distrugge. Ci sembra più morale perdersi, lasciarsi deperire che
conservarsi. I grandi moralisti non
erano affatto virtuosi, ma uomini che si sono avventurati nel male,
viziosi, grandi peccatori che ci insegnano a chinarci cristianamente verso la
miseria.
Cfr. la
Messalina di Tacito: “iam
facilitate adulteriorum in fastidium versa, ad incognitas libidines profluebat”
(Annales, XI, 26)
"Tutto questo probabilmente ti ripugna. O no?"
Hans non rispose 502-1236
La sala si vuotò.
H. "L’amore non è niente se non è follia, se non è una cosa
proibita, un’avventura nel male. Altrimenti è una gradevole banalità, buona per ricavarne pacifiche canzoncine nelle terre basse. Ti ho riconosciuta poiché ti ho conosciuta
tanto tempo fa, te e i tuoi occhi meravigliosamente obliqui e la bocca e la voce"
La mania amorosa come quella religiosa e quella dei poeti è
più saggia della saggezza del mondo
Platone nel Fedro parla di manìe ispirate e
produttive di beni. Sono quattro: la profezia della Pizia che predice in stato
di esaltazione, poi l'esaltazione dei purificatori e fondatori di religioni;
terza frenesia divina è quella dei poeti, e quarta la follia dell'innamorato
che è molto più saggia della saggezza del mondo:" ejp& eujtuciva/ th'/ megivsth/ para; qew'n hJ toiauvth/ maniva
divdotai" (245b), questo delirio è la più grande fortuna concessa
dagli dèi.
Hans a
Claudia: "Già una volta ai tempi del liceo ti ho chiesto la tua matita per
potere fare ufficialmente la tua conoscenza, poiché io ti amavo al di là di ogni
ragionevolezza e i segni che Behrens ha trovato nel mio corpo derivano dal mio
amore per te e significano che anche anticamente sono stato malato."
Si era inginocchiato e tremava.
l’amore
per il corpo umano è un’inclinazione estremamente umanitaria e una potenza
capace di educare più di tutta la pedagogia di questa terra.
Incantevole bellezza organica fatta non di pietra, ma di
materia vivente e corruttibile, colma del segreto febbrile della vita e della
decomposizione! Guarda la simmetria meravigliosa dell’umano edificio, le spalle
e i fianchi e le floride mammelle ai due lati del petto, e le costole
graziosamente appaiate e l’ombelico nel bel mezzo del tenero ventre e il sesso
oscuro tra le cosce! E le scapole e la spina dorsale che scende verso la duplice e fresca magnificenza delle
natiche, e i grandi rami delle vene e dei nervi, e come la struttura delle
braccia corrisponda a quella delle gambe.
Lascia
che io posi devotamente la mia bocca sull’arteria femoralis che batte sulla
parte anteriore della tua coscia - lascia che io senta il profumo che
esala dai tuoi pori e sfiori la tua
peluria, umana immagine di acqua e di albumina destinata all’anatomia della
tomba e lascia che muoia, le mie labbra sulle tue!
Tremava e barcollava sulle ginocchia
Lei disse: "Sei un tipo galante
che sa fare la corte in maniera approfondita, proprio alla tedesca." Gli
mise sulla testa il cappellino di carta e aggiunse: "Addio mio principe Carnevale. Le predìco che stasera avrà
qualche brutta linea di febbre."
Si avviò verso la porta e con la mano sullo stipite disse: "N’oubliez
pas de me rendre mon crayon" (p. 506-1239)
giovanni ghiselli