domenica 12 maggio 2024

Lucrezio: contro i miti bugiardi della religio.


I tormenti cosiddetti infernali sono qui sulla terra

Tantalo, sovrastato e spaventato da un masso minaccioso: “miser impendes magum timet aere saxum –Tantalus” (De rerum natura, III, 980-981), 

   rappresenta la vana paura degli dèi divum metus inanis 982 che incalza i mortali- urget mortalis- 992-993.

 

 Tizio in amore iacentem- quem volucres lacerant- 993-994 simboleggia  la sofferenza amorosa che è qui e riguarda noi nobis hic est 992.

 

Il tormento di Sisifo è allegoria  dell’ambizione del potere petere imperium quod inanest nec datur umquam - 998  che è vuoto e non viene mai dato-

 

Cfr. Euripide: il  potere- kravto~ non è potenza duvnami~-  

Nelle Baccanti Tiresia dice al giovane re di Tebe:

 “Via Penteo, da' retta a me:

non presumere che il potere abbia potenza sugli uomini (309-310)

 Le Res gestae di Augusto distinguoni auctoritas da potestas : “Post id tempus auctoritate omnibus praestiti, potestatis autem nihilo amplius habui quam ceteri qui mihi quoque in magistratu conlegae fuerunt” 34

 

Le Danaidi intente a riempire un  recipiente senza fondo (1009) significano i desideri disonesti e implacabili dell’insaziabilità umana:le stagioni dell’anno ci portano frutti nec tamen explemur vitai fructibus umquam (1007) .

La conclusione è hic Acherusia fit stultorum denique vita (III, 1023).

Dante è tornato a diffondere questa superstizione dopo 12 secoli e mezzo ma questo non l’ho mai sentito rilevare da alcuno. Dante è molto bravo a scrivere ma è un dogmatico che non accresce loi spirito critico dei suoi lettori.

Il suo maestro Virgilio è ottimo nello scrivere ma è pure il leccapiedi di Ottaviano Augusto come rileva il personaggio Naphta del romanzo La Montagna incantata di T. Mann.

Bologna 12 maggio 2024 ore 16, 17 giovanni ghiselli

p. s.

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