martedì 17 settembre 2024

La morte di Annibale.


Morte di Annibale in Plutarco. Vita di Tito Flaminino.

La morte di Annibale  rese odioso (ejpacqhv~ , 20) Flaminino. Annibale era fuggito da Cartagine (195) e si era rifugiato presso Antioco, ma dopo la battaglia di Magnesia (190) dovette fuggire anche di lì e si recò in Armenia, poi a Creta, e infine, nel 188, si recò in Bitinia alla corte di Prusia.

A Roma lo sapevano ma chiudevano un occhio per la sua debolezza e vecchiaia (ajlla; parorwvntwn aJpavntwn di j ajsqevneian kai; ghh`ra~, 20, 5) , come uno buttato via  dal destino (w{sper ejrrimevnon uJpo; th``~ tuvch~).

Flaminino fu inviato da Prusia quale ambasciatore e si indignò sapendo di Annibale. Prusia lo scongiurò di non costringerlo ad agire contro un uomo supplice e amico, ma Flaminino non cedette. C’era un vecchio oracolo sulla morte di Annibale, che diceva

Libuvssa kruvyei bw`lo~    jAnnibou devma~, una zolla libica coprirà il corpo di Annibale, il quale pensava a Cartagine. Ma c’è in Bitinia una regione marittima e sabbiosa e qui kwvmh ti~ ouj megavlh, Libuvssa kalei`tai (20, 7), un villaggio non grande che si chiama Libyssa. Annibale non si fidava di Prusia e aveva fatto scavare dei cunicoli sotterranei. Cercò di fuggire, ma le guardie del re lo fermarono ed egli decise di darsi la morte. Si fece strozzare da un servo , o, come Temistocle e Mida, bevve del sangue di toro.

 Racconta Plutarco che Annibale  sciolse del veleno in una coppa e bevendola disse: poniamo fine alla preocupazione dei Romani oi{ makro;n hJghvsanto kai; baru; misoumevnou gevronto~ ajnamei`nai qavnaton” (20, 11), hanno considerato lungo e gravoso attendere la morte di un vecchio odiato.

 

Certo è che Tito non riporterà una vittoria invidiabile né degna dei suoi antenati i quali avvisarono Pirro, loro nemico e vincitore di un tentativo di avvelenamento. Lo fece il console Fabrizio nel 278, quando il medico di Pirro si offerse di avvelenare il re (Plutarco, Vita di Pirro, 21).

 

Quando la notizia della morte di Annibale fu portata in senato, Tito sembrò odioso ed eccessivo e crudele non a pochi : “oujk ojlivgoi~ ejpacqh;~ e[doxen kai;  peritto;~ a[gan kai; wjmov~ “( Plutarco, Vita di Flaminino, 21). Infatti aveva eliminato Annibale il quale   come un uccello che per la vecchiaia aveva perso piume e coda w{sper o[rnin uJpo; ghvrw~ ajpth`na-implume- kai; kovlouron- kovlo~ mozzo e oujrav coda , e veniva lasciato vivere al pari di un animale addomesticato. Flaminino per giunta lo aveva fatto  senza aver ricevuto alcuna pressione, ma solo per la propria rinomanza. Viceversa Scipione Africano dopo averlo sconfitto non aveva chiesto ai Cartaginesi di consegnarlo, e prima della battaglia lo aveva trattato cordialmente.

 

Incontro a Efeso di Scipione con Annibale.  

Si erano incontrati poi a Efeso, nel 193 dieci anni prima della morte di entrambi. Annibale 247-183; Scipione 236-183.

 Annibale sosteneva che Alessandro era stato il più grande generale di tutti i tempi, Pirro secondo, terzo lui stesso.

Allora l’Africano hJsuch`/ meidiavsanta (Vita di Flaminino, 21, 4) sorridendo tranquillamente, disse: e se io non ti avessi vinto? In questo caso, rispose Annibale, mi sarei considerato il primo.

La maggior parte delle persone biasimò Tito, ma alcuni lo approvarono pensando che Annibale, finché era vivo, fosse un fuoco to;n   jAnniban e{w~ e[zh pu`r hJgouvmenoi (21, 7) che aveva bisogno di chi lo attizzasse. I Romani avevano sempre temuto la sua abilità, esperienza e il suo rancore e odio contro Roma. Sentimenti che l’età non attenua in quanto la natura rimane radicata nel carattere uJpomevnein th;n fuvsin ejn tw`/ h[qei (21, 9).

 

Plutarco ricorda altri irriducibili nemici dei Romani: Aristonìco che guidò una sommossa popolare dopo la morte di Attalo III (133-130) dicendo di essere figlio di Eumene II, e Mitridate che combatté i Romani dall’88 al 63 e alla fine fu vinto da Pompeo.

 

 I cambiamenti finiscono solo con la vita: miva tou` metabavllein teleuth; kai; tou` ei\nai (21, 13).

Alcuni ( come Valerio Anziate) dicono che Tito venne inviato da Prusia con Scipione l’asiatico proprio per ottenere la morte di Annibale.

 

Vediamo ora la morte di Annibale in Tito Livio (39, 51).

Tito Quinzio Flaminino venne inviato in Bitinia da Prusia, sospetto ai Romani. Tito forse rimproverò Prusia poiché ospitava hominem omnium qui viverent infestissimum populo romano, oppure fu Prusia stesso a tradire Annibale ut gratificaretur praesenti Flaminino Romanisque per compiacere.

 Annibale tentò di fuggire ma venne circondato dai soldati. Livio prima dice dai soldati di Tito, poi da quelli del re. Allora si fece portare del veleno e disse “Liberemus diuturnā curā populum romanum , quando mortem senis expectare longum censent.

Ma non sarà grande né gloriosa la vittoria di Flaminino. Mores quidem populi Romani quantum mutaverint, vel hic dies argumento erit.

I loro antenati avvisarono Pirro, un re presente con un esercito in Italia, ut a veneno caveret, questi mandano un ex console come ambasciatore a Prusia per indurlo a uccidere un ospite a tradimento. Quindi maledì Prusia e si uccise invocando gli dei tutelari dell’ospitalità.

 

Pesaro 17 settembre 2024 ore 20, 20  giovanni ghiselli

p. s.

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