venerdì 22 marzo 2019

A Ilaria Alpi con ammirazione


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Domani presenterò un percorso su Ulisse per il
 Seminario 

“MIGRANTES – Oltre le Colonne, Ulisse per Sempre”, che si terrà a Milano nelCentro Studi Internazionali GEB Partners in via Mayr, 3 (angolo Viale Bianca Maria, 45)

Ne riferisco qui la conclusione con la quale ricordo il ruolo, la parte di Odisseo mendicante che suscita sentimenti e parole di umanesimo, quale amore per l’umanità, in Nausicaa la principessa figlia del re dei Feaci e nel porcaio di Itaca Eumeo.

Dedico questo mio lavoro a Ilaria Alpi, una ragazza eroica, assassinata da criminali ancora oggi coperti e protetti, sicari che l’anno ammazzata con il suo collaboratore Miran poiché volevano scoprire la verità su traffici di armi, veleni e forse anche di schiavi. Ogni volta che vedo le immagini belle e pulite di quella ragazza in televisione non posso fare a meno di ammirarla e di attribuirle quello che scriveva Shelley a John Gisborne nell'ottobre del 1821: "La tua opinione su Antigone è giusta: "Che sublime ritratto di donna! Alcuni fra noi, in una precedente esistenza, si sono innamorati di un'Antigone: ecco perché non troveranno mai completa soddisfazione in un legame mortale!"[1].

Nausicaa nel VI canto dell’Odissea (206-208), vuole aiutare Odisseo giunto naufrago nell’isola di Scheria e dice queste parole alle ancelle in fuga spaventate dall’aspetto malconcio del naufrago : “ajll j o{de ti" duvsthno" ajlwvmeno" ejnqavd j ijkavnei- to;n nu`n crh; komevein: pro;~ ga;r Dio;~ eijsin a[pante~ - xei`noiv te ptwcoiv te, dovsi~ d j ojlivgh te fivlh te”, ma questo è un infelice che errando è giunto fin qua, e dobbiamo curarcene: da Zeus infatti vengono tutti gli stranieri e i poveri, e un dono pur piccolo è caro.
E continua: “ajlla; dovt j, ajmfivpoloi, xeivnw/ brw'sin te povsin te - louvsatev t j ejn potamw'/ , o{q j ejpi; skevpa" e[st j ajnevmoio” (VI, 209-210)
Su allora, date all’ospite ancelle, da mangiare e da bere, e lavatelo nel fiume dove c’è riparo dal vento.

 Parole molto simili (Odissea, XIV, 56-59) dice Eumeo, il guardiano dei porci di Itaca, quando Ulisse gli si presenta travestito da mendicante, irriconoscibile. Il porcaio lo accoglie ospitalmente spiegandogli che non è suo costume maltrattare lo straniero (xei`non ajtimh`sai), nemmeno quando ne arriva uno kakivwn più malconcio di lui: da Zeus infatti vengono tutti gli stranieri e i poveri, e un dono piccolo e
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caro è il nostro. 
Non dissimile è la situazione di Edipo giunto a Colono dopo essere stato cacciato da Tebe cieco, misero e per giunta malfamato. Teseo, il re di Atene, lo aiuta poiché, dice “so bene di essere uomo” (Edipo a Colono, v. 567).
Salvini, Belpietro, Giordano e i loro seguaci dovrebbero leggere i classici, copiarne le parole con mano diurna e notturna, e imprimersele nel cervello e pure nel cuore

Giovanni Ghiselli g.ghiselli@tin.it

Bologna 22 marzo 2019

p. s. Aggiungo gli ultimi dati sul mio blog per significare che non scrivo solo per me, né per pochi. Scrivo e tengo conferenze per educare e contrastare il malcostume derivato da tanta mala educazione. Questa tende alla mediocrità, all’asservimento, all’annientamento della cultura, della pietas, dell’etica, dell’estetica, dello spirito critico. Valori che non sono ancora spariti: le mie critiche sempre motivate e supportate dalle mie letture e anche dalla mia umanità ricevono sempre decine e decine di approvazioni. Pertanto non cederò.

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[1] G Steiner, Le Antigoni , p 14.

2 commenti:

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