domenica 31 marzo 2019

Su'l castello di Verona / batte il sole a mezzogiorno

Verona, sabato 30 marzo 2019
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A proposito delle due adunate di Verona. Io risalgo come sempre ai miei auctores greci. Sentite

Nelle Ecclesiazuse di Aristofane (del 392 a. C.) Prassagora che vuole riformare la costituzione di Atene dice: “koinwnei'n ga;r pavnta" fhvsw crh'nai pavntwn metevconta"- /kajk taujtou' zh'n, kai; mh; to;n me;n ploutei'n , to;n d’ a[qlion ei\nai- mhde; gewrgei'n to;n me;n pollh;n, tw'/ d j ei\nai mhde; tafh'nai” (590-592) dirò che è necessario che tutto sia in comune, che tutti ne partecipino e vivano di questo, e non che uno sia ricco e un altro misero, né che uno abbia tanta terra da coltivare e un altro nemmeno quella da esservi sepolto.
Dunque dovrà esserci il comunismo dei beni e la comunanza di uomini, donne, bambini, di tutti, con l’abolizione della proprietà e della famiglia privata.
Prassagora auspica la riduzione della città a un’unica casa (Eccl. 673-674) “ to; ga;r a[stu- mivan oi[khsin fhmi poihvsein, spezzando tutte le barriere in modo che si possa andare l’uno dall’altro.
I figli considereranno propri padri tutti che sono quelli più avanti negli anni (vv. 636-7).
 Un progetto simile si trova nel V libro della Repubblica di Platone, scritta probabilmente non molto dopo il 390.
Aristofane ha voluto mettere in parodia il comunismo di questa opera platonica, e Aristotele nella Politica critica a sua volta la Repubblica di Platone: “ejkei' ga;r oj Swkravth" fhsi; dei'n koina; ta; tevkna kai; ta;" gunai'ka" ei\nai kai; ta;" kthvsei"”(Politica, 1261a, 8-9), là infatti Socrate dice che devono essere comuni i figli e le mogli e le proprietà.
Andiamo a vedere direttamente quanto ha scritto Platone.
I reggitori riceveranno dalla comunità lo stretto necessario per vivere.
I guardiani non devono avere una oujsiva ijdiva, sostanza propria (Repubblica, 416d) se non strettamente necessaria. Alla loro oi[khsiς kai; tamiei'on, abitazione e dispensa, deve potere accedere chiunque voglia. Abbiano il necessario sostentamento: solo quanto abbisogni ad ajqlhtai; polevmou temperanti e coraggiosi (416 e). Devono vivere in comune, frequentando pasti comuni sussivtia. Oro e argento l’hanno nell’anima e non hanno bisogno di quello umano per il quale sono accadute molte empie cose (polla; kai; ajnovsia), mentre il metallo che hanno nell’anima è puro.
 Per i custodi della città dovrà esserci comunione delle donne e dei figli koinwniva gunaikw'n te kai; paivdwn (Platone, Repubblica, 461e)
Il male peggiore della città è quello che la dilacera diaspa'/ , il bene quello che la lega insieme (sundh'/) e ne fa una sola. La comunione del piacere e del dolore lega insieme hJdonh'ς te kai; luvphς koinwniva sundei', mentre ijdivwsiς la particolarizzazione di tali sentimenti dissolve dialuvei (462 b).
Il mio e il non mio deve essere proferito a una sola voce- tov te ejmovn kai; to; oujk ejmovn. Il piacere e il dolore di ogni singolo devono essere condivisi da tutti come un corpo risente del dolore di un dito. Tale è la città ben governata hJ eu[nomoς. In questa polis i capi si devono chiamare reggitori, salvatori e ausiliari. a[rcontaς, swthravς te kai; ejpikourouς (463b)
Questi capi chiameranno gli uomini del popolo misqodovtaς te kai; trofevaς, stipendiatori e alimentatori.
Nelle altre città invece i reggitori chiamano quelli del popolo douvlouς, servi

Che ne dite?
Baci
gianni

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