domenica 8 marzo 2020

Il virus e i porcospini di Schopenhauer




In Parerga e Paralipomena (II, 396) i porcospini “in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro” Alla fine  trovarono una “moderata distanza reciproca” per non soffrire il  freddo e non pungersi a vicenda.
Così gli uomini provano bisogno di compagnia per il vuoto e la monotonia della loro interiorità.
“Le loro molteplici, repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l’uno lontano dall’altro. La distanza media che essi riescono finalmente a trovare  e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nell cortesia e nelle buone maniere. A colui che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance!- Con essa il bisogno del calore reciproco viene soddisfatto in modo incompleto, in compenso però non si soffre delle spine altrui. Colui però che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società, per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli”.

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