domenica 15 marzo 2020

Un'intervista a Federica Pellegrini

Un segno che questa infezione è anche morale

Sulla pagina sportiva del quotidiano “la Repubblica” di oggi, Idi di marzo del 2020 che non sono ancora passate, leggo un’ intervista rilasciata da Federica Pellegrini che dice: "Salviamo i giochi per sentirci vivi”.
Sentiamo altre parole dalle quali ricavo l’idea che il mivasma, la contaminazione è anche morale
L’intervistatrice, Alessandra Retico, le domanda: "Federica, brutalmente: se la pandemia costringesse ad annullare le Olimpiadi?”
In questa domanda non c’è niente di brutale. Brutali sono le risposte.
La campionessa di nuoto dunque risponde: “Una catastrofe. Non oso spingere il pensiero fino a questo punto”
Non una parola sui malati e i morti che costituiscono la vera catastrofe. Poi, magari in secondo luogo l’economia.
Segue la domanda : “Se fosse costretta?”
Sentite qual è l’unica preoccupazione di questa atleta
“Slittassero di un anno, aspetterei. Ma oltre neanche voglio pensarci. Perché un anno di attesa quando sei una ragazzina è un conto, a quasi trentadue anni può cambiare moltissimo. Però non rinuncerei alla mia ultima Olimpiade”. Etc.
Sembra che questa donna di quasi 32 anni, fortissima fisicamente nemmeno brutta, abbia però un’anima del tutto sprovvista della dimensione etica, della categoria morale. Mentre in Italia stanno morendo a migliaia, e alcuni sanitari perdono la vita per salvare degli sconosciuti, mentre milioni di persone vivono reclusi nel terrore del contagio, costei si preoccupa solo delle proprie medaglie olimpiche. Ottima quale atleta, non certo come persona. Prego che almeno chieda scusa. Spero che le sofferenze, più o meno gravi e lesive, subìte da milioni di persone nel mondo rendano tutti noi meno disumani, anzi più umani, generosi, felici di vivere, di lavorare e di amare. Anche le persone. Non solo il successo
Giovanni Ghiselli

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