La tappa di oggi mi ha ispirato un pensiero di gratitudine nei confronti di questi agonisti: particolarmente Pogačar e Vingegaard che da anni duellano ad armi pari con rispetto reciproco, forza e nobiltà da cavalieri antichi. Quello che mi è venuto in mente oggi è il divario tra questi ciclisti, compresi i meno bravi, tutti comunque capaci di prestazioni che nessun altro è in grado di presentare, e l’inettitudine di tanti personaggi mostrati dalle trasmissioni televisive: uomini e donnne incapaci di parlare e di ogni altra attività squisitamente umana, tranne chiacchierare a vanvera ed esibire il vuoto rovesciato nel nulla.
Il fatto è che questi atleti della bicicletta hanno coltivato e potenziato una dote naturale, il talento ciclistico, attraverso una dura disciplina, una dedizione totale alla cultura della loro straordinaria capacità innata.
Lo stesso impegno totale fino al sacrificio, lo stesso amor proprio, lo stesso rispetto di chi ci osserva o legge o ascolta, è necessario per diventare bravo in ogni disciplina per la quale abbiamo dato prova, fin da bambini, di avere talento.
Da ragazzo ero bravo anche io in bicicletta, avevo talento ciclistico, ma non abbastanza per diventare come il mio idolo che nei primi anni Cinquanta era Fausto Coppi. Quindi, alla fine di quel decennio ho cercato altri modelli: prima Leopardi, poi diversi altri nel campo della letteratura. Ce l’ho messa tutta e qualche risultato soddisfacente, e non solo per me, l’ho ottenuto. Lo dovevo a me stesso.
Chi non ha talento o non vuole affrontare dure fatiche conta su aiuti esterni come raccomandazioni, spinte, menzogne e simili espedienti mistificatori.
Pesaro 15 luglio 2023 ore 18, 38.
giovanni ghiselli
p. s.
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