Oltre questo autore troverete
T. S. Eliot, Tolstoj, Musil, Shakespeare, Plutarco, Petronio, Giovenale, Svetonio poiché tutta la letteratura ha un'esistenza simultanea e compone un
ordine simultaneo. C’è anche un elogio
del liceo classico.
T. Mann I Buddenbrook 1901
Inizia nel 1835 . Antonie-TonyB. figlia di Johann B. e di Betsy Kröger è una
bambina di 8 anni, bionda e carina, di fragile costituzione, con gli occhi
grigio-azzurri. Sarà la vestale e la parca della famiglia.
In questa “ricerca del
borghese” (Lukács) Tony identificherà la borghesia con la vita.
All’inizio del romanzo c’è un’immagine
simbolica: Tony ricorda quando d’inverno scivolava con la slitta insieme ai
fratelli giù per il monte di Gerusalemme. “Una volta preso l’avvio, così
pensava, si aveva la stessa sensazione di quando, nell’inverno,scivolava con la
slitta insieme ai fratelli giù per il “Monte di Gerusalemme”: c’era da restare
storditi e non si poteva fermare neanche volendo” (Parte prima, capitolo I)
Cfr. T. S.Eliot The waste land
I The
burial of the dead (vv. 14-18) . La terra desolata I La sepoltura dei morti.
My cousin’s, he took me out on
a sled,
And I
was frightened. He said, Marie,
Marie,
hold on tight. And down we went.
In
the mountains, there you feel free.
I
read, much of the night, and go south in the winter,
Mio
cugino mi portò in slitta,
e
ne fui spaventata. Egli disse, Marie.
Marie,
tienti forte. E andavamo giù.
Fra
le montagne ci si sente liberi.
Io
leggo gran parte della notte, e d’inverno vado al sud.
Questa discesa simboleggia e
prefigura la decadenza della famiglia. Un indebolimento dovuto al prevalere
della sensibilità sulla volontà.
Il medico dirà a Thomas, il
fratello di Tony prima che muoia: i nervi, senatore, è tutta colpa dei nervi
(p. 423)
All’inizio Johann B. il nonno
di Antonie ha 70 anni e una moglie Antoinette
nata Duchamps che vestiva con semplicità e modestia: “Con l’andare degli
anni i suoi lineamenti erano diventati stranamente simili a quelli del marito.
Soltanto il taglio e il tono scuro e vivace degli occhi rivelavano un po’ la
sua origine semiltina” era nata ad Amburgo ma il nonno discendeva da una
famiglia della Svizzera francese (p. 4)
Il figlio di Johann era il
console Johann e sua moglie era Betsy Kröger
In casa c’era una governante
prussiana Ida Jungmann che si occupava anche dei bambini, Christian, Tony,
Thomas, Clara (nascerà nel 1838) e Klothilde una cugina povera. Il padre, il
console, criticava Tony come oziosa, il
nonno invece la difendeva. Tom e Christia tornarono da scuola
II capitolo p. 8
I due ragazzi: “Thomas è una
testa seria e quadrata; diventerà un commerciante; Christian era un bizzarro
stravagante, pagina 8
Capitolo III
Il console Johann (Jean) ha
un problema di interessi con il fratellastro Gotthold figlio del vecchio Johann
e della prima moglie Josephine. Gotthold rivendica 11 mila talleri del capitale
sociale.
Capitolo 4 I Buddenbrook si
erano trasferiti in un palazzo costruito nel 1682 . L’avevano comprato da una
famiglia impoverita e decaduta.
Il capo famiglia era come
paralizzato e si lasciava derubare da un socio perché si compisse il destino
dice il console Johann-Jean. Era premuto da una necessità inesorabile p. 13
Antoinette la nonna, racconta
di un sergente di Napoleone che stava rubandole le posate d’argento ma viene
fermato dal pastore il quale gli dice che non è onore quello che fa e, del
resto, madame è quasi francese pagine 14-15
Capitolo V
Arrivano piatti luculliani un
enorme prosciutto rosso mattone affumicato e bollito con una salsa di scalogno
bruna e acidula e con tanta verdura, p. 16
Hoffstede mise in bocca un
po’ di prosciutto patate e broccoli accuratamente combinati sulla forchetta.
Cfr. Musil sul formalismo della borghesia
" Una
casta dominante rimane sempre un poco barbarica (…) Erano invitati insieme
in residenze campestri, e Ulrich notò che vi si vedeva sovente mangiare la
frutta con le mani, senza sbucciarla, mentre nelle case dell'alta borghesia il
cerimoniale con coltello e forchetta era rigidamente osservato; la stessa
osservazione si poteva fare a proposito della conversazione che quasi soltanto
nelle case borghesi era signorile e distinta, mentre negli ambienti
aristocratici prevalevano i discorsi disinvolti, senza pretese, alla maniera
dei cocchieri. Le dimore borghesi erano più igieniche e razionali. Nei castelli patrizi d'inverno si gelava;
le scale logore e strette non erano
una rarità, e accanto a sontuose sale di ricevimento si trovavano camere da
letto basse e ammuffite. Non esistevano montavivande né bagni per la servitù. Ma, a guardar bene, c'era proprio in questo
un senso più eroico, il senso della tradizione e di una magnifica negligenza!
(L'uomo senza qualità , p.269).
Discutono su Napoleone: il
console lo considera un mostro.
Anche Tolstoj: "un
uomo senza convinzioni, senza consuetudini, senza tradizioni, senza nome, e che
non è neppure francese". I suoi successi erano predestinati perché potesse compiersi "il movimento di
carattere militare dei popoli europei da oriente a occidente"[1]. Poi doveva esserci il movimento
inverso, allora "improvvisamente, al posto di quei casi e di quella genialità , che in modo così progressivo
lo hanno guidato finora, con una serie ininterrotta di successi, verso lo scopo
prestabilito, si profilano una quantità incalcolabile di casi contrari, dal
raffreddore di Borodino al gelo e alla scintilla che incendia Mosca; e invece
della genialità , appaiono una
stupidità e una viltà senza ragioni"[2].
Al console invece piaceva
Luigi Filippo- Filippo Egalité- e i suoi ideali pratici. Fu re dal 1830 al 1848
Ma il vecchio Buddenbrook ,
il padre settantenne del console non
apprezza gli ideali pratici.
Liceo classico e altre scuole
Sentite queste parole
“ Ideali pratici… No, non è
roba che fa per me. Adesso spuntano gli istituti professionali e le scuole
commerciali, mentre il ginnasio e l’istruzione classica diventano
improvvisamente sciocchezze e non si pensa ad altro che a miniere…a industrie…
e a far quattrini…Bene, bravi! Tutte belle cose. Ma a lungo andare diventano un
po’ stupide…no? Non so perché io senta queste cose come un affronto” p. 17
Non sono mie queste frasi
bensì del vecchio Johann Buddenbrook nel quinto capitolo della prima parte di
questa “ricerca del borghese” che è il romanzo di Thomas Mann.
I Buddenbrook
è del 1901 ma la parte iniziale è situata nel 1835.
Condivido quanto dice il
patriarca settantenne, a parte che non credo agli “ideali pratici” attribuiti
agli “istituti professionali” e alle “scuole commerciali”.
Quando ero ragazzo queste
erano scuole per studenti che non potevano permettersi il liceo classico per
ragioni mentali, caratteriali o- del tutto ingiustamente- socio economiche.
La celebrazione che si fa ora
di certe scuole dipende dal fatto che non insegnano lo spirito critico
acquisibile con lo studio della storia, della letteratura e della filosofia.
Il liceo classico viene sconsigliato proprio
per favorire l’assenza di giudizio critico, detto con una tautologia.
Ma l’educazione, la capacità
di parlare bene e lo stile di un ragazzo che frequenta un classico tuttora
serio e nobilmente antico, si distingue. Quella impartita da un buon liceo
classico è l’educazione della gente
distinta.
La paideia classica dovrebbe venire estesa e resa
gratuita per tutti quelli che sono volonterosi e capaci di assimilarla.
Se non avessi studiato i
classici, i latini fin dalle scuole medie, poi anche i greci e altri autori
europei fino a oggi, sarei rimasto indifeso rispetto alle mode, alle
propagande, alle menzogne e probabilmente sarei stato reso più pazzo di Aiace,
quindi la vergogna e il dolore mi avrebbero annientato. Continuo a celebrare i
classici perché sono certo che un aiuto può venire da loro. Neanche le più belle e fini tra le mie donne avrei incontrato
e conosciuto meravigliosamente senza l’ausilio dei miei auctores.
Questi alleviano diversi pesi
, compreso quello degli anni
Ovidio consiglia di imparare bene il latino e il greco, per
potenziare lo spirito e controbilanciare l'inevitabile decadimento fisico della
vecchiaia:"Iam molire animum qui duret, et adstrue formae:/solus ad
extremos permanet ille rogos./Nec levis ingenuas pectus coluisse per artes/cura
sit et linguas edidicisse duas" (Ars amatoria , II, vv.
119-122), oramai prepara il tuo spirito a durare, e aggiungilo all'aspetto:
solo quello rimane sino al rogo finale. E non sia leggero l'impegno di
coltivare la mente attraverso le arti liberali, e di imparare bene le due
lingue. Il latino e il greco ovviamente. Senza con questo disprezzare altre
lingue. Vi saluto con gratitudine
Torniamo alla cena sontuosa
dei Buddenbrook, alla festa della inaugurazione della casa nuova, un palazzo.
Siamo nell’ottobre del 1835 C’è una cugina povera magra e silenziosa che si
ingozza: mangiava con l’avidità istintiva della parente povera alla mensa
gratuita del ricco e sorridendo impassibilmente si empiva il piatto di cose
buone, paziente e tenace, affamata e magra” 18
Quando le chiedevano se
volesse altro cibo rispondeva sì preego! Stirando le vocali.
Hoffstede il poeta cittadino
lesse dei versi celebrativi sull’ l’evento e sulla famiglia menzionando la
bella Anadiomene- hJ Afrodivth ajnaduomevnh- Venere che sorge dalle acque e si strizza i
capelli-quella di Tiziano è del 1520. L’originale di Apelle (352-308) è
ovviamente perduto. Apelle fu il poeta ufficiale della corte Macedone di
Filippo II.
Il ritratto di Alessandro
impugnante una folgore fu giudicato alla pari con Alessandro con la
lancia dello scultore Lisippo che scolpì anche l’atleta di Fano
Nominando la bella Anadiomene
il poeta rivolse un garbato inchino a Betsy Kröger, la moglie del console 20
Le grandi abbuffate
Un capitolo dei Buddenbrook (I, 7) di T. Mann. Giovenale
e il Satyricon.
La facoltosa borghesia
mercantile dell’Ottocento e i liberti di età imperiale
Christian
Buddenbrook si sente male dopo le
“squisitezze” eccessive che ha mangiato. “Il piccolo Christian mandava lamenti
da straziare il cuore”.
Il dottor Grabow gli sente il
polso e rassicura la madre: “una piccola indigestione” da curare con un
sonnifero, una camomilla e un cibo leggero. “Un pochino di piccione…un po’ di
pane bianco”.
Il bambino non vuole nemmeno
sentir parlare di cibo.
Ma il dottore voleva dire ai genitori che il
loro rito della tavola santa e ricolma di ogni ben di Dio non sarebbe cambiato:
il piccolo Christian “Come suo padre, parenti e conoscenti , avrebbe passato i
giorni seduto, mangiando quattro volte al giorno cibi così scelti e pesanti”.
Il dottore non era l’uomo capace di capovolgere le consuetudini di tutte quelle
brave famiglie di commercianti, amanti del benessere e delle comodità”.
Notare la contraddizione,
rispetto a quel benessere, del bambino che sta male e soffre.
Ma il dottore non suggeriva
mai diete rigorose.
Non erano mancate tra i suoi
pazienti indigestioni seguite da colpi apoplettici. Però Grabow “non era l’uomo capace di disprezzare il
tacchino farcito. Quel prosciutto, per esempio, con la salsa di scalogno, era
stato, corpo d’un cane, una vera squisitezza, e poi, quando già incominciava a
mancare il fiato, ecco il budino di amaretti, di lamponi e di crema…proprio
così”.
Commento
Ricordo che una volta vidi un
ghiottone che si abbuffava di lasagne e non uscì con le sue gambe. Vennero a prenderlo
degli infermieri e lo portarono via disteso, poi lo caricarono sull’ambulanza.
Mi vengono in mente questi
versi di Giovenale:
“quanta est gula quae sibi totos
ponit apros, animal propter convivia natum!
poena tamen praesens cum tu deponis amictus
turgidus et crudum pavonem in balnea portas
hinc subitae mortes atque intestata senectus (Satira I, 140-144),
quanto grande è la gola che imbandisce per sé cinghiali interi, animale nato
per i conviti? La punizione però è
pronta, quando tu ti togli le vesti gonfio di cibo e porti nel bagno il pavone non digerito. Di qui morti
improvvise e la vecchiaia senza testamento. Il funerale che segue riceve
applausi falsi dai clenti adirati.
Nell’Antonio e Cleopatra di Shakespeare, Enobarbo,
l’amico di Antonio che in seguito lo tradirà, racconta a Mecenate che loro in Egitto dormivano di giorno e della
notte facevano giorno bevendo and made the night light drinking (II, 2,
183)
Mecenate domanda se è vero che per colazione arrostivano otto cinghiali
interi eight wild –boars roasted whole at
a breakfast per 12 commensali.
Enobarbo risponde che questa era solo a fly by an eagle: we had much more monstrous matter of feast which
worhly deserved noting (II, 2, 184-187) una mosca di fronte a
un’aquila: noi avemmo festini molto più mostruosi che meritavano davvero di
essere notati.
Sentiamo Plutarco.
Antonio e Cleopatra avevano costituito un’associazione detta degli
inimitabili, quelli dalla vita inimitabile-suvnodo" jAmimhtobivwn legomevnh (Plutarco, Vita di
Antonio, 28, 2) e ogni giorno si
invitavano a pranzo a vicenda facendo
spese incredibili e smisurate.
Il medico Filota di Anfissa raccontò a Lampria, il nonno di Plutarco,
che aveva visto arrostire dai cuochi della reggia su`" ajgrivou"
ojptwmevnou" ojktwv, otto cinghiali,
e preparare numerose altre vivande. Allora aveva esclamato che si meravigliava del gran numero degli
invitati. Ma il cuoco si mise a ridere e disse che i commensali oiJ depnou`nte" non erano molti ajlla; peri; dwvdeka circa dodici ( Plutarco, Vita di Antonio,
28, 4-6)
In questa cena dei Buddenbrook “il signor Köppen sentì il bisogno di
slacciarsi due bottoni del panciotto; ma purtroppo non era possibile farlo
perché nemmeno i signori anziani si permettevano una tale libertà”.
I liberti di Petronio erano
più disinvolti.
Trimalchione dà un saggio della educazione di questa nuova borghesia
libertina ricca, sfacciata e prepotente, lamentando i propri disturbi
intestinali e dando licenza a tutti di non badare troppo all'etichetta con il
trattenere le flatulenze:"alioquin circa stomachum mihi sonat, putes
taurum. itaque si quis vestrum voluerit sua re causa facere, non est quod illum
pudeatur. nemo nostrum solide natus est. ego nullum puto tam magnum esse
tormentum quam continere. nemo nostrum solide natus est " (Satyricon 47), del resto intorno allo
stomaco ho dei rumori, un toro, fate conto. Se qualcuno di voi volesse fare i
suoi comodi, non ha di che vergognarsi. Nessuno di noi è nato senza fessure. Io
penso che non ci sia tormento tanto grande quanto trattenersi.
Ho riferito
queste frasi sgradevoli poiché trovano una corrispondenza nella Vita
di Claudio di Svetonio:"Dicitur etiam meditatus edictum, quo veniam
daret flatum crepitumque ventris in convivio emittendi, cum periclitatum
quendam prae pudore ex continentia repperisset " (32), si dice pure
che avesse preparato un editto con il quale concedeva licenza di emettere
flatulenze e crepiti di ventre durante la cena, avendo saputo che un tale aveva
corso pericolo in seguito al fatto di essersi trattenuto per la vergogna.
Bologna 10 luglio 2023 ore
11, 39
Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica
Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica
LE NUOVE DATE! Protagonisti della Storia Antica | Biblioteche Bologna - Tutte le date link per partecipare da casa: meet.google.com/yj...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento