sabato 28 settembre 2019

Fabio Fazio e il mercato: la religione di Moloch



Nel settimanale “il venerdì” del quotidiano “la Repubblica” del 27 settembre 2019 Fabio Fazio fa la vittima. Gli sembra di non ricevere gratificazioni adeguate ai suoi meriti. Sentiamolo: “La Rai e tutto quello che è pubblico deve decidere se stare o no sul mercato: io sono neutrale sull’argomento , ma se sei sul mercato non puoi pretendere che i manager migliori, per non dire gli artisti, lavorino da te piuttosto che nelle aziende private dove si guadagna molto di più”.
 Il signore si dichiara “neutrale”, dunque, cioè imparziale. Io invece, come Nanni Moretti nei confronti degli aguzzini cileni, non sono imparziale né voglio stare sul  mercato, questa orrenda divinità adorata come un Moloch, una dio crudele che schiavizza tanti lavoratori, ne fa morire altri e riempie di denaro e potere i sacerdoti dei suoi  riti che arrivano fino  ai sacrifici umani tipo quelli descritti da Flaubert e attribuiti alla Cartagine di Annibale bambino salvato dal padre

“Le braccia di bronzo si muovevano più veloci. Non si fermavano più. Ogni volta che vi posavano un bambino , i sacerdoti di Moloch stendevano su di lui una mano per gravarlo delle colpe del popolo, gridando: “Non sono esseri umani , ma buoi!” e la folla intorno ripeteva : “Buoi! Buoi!” I devoti gridavano: “Signore! Mangia!”(…) Le vittime scomparivano di colpo appena sull’orlo dell’apertura come una goccia d’acqua su una piastra rovente, e una fumata bianca saliva nella gran luce scarlatta” ( Salambò, p. 235).

  Sentiamolo ancora questo rappresentante dei “manager migliori” : “E fa effetto che nessuno sia andato a vedere quanto guadagnano gli artisti nelle altre televisioni, o quanto vale Che tempo che fa in termini pubblicitari”.
Allora: Fazio per prima cosa non c’entra niente con nulla di artistico a parer mio. Artista è chi crea bellezza, chi infonde energia estetica e morale. Fazio insegna solo il conformismo e il servilismo verso i potenti, i ricchi, i famosi. In questa intervista afferma, senza vergognarsene, che le sperequazioni anche enormi sono giuste.
Seconda cosa: molti artisti veri, come Leopardi, per esempio, non hanno tratto denaro dalla bellezza che hanno creato e dalle verità che hanno svelato. Anzi spesso sono stati oscurati dal potere  e dalle mode che criticavano: “ ben ch’io sappia che obblio-preme chi troppo all’età propria increbbe” scrive lo stesso Recanatese (La ginestra, 68-69).
E anche: :" In Omero, tutto (per così dire) è vago e leggiadramente indefinito, siccome nella poesia, così nella persona; di cui la patria, la vita, ogni cosa, è come un arcano impenetrabile agli uomini. Solo, in tanta incertezza e ignoranza, si ha da una costantissima tradizione, che Omero fu povero e infelice" (Il Parini ovvero della gloria ).   Eppure "Tutto si è perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia" (  Zibaldone, 58).
 Terza cosa: la pubblicità è deleteria: spinge a comprare cose spesso inutili e pure dannose, invoglia al consumismo sfrenato che è una causa dell’avvelenamento del nostro pianeta. Perciò chi incentiva la pubblicità va punito, non premiato. Concludo rivolgendomi anche ai di ragazzi che hanno manifestato ieri: non guardate i programmi di Fazio perché non fanno bene alla vostra salute mentale e contribuiscono ad accrescere l’ignoranza e l’indifferenza verso i problemi reali, i tanti ostacoli (problemata appunto) che dovrete scavalcare nella vita.


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