domenica 21 giugno 2020

Ancora su Alex Zanardi. Il giorno dopo l'incidente

Sono spinto a scrivere ancora dalla simpatia per l’uomo Zanardi, per la sua umanità, e dalla condivisione suscitata dal precedente pezzo in 69 lettori e 19 commenti.

Nel quotidiano “la Repubblica” di oggi 21 giugno, il giorno del sole più alto, della luce più lunga e delle ombre più corte, cui seguirà presto la vicenda contraria in questo turbinoso girotondo delle stagioni, oggi dunque dì del solstizio estivo, leggo un articolo di Michele Serra che, semplificato al massimo, contrappone la commozione per la sventura di Alex al cinismo solitamente diffuso con l’indifferenza.
Cito alcune parole chiave: “E’ come se una routine depressa, e abbastanza cinica, trovasse momenti di vigoroso e necessario rimedio, nei quali i buoni sentimenti, e addirittura l’incredibile sentimento della concordia, possono finalmente sboccare (sic! sarà da leggere sbocciare immagino) con naturalezza”
Il pezzo è più articolato ma la parte cui voglio replicare è questa.
I buoni sentimenti quando non costano niente e non impegnano punto, non valgono nulla. La concordia è solo apparente.

Il titolo è “Se Alex tira fuori il meglio di noi” (pagina 1, poi pagina 36)
Ribatto che Zanardi ha fatto quello che fa un bravo maestro: ha tirato fuori il meglio dai migliori e il peggio dai peggiori.
I migliori sono quanti hanno deplorato la malasorte di questo sventurato agonista dopo avere sempre compianto le numerosissime  vittime di altri incidenti stradali causati dalle automobili, avere deprecato le guerre, l’abbandono dei naufraghi in alto mare e insomma tutte le sofferenze umane causate dall’indifferenza o dagli ordigni degli uomini.
Chi invece compiange Alex e ignora o addirittura approva le violenze continuamente perpetrate su uomini e donne qualunque, umani che non fanno notizia, ridotti a numeri privi di significato e difesa, è un seguace del sistema pubblicitario che segue quanto usualmente si dice e si fa.
Secondo me costoro devono rimanere in rispettoso silenzio davanti a questa sofferenza dato che ne hanno trascurate o addirittura elogiate innumerevoli altre. Non sento alcuna concordia con chi, per esempio, approva e incoraggia coloro che sparano sulle spalle di chi fugge, o spara in testa a chi lo prega in ginocchio di perdonarlo, e non credo che Alex, un uomo che ha amato e ama la vita, possa gradire la loro partecipazione alle sue sofferenze. Con quelli come lui sento concordia.

giovanni ghiselli

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