lunedì 22 giugno 2020

Consigli per l'esame di maturità. Parte 17. L'economia

Lucas Cranach il Vecchio, L'età dell'oro 
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Dalla metodologia
Un tovpo" può avere due o più aspetti. La mutatio locorum. La religione. L’economia.
L’ossimoro “guerra santa”. Euripide (Ifigenia in Aulide). La guerra fatta di propaganda: Alessandro Magno e Dario III in Curzio Rufo. Il console Claudio Nerone prima del Metauro.
La propaganda contro la guerra: Omero, Eschilo, Visconti (film Senso), E. Fromm (Anatomia della distruttività umana), Sofocle, Empedocle, Aristofane (Acarnesi e Pace), Euripide (Troiane, Elena, Oreste), Christa Wolf, Virgilio, Orazio, Tibullo, Curzio Rufo.
L’età dell’oroEsiodo, Virgilio (Eneide e Georgica I con il veternus) Ovidio (MetamorfosiArs amatoria e Medicamina faciei ) Lucrezio, Orazio (Epodi VII e XVI e Carmen saeculare) Leopardi: Storia del genere umano.

Un topos può essere interpretato in modi diversi, magari dal medesimo autore: abbiamo già accennato ai due diversi imperialismi di Tacito; un esempio più netto è quello della mutatio locorum che secondo Orazio[1] e Seneca[2] è inutile, mentre per Ovidio[3] e per Properzio[4] è uno dei Remedia amoris.

Un tovpo" ambivalente riguarda la religione che può essere interpretata come strumento di regno (Crizia, Polibio, Curzio Rufo, Machiavelli)[5], ovvero come causa di crimini (Lucrezio), oppure come salvezza dell’umanità (Sofocle, Dante).
Con una bella sintesi T. Mann definisce la religione:" il senso e il gusto dell'infinito"[6].

L’economia
L’economia, da alcuni autori e personaggi della letteratura, è considerata l’antitesi della religione, o perfino dell’umanesimo inteso come amore per l’uomo : " E poi viviamo in un’epoca economica: l’economia è il carattere storico del nostro tempo (…) Nell’economia si vede sempre più la mancanza dell'infinito"[7].
“Voi Italiani avete inventato i cambi e le banche, che Dio ve la perdoni, ma gli Inglesi inventarono la dottrina economica, cosa che il genio dell’uomo non potrà mai perdonare (…) I Padri della Chiesa hanno condannato le parole “mio” e “tuo”, hanno dichiarato usurpazione e ladrocinio la proprietà privata ( …) Essi erano sufficientemente umani, sufficientemente antiaffaristici da chiamare l’attività economica un pericolo per la salvezza dell’anima. Odiarono il denaro e il traffico del denaro, chiamando la ricchezza capitalista tizzone d’inferno (…) essi chiamarono usura ogni speculazione e dichiararono ogni ricco: ladro o erede di un ladro. Oh, arrivarono molto in là. Come Tommaso d’Aquino, videro nel commercio in generale, nel puro traffico commerciale, nel comprare e vendere, insomma nel trarre vantaggio da una circostanza che non implica la lavorazione e il miglioramento del patrimonio trafficato, un atto riprovevole”[8].

“Per quanto parli di economia, il nostro tempo è un dissipatore: sperpera la cosa più preziosa, lo spirito”[9].

Leopardi in Il pensiero dominante condanna l’ossessione dell’utile da parte della sua età "superba,/ che di vote speranze si nutrica,/vaga di ciance, e di virtù nemica;/stolta, che l'util chiede,/e inutile la vita/quindi più sempre divenir non vede"(vv. 59 - 64).
Ancora più duramente si esprime nei confronti del lucro il poeta di Recanati nella Palinodia al Marchese Gino Capponi :" anzi coverte/fien di stragi l'Europa e l'altra riva/dell'atlantico mar...sempre che spinga/contrarie in campo le fraterne schiere/di pepe o di cannella o d'altro aroma/fatale cagione, o di melate canne,/o cagion qual si sia ch'ad auro torni"(vv. 61 - 67).




[1] Epistulae, 1, 11, 27 - 28.
[2] Ep., 69, 1.
[3] Remedia amoris, 224 - 225.
[4] Elegie, III, 21, 9 - 10.
[5] Per questo argomento cfr. il mio Mu'qo" kai; lovgo" Loffredo, Napoli, 200, pp.543 - 547.
[6] Doctor Faustus, (1947) p. 119.
[7] T. Mann, Doctor Faustus, p. 163 e p. 164.
[8] T. Mann, La montagna incantata, II, p. 41 e p. 67. E’ Naphta che parla.
[9] Nietzsche, Aurora, p. 130.

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