sabato 27 giugno 2020

Critica della critica non critica. Michele Serra finge di criticare Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Seconda redazione del pezzo su Serra - Sgarbi

Dopo avere scritto sul personaggio Enea visto positivamente da Virgilio e smascherato da Ovidio, voglio aggiungere alcune parole su due personaggi viventi. 
Nella sua rubrica L’amaca (”la Repubblica, 26 giugno 2020, p. 28), sotto il titolo “Una vittima dell’epoca”, Michele Serra presenta Vittorio Sgarbi come “un mostro costruito dal cinismo (ben più mostruoso di lui) dei nostri anni. La sua maleducazione patologica, il suo imbarazzante narcisismo, la sua aggressività insopportabile, sono stati protetti e nutriti, per decenni, da conduttori e autori televisivi entusiasti di proporre allo spettabile pubblico (…) l’Uomo che strilla. (…). Sgarbi è solo vittima dei loro applausi. Così un ragazzo intelligente e colto è diventato un fenomeno da baraccone, e addirittura un vice - leader politico, solamente perché la nostra epoca, della cultura e dell’intelligenza, non sa che farsene”.
La cultura vera è anche educazione che si manifesta in uno stile assai dissimile da quello di Sgarbi visibile nelle televisioni. L’intelligenza è capacità di vedere i nessi, di mettere insieme (cfr. sunivhmi, suvnesi"nozioni e dati di fatto, è logos ingentilito e impreziosito da una sensibilità raffinata.
Presentare come una vittima Sgarbi, che è andato a strillare in modo triviale, lanciando insulti dovunque lo mettessero in evidenza e lo pagassero, non può essere un’ingenuità poiché Serra ingenuo non è.
Sta solo cercando di non inimicarsi il personaggio assai noto: fingendo di criticarlo, lo elogia. Quelli inseriti nella casta dei pagati bene non si mordono mai tra loro. Lo fanno le vere vittime. I penultimi che aggrediscono gli ultimi. Mettere Sgarbi tra le vittime è un’idiozia o piuttosto la malafede di un giornalista astutus et callidus, una consumata volpe.
Domando: Sgarbi da queste scenate non ha avuto alcun profitto, almeno in termini di incasso di miseri quattrini del resto molto importanti per lui, e non è il caso di attribuirgli una totale complicità con chi ne ha fatto un Ercole da fiera?
No: secondo Serra è tutta colpa della nostra epoca la quale “se ne frega dell’umiltà, della mitezza, della gentilezza, considerati (io avrei scritto considerate) segni di debolezza”.

La mitezza e la forza saranno le caratteristiche degli uomini dell’avvenire (Jövendő férfiak) secondo József Attila, il massimo poeta ungherese del Novecento. “E strapperanno la maschera di ferro/perché sul volto l’anima si veda (hogy az arcán, meglássák a lelkét).

Serra conclude compiangendo il desolato fanciullino Sgarbi che è diventato un energumeno siccome nessuno gli ha voluto bene: “Ignorare la forza d’animo e premiare gli energumeni, deridere chi parla a bassa voce ed esaltare i prepotenti, è in questa bolla nefasta che Sgarbi ha potuto diventare Sgarbi, senza che nessuno lo aiutasse, e gli volesse bene quel tanto che bastava per dirgli: smettila, ti rendi ridicolo, meriti di meglio”.
Invero ognuno diventa quello che è, siccome al destino - carattere nessuno può sfuggire.
Ora che Serra gli ha fatto capire che gli vuole bene però, magari Sgarbi seguirà i suoi consigli e troverà lo stile che gli si addice davvero liberandosi infine da quello che la volgarità dell’epoca gli ha imposto.
Con questo pezzo ho voluto togliere una maschera se pure non di ferro ma di compensato (o ri - compensato?) e affermare che ogni persona adulta è responsabile di quanto fa e quanto dice. Altrimenti si torna a giustificare qualunque crimine con la solita solfa dell’infanzia infelice. L’abbiamo avuta più o meno tutti
Saluti
Bologna 27 giugno 2020 ore 10, 36. giovanni ghiselli

p. s.aggiungo i commenti arrivati fino a questo momento su facebook. Ringrazio quanti li hanno scritti invogliandomi a migliorare il pezzo.
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Commenti
Giovanna Lo Verde Come sempre: grazie!
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·Maria Monica Gentili A me spiace che una persona di cultura si abbrutisca nella volgarità. Io l'ho ascoltato in teatro su Caravaggio, ne ho letto i testi e quando lo vedo degenerare nel lessico o negli insulti gratuiti sempre e mai costruttivi ci vedo come una personalità bipolare e ci sento come una malattia dell'uomo, una caduta della ragione. Per e di tutti
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Daniela Gottarelli Analisi perfetta. Complimenti caro amico.
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Gigi Rigano Analisi squallida come quella di Serra!
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Francesco Balestrucci ... analisi che condivido , grazie Gianni e sento il bisogno di aggiungere "povera Patria"
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Giannetta Mannu Condivido tutto.

Gianni Ghiselli Grazie gianni

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