lunedì 8 giugno 2020

Cretinismo e ignoranza

L’illustrissimo Capezzone continua a tuonare contro le biciclette il cui uso si va estendendo in favore della salute della terra, del cielo e del mare.
E di noi umani.
Ho già scritto diverse volte che ogni anno compio più di duemila chilometri di corsa a piedi, e ventimila in bicicletta uno più uno meno. Con l’automobile non arrivo a 2000, e me ne vanto. La mia forma fisica e la mia salute rispecchiano queste abitudini virtuose.
 Ma l’egregio Capezzone non è contento del fatto che di tale virtù, se si diffonde troppo, possano risentire gli interessi di chi vuole vendere le automobili.
Chi è ostile alle bici è nemico della vita, nostra e del pianeta.

Mi viene in mente un caso di ignoranza, ancora più cretina e deleteria.
Il 10 giugno del 1940, quando il sole, come oggi del resto, non accostava ancora il suo giro alto e lungo alle basse, ombrose e tristi vie delle sere di agosto, disse: “Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria”.
Chiunque conosca la lingua italiana e la consistenza dell’aria sa che non è possibile sbatacchiare il cielo il quale oltretutto non conosce le diverse patrie, né può avere simpatia per la guerra, io credo, come per le automobili che lo inquinano e lo attoscano uccidendo anche loro tante persone.
Il destino tragico dell’Italia intera invero batteva su quella grossa testa calva  dei colpi che si sono rivelati mortali e hanno ucciso non solo chi ha proferito quella nefandissima dichiarazione di morte, ma centinaia di  migliaia di giovani “della nostra patria” e di altre, insanguinando gran parte del mondo e offendendo la terra madre e nutrice di ogni forma di vita.
Io non toglierei la vita né la parola a nessuno. Nemmeno a gente siffatta. Faccio comunque quello che posso per screditarli agli occhi e alle menti di chi mi legge.
Saluti e baci.  Siete arrivati a 979608
Bologna 8 giugno 2020 ore 13, 58 
giovanni ghiselli

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