martedì 26 dicembre 2023

Ifigenia CI. Pesaro 1. Le mille trappole e le Mille Miglia

A. Feuerbach, Iphigenie (1862)
La sera del 23 giugno andai a Pesaro con l’amico ex seminarista.

Volevo preparare il terreno al debutto della ragazza che amavo nella casa delle mie consanguinee e benefattrici: Ifigenia sarebbe arrivata il  dì successivo, giorno, divo Giovanni, tuo, l’onesto Giovanni a me piacente e specialmente venerato dalle consanguinee quale santo mio protettore.  Avrei presentato Ifigenia come collega e amica. La compresenza di Libero, noto per essere pio e aspirare a una compagna santa come Maria Goretti da Corinaldo, avrebbe ammorbidito la durezza dell’urto tra la mia giovane amante e le tre zie, anziane ma ancora strenua mente pugnaci. Combattevano contro le mie amanti.
La mattina di buonora ero andato sulla riva del mare trepidando nell’attesa del rischioso ingresso della nuova amica nel covo dove ero stao allevato da donne quali leonesse bipedi o tigre arcane. La nonna era morta da poco. La mamma era fuori Pesaro. In casa vivevano le due sorelle maggiori, Rina e Gulia, mentre una terza zia, Giorgia, abitava in una casa poco distante.
Questa era meno agguerrita, ma anche lei, qualora non le fosse piaciuta la nuova arrivata e l’avesse considerata un’intrusa, un’avventuriera profittatrice, quanto meno non mi avrebbe lasciato la casa, il cui affitto mi consente di sopravvivere senza tribolare umiliandomi con il cappello in mano.
Ero uscito piuttosto presto perché sapevo che Ifigenia avrebbe telefonato, la Rina avrebbe risposto e sarebbe corsa spavalda sulla spiaggia a portami la notizia. Volevo studiarne la prima reazione per decidere quale comportamento avrei dovuto assumere. Fin da bambino dovevo stare attento a tutto perché la mia vita, la mia stessa sopravvivenza dipendeva in gran parte da loro.
Sapevo già che le due zie più anziane non avrebbero mai permesso che facessi l’amore in casa loro. Avrei chiesto alla Giorgia di ospitare Ifigenia in casa sua. Probabilmente la bella ragazza non le sarebbe spiaciuta quale mia compagna.
“Vado al mare  -dissi a Rina - Se mi cerca qualcuno, chiunque sia, indirizzalo al nostro bagnino”.  Sapevo che sentita una voce di donna che mi cercava, sarebbe corsa ad annunciarmi l’arrivo della postulante sospetta per sentire che cosa ne dicevo e osservare le mie reazioni da cui inferire un primo giudizio. Pensavo che sarebbe stato malevolo e dovevo mettermi al riparo difendendo anche Ifigenia. Se andava come temevo, l’offensiva denigratoria sarebbe stata spietata. Che era brutta non avrebbero potuto dirlo. La Rina si limitò a “bella sì ma poco espressiva”. Prevedevo piuttosto un attacco manu militari sul piano morale e su quello socio economico. “Se vuoi fare un dispetto a Cristo, metti un povero con un ricco” dicevano. Io ero povero e nemmeno loro erano ricche ma avevano qualche possedimento e io non dovevo impegolarmi con una donna al di sotto della nostra stirpe quanto a proprietà.
Verso le 11 la zia arrivò trafelata dal bagnino Alfredo dicendomi che aveva telefonato una tale chiedendo di me. Le aveva dato tutte le indicazioni necessarie per raggiungemi.
Le domandai chi fosse dissimulando di saperlo benissimo.
“Non lo so - rispose - non me l’ha detto”
Credo che mentisse. Il campo pesarese dove mi aggiravo furtivo con le amanti era sempre stato pieno di mine.
“Sarà mia sorella o  la cugina di Città di Castello, o una collega” aggiunsi per fuorviarla. Ma Rina era una consumata volpe. Voleva sapere se mi stava raggiungendo un’amante per prepararsi a farle la guerra.
Quindi la zia sedette sotto l’ombrellone con l’intento di vederla arrivare.
La primogenita della nonna mi ha aiutato molto nella vita in tanti versi, soprattutto mi ha incoraggiato nel lavoro e mi ha fornito di mezzi materiali, dato che lo stipendio meno che modesto mi avrebbe costretto a dare ripetizioni e a non studiare. Ecco perché tanti professori non studiano e  sanno solo ripetere i manuali.
Sicché sono grato alla zia che sosteneva la mia identità di studioso e di bravo professore però dovevo sventare le trappole di cui riempiva il mio terreno amoroso. Dunque la ringraziai e mi scusai dicendo che andavo incontro all’ignota sopravvenuta senza preavviso e senza dare il suo nome. Probabilmente una poco di buono
“Allora stai attento - fece - perché tu sei poco furbo mentre le donne lo sono, soprattutto le improbe!” “Non dubitare”, risposi.
“E sì, dubito sì,  non hai mai cavato un ragno dal buco”.
“Ragni infatti no”, risposi e mi avviai.
Quando ero bambino e davo segni di essere bravo a scuola, questa zia mi spronava da una parte e tirava le briglie dall’altra dicendo: “sei un intelligente-deficiente caro giannetto mio!”
Intendeva intelligente a scuola, deficiente nella vita pratica. Così mi ha spinto a mettercela tutta per funzionare bene a scuola. Non immaginava che l’avrei usata come base di lancio per avere successo uin altri campi, in primis quello dei rapporti umani.
 
Pesaro 26 dicembre 2023 ore 10, 02
La festa massima è passata. Ieri sera all’ora di cena sono andato al cine. Ho visto Ferrari. Una porcata di film, ma l’ho seguito con interesse.
Perché gli attori, soprattutto Penelope, dal nome greco dagli occhi e dalle chiome belle come Helena, sono bravi.
Poi perché mi ha ricordato le Mille Miglia che passavano sotto casa mia a Pesaro, in viale della Vittoria, durante una notte di maggio dalle 2 all’alba. Tra i piloti c’era lo zio materno Gigi, sicché mi consentivano di vegliare e stare alla finestra. Questa corsa fu proibita dopo l’incidente di De Portago che nel 1957 causò la morte del pilota e di nove spettatori nel Mantovano. Facevo ancora le medie. Mi dispiacque che quella gara venisse abolita. Ora il film ha di buono che insegna quanta morte portino le corse delle  automobili fuori dalle piste riservate a loro, gli autodromi.
Del resto è un fumetto senza bellezza e con tanto pettegolezzo. Non si deve vedere ma si può. A tratti assorda con il rumore sgradevole dei bolidi e disturba con la macabra spettacolarizzazone di incidenti cruenti, però non annoia
 
p. s.
Statistiche del blog.
Sempre1441332
Oggi44
Ieri170
Questo mese9882
Il mese scorso14896

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLVIII. Preghiera al dio Sole. Saluti alla signora e alla signorinella magiare.

  Pregai il sole già molto vicino al margine occidentale della grande pianura. “Aiutami Sole, a trovare dentro questo lungo travagli...