mercoledì 20 dicembre 2023

R. Musil, L’uomo senza qualità. III. 20. 3. Equilibri oscillanti

Ulrich tace e il conte Leindorf continua prevenendo un’obiezione che probabilmente non ci sarebbe mai stata.

“Lei potrebbe obiettare che in altre occasioni ho dimostrato viva ripugnanza per le attività finanziarie. Non lo nego : quel che è troppo è troppo, e nella nostra vita la finanza occupa troppo posto; ma appunto per questo dobbiamo occuparcene!
La cultura non ha serbato l’equilibrio con la ricchezza”
Sono parole che possono avere molti sensi. Quello buono è che la ricchezza dovrebbe favorire la cultura attraverso ottime scuole gratuite per tutti e incentivare l’arte attraverso il mecenatismo.
Quindi la conclusione piuttosto generica: “E perciò dobbiamo occuparci del capitale”.
 
Il conte seguita cambiando argomento.
Una civiltà dovrebbe imporre delle proibizioni: “una persona civile, ad esempio, non mangerà mai la salsa col coltello”.
Questo va bene, ma prima ancora prima di tutto dovrebbe essere proibita la guerra e diventate tabù come ogni altra forma di violenza.
Quind Sua Signoria i riferisce un colloquio avuto con un Cardinale. Sua Eminenza ha detto che va a caccia ma non ammazza mai una bestiola perché non si confà al suo abito. Tuttavia non ha mai detto che a caccia non si deve sparare.
Quindi il Cardinale passa alla psicoanalisi che era già diventata di moda a Vienna.
“Tu mi dirai che è una sudiceria”  dice all’amico.
Lo dicono tutti, seguita “eppure affollano le sale d’aspetto di quei medici alla moda più che i nostri confessionali”.
 
Un mio intervento: che Freud fosse un sudicione lo dicevano ancora  alcuni miei  colleghi furfanti e bigotti quando lo spiegavo ai ginnasiali e naturalmente l’accusa ricadeva pure su di me.
 
Del resto continua l’Eminenza: “quello che i loro medici miscredenti si immaginano di avere scoperto è semplicemente quello che la chiesa ha sempre fatto fin dagli inizi: scacciare il diavolo e guarire gli ossessi” Gli esorcisti tentano coi loro mezzi di portare l’indemoniato a parlare del demonio che lo possiede, ecco un’altra analogia tra l’esorcismo e la psicoanalisi.
 
Questo prelato è un uomo più intelligente e concreto di tanti personaggi fatui e chiacchieroni di questo romanzo.
 
E’ stato solo cambiato il gergo: questo moderno dice psicosi e subcosciente invece di sozzura e diavolo. 
Non solo le persone ma anche le parole vanno smascherate.
“Non stiamo a ripetere che la carne è debole-dice Sua Eminenza- diciamo una buona volta che è debole anche lo spirito!”
Il Cardinale conclude ricordando  che la Chiesa sa aspettare il giorno in cui la gente tornerà a correre tra le braccia dei preti, “piena di furore contro l’inutile intelligenza”.
 
Che cosa è inutile? Tutto quello che non aiuta la vita. A parer mio la vita si aiuta con l’amore, con un lavoro che piace, con lo sport come esercizio fisico e come gioco.
 
Il prete è intelligente ma rimane sul generico dicendo: “qual è la vera vita glielo mostreremo.
Leinsdorf commenta la valenza del Cardinale : “in massima parte azzeccava certamente giusto; è giusto di sicuro però non combina”.
 
Quindi passa a parlare del gruppo di cui fanno parte lui e Ulrich: “noi dobbiamo spremere il bene della vita così com’è. L’uomo non vive di solo pane ma anche di anima; ci vuole l’anima, me lo lasci dire, perché egli possa digerire bene il pane”
 
Non la pensa così il grande Inquisitore inventato da Ivan Karamazov. Se volete vi racconterò questa leggenda.
 
Leinsdorf era convinto che la politica deve stimolare l’anima e che dovesse succedere qualcosa
“Sembra di vivere in una specie di interim” Questa frase si confà anche ai nostri giorni funestati dalla moda che oggi non è solo la sorella della morte come scrive Leopardi ma è la morte stessa causata dalla violenza che furoreggia e rimane spesso impunita perché è di moda anche questa.
 
“L’oscillante equilibrio delle potenze europee poggiava su un equlibrio delle idee altrettanto oscillante”. A questo pseudo equilibrio bisogna dare un colpo.
Ulrich  disse a Sua Signoria che stava diventando quasi un rivoluzionario
“E perché no?- ribattè il conte lusingato p. 823
 
Bologna 20 dicembre 2023 ore 19, 15 
giovanni ghiselli
 
p. s.
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