sabato 2 dicembre 2023

T. Mann. I Buddenbrook. 21

III, 14  La dote e il matrimonio di Tony


Il padre di Tony offrì  a Grünlich settantamila marchi di dote. Il promesso sposo diede a vedere di essere perplesso e il console aggiunse 10 mila marchi. Il matrimonio in queste famiglie di commercianti non è estraneo alla categoria degli affari, anzi questa è intrinseca alle nozze molto più dell’amore e degli affetti.
Verso Natale il fidanzato frequentava il palazzo dei Buddenbrook e si comportava da persona educata con la fidanzata: “Niente carezze indiscrete, un bacetto soffiato sulla fronte alla presenza dei genitori aveva suggellato il fidanzamento”
Tutto regolare dunque, tutto ordinato. Eppure la sensibilità della ragazza le faceva comprendere che c’era qualcosa che non andava.
“Talora Tony si stupiva un po’ perché la felicità di lui non sembrava corrispondente alla disperazione che aveva dimostrato di fronte ai rifiuti di lei. Egli la guardava con una faccia serena di padrone” (p. 103)
Le incoerenze, le contraddizioni rivelano la falsità delle dichiarazioni: non consentono la fiducia. Tony capiva, anche se accettava la necessità imposta dal suo ruolo di vestale della famiglia, una vestale laica beninteso.
Ma tante persone non si accorgono delle contraddizioni o ci passano sopra. Allora bisognerebbe avvisare le giovani a rischio di non lasciar correre le incoerenze, ma di esigerne una spiegazione plausibile, soddisfacente.
Gli sposi non concordavano nemmeno sulla futura abitazione: Tony avrebbe voluto una casa nel centro di Amburgo dove erano del resto gli uffici dl marito, questo invece ottenne l’autorizzazione ad acquistare-con i denari della dote- una villa nei dintorni, “in una posizione romantica e lontana dal mondo, un piccolo nido idillico e adatto a due sposini, procul negotiis: ecco il latino non lo aveva dimenticato del tutto. Al principio dell’anno 1846 si festeggiarono le nozze”.
Viene descritta la vestizione ritualistica di Tony, il matrimonio in chiesa e il festeggiamento nel palazzo dei Buddenbrook pieno di parenti. I borghesi in queste circostanze devono sfoggiare di essere facoltosi se lo sono, o vogliono  farlo credere se non lo sono perché il borghese identifica l’identità e il valore di una persona con il denaro che essa possiede.
Vi cito delle parole di Seneca quale antidoto di ottimo gusto a tale superficialità :"qui domum intraverit nos potius miretur quam supellectilem nostram " (Ep. a Lucilio , 5, 6) , chi sarà entrato in casa nostra ammiri noi piuttosto che le nostre suppellettili.
Aggiungo Plutarco che nella Vita di Solone racconta come il saggio legislatore ateniese disprezzò la ajpeirokaliva, l'ignoranza del bello e la mikroprevpeia ( 27, 20), la meschinità del re Creso che si era presentato coperto di gioielli e d'oro.
Non descrivo il pranzo di nozze perché non amo i matrimoni, né le abbuffate né la rinuncia all’amore che il matrimonio comporta quasi sempre.
Dico solo che se fossi stato presente non avrei potuto fare a meno di “rompere il vaso cinese” come accadde al principe protagonista eponimo dell’Idiota di Dostoevskij a disagio in un ambiente falso. Infine gli “sposini” partirono.
Tony abbracciò il padre dicendogli: “Addio, babbo, mio ottimo babbo!” Poi bisbigliò: “Sei contento di me?”
Era contenta lei di essersi sacrificata per la famiglia e per il suo amore che era la stirpe, e il babbo in particolare.
La madre ha dei dubbi sulla felicità della figlia: dopo averla salutata agitando al vento il fazzoletto di batista, finché la carrozza avviatasi con fragore scomparve nel nevischio, disse al marito: “è la prima delle nostre creature  che ci lascia. Credi che sarà felice’”
“oh Betsy, Tony è soddisfatta di sé: e ciò è la felicità più certa che si possa raggiungere sulla terra”. E ritornarono dagli ospiti (p. 105)
 
La risposta del console è veritiera. Ma la soddisfazione di Tony non durerà a lungo perché Grünlich si rivelerà incapace negli affari, millantatore di mezzi che non aveva, per giunta maleducato e volgare,  dunque molto al di sotto delle aspettative per le quali il padre aveva sacrificato la figlia con il consenso di lei.
Anche nell’ Ifigenia in Aulide di Euripide la figlia di Agamennone viene avviata al sacrificio dal padre con il consenso di lei ma questo non ha portato alcun bene alla stirpe dei Pelopidi come aveva previsto Clitennestra avvertendone Agamennone  in questa bella tragedia di Euripide.
 
Bologna 2 dicembre 2023 ore 19, 21 
giovanni ghiselli
 
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1432270
Oggi278
Ieri542
Questo mese820
Il mese scorso14896

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLVIII. Preghiera al dio Sole. Saluti alla signora e alla signorinella magiare.

  Pregai il sole già molto vicino al margine occidentale della grande pianura. “Aiutami Sole, a trovare dentro questo lungo travagli...