venerdì 8 dicembre 2023

T. Mann. I Buddenbrook. 24

IV, 2 La rivoluzione minacciata nel 1848


Nel palazzo dei Buddenbrook erano rimasti in pochi: il console capofamiglia, la moglie Bethsy Kröger, la figlia minore Clara di 10 anni e la magra e umile cugina Klothilde, che mangiava in silenzio.
C’erano segni di rivolta tra il popolo. La cuoca Trine aveva osato dire alla padrona che loro due presto si sarebbero scambiati i ruoli grazie all’ordine nuovo: “allora io mi siederò sul sofà in abito da seta e sarà lei a servirmi. Naturalmente era stata licenziata su due piedi” (p. 113)
Non è questa la soluzione giusta come non lo è quando le vittime diventano carnefici.
I ruoli degli oppressori e degli oppressi  non devono essere mutati bensì aboliti. Questo è il mio parere. Il resto del capitolo non dice molto di più.
 
Thomas Mann è un grande autore e va non solo letto ma anche studiato. Se ha un difetto è quello di usare troppe parole: leggendolo, pur con ammirazione, sentiamo la voglia di saltare certe descrizioni di case borghesi pieni di cose e carenti di idèe. La Montagna incantata ambientata in un sanatorio con due intellettuali che si contendono l’anima di un giovane, non ha questo difetto.
Ma torniamo al movimento del 1848. Il console scuoteva il capo. Aveva notato “che il nuovo spirito di ribellione aveva saputo insinuarsi a tradimento tra i giovani”.
Benedetto Croce nella Storia d’Europa nel secolo decimonono scrive: “quali che fossero le insufficienze e le debolezze e gli errori che si commisero, l’umanità visse allora uno di quei rari momenti nei quali la lieta fiducia di sé stessa e del suo avvenire tutta la riempie e, ampliandosi nella purezza di questa gioia, essa si fa buona e generosa, e vede attorno a sé fratelli, e ama” (p. 148, Laterza, 1965;  prima rdizione 1932) .
Con questo no posso non pensare al movimento studentesco del 1968 che ha lasciato segni positivi sul carattere e la vita di alcuni di noi.
Qui a Lubecca siamo nell’ottobre del 1848 e il popolo gridava “Suffragio universale!”. Johann Buddenbrook invece diceva: “Elezioni per classi!”.
Poi c’era chi gridava: “Suffragio universale delle  classi!”. Forse sapevano anche che cosa volesse dire. In effetti non è chiaro.
Ronzavano per l’aria altre richieste come l’estensione ai non cristiani della possibilità di ottenere la cittadinanza.
Oggi è molto difficile per i musulmani ottenerla e i veri cristiani sono  pochi.
Ai primi di ottobre era già piuttosto freddo e il sole non aveva abbastanza forza per evitare che nella sala scoppiettasse la stufa.
Sentiamo Nietzsche “ L’uggia dei tedeschi per la vita è essenzialmente consunzione invernale, senza escludere li effetti dell’aria di cantina e del veleno delle stufe nelle abitazioni tedesche” [1].
La consunzione nella tristezza è incarnata da Clotilde che a ventuno anni  aveva già l’aria della zitellina  vecchia: “Ella vi era rassegnata , non faceva nulla per ovviare a questo inconveniente. Forse sentiva il bisogno di invecchiare in fretta per arrivare presto al di là di tutti i dubbi e di tutte le speranze. Siccome non possedeva un baiocco, sapeva che nel vasto mondo non si sarebbe trovato nessuno disposto a sposarla”. Una civiltà e una schiatta in balia dei baiocchi merita l’estinzione.  
La madre di Thomas, Christian, Tony e Clara si avvicinava ai 45 anni e si teneva su. Si lagnava che le donne bionde invecchiassero così in fretta. Non voleva che la vedessero canuta e si sarebbe tinta finché la tintura bastava poi sarebbe passata alla parrucca.
Tingersi i capelli secondo me è un segno di debolezza. Dice bene Foscolo: “io mi reputo meno brutto degli altri e sdegno perciò di contraffarmi; anzi buono o reo ch’io mi sia, ho la generosità, o di’ pure la sfrontatezza , di presentarmi nudo, e quasi come sono uscito dalle mani della natura” (Ultime lettere di Iacopo Ortis, Padova, 23 dicembre, 1797)
Invece la signora madre si contraffaceva al pari di Trimalchione con i suoi anuli, l’armilla aurea e la pinna argentea per stuzzicarsi i denti (Satyricon, 32 e 33).  
“Come al solito, un paio di braccialetti d’oro le tintinnava al polso” (I Buddenbrook, p. 115)
La bambina Clara domanda alla madre quale fosse la ragione di tanto chiasso che veniva dalla strada e l’aurea signora rispose: “è la rivoluzione. È il popolo”. Quindi ordinò all’inserviente di chiudere tutto: “Il popolo!”.
Il nemico  vero del popolo della sua cultura, della sua religione è sempre stata la borghesia piuttosto che l’aristocrazia. La borghesia non lascia tra uomo e uomo "altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato pagamento in contanti. Essa ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti dell'esaltazione religiosa, dell'entusiasmo cavalleresco"[2].
“Che gente cattiva!” disse Clothilde con tristezza
E’ la Buddenbrook povera”non possedeva un baiocco”. Costei rappresenta quanti stanno male e temono e odiano quelli che stanno peggio. Ne è piena l’Italia e probabilmente il mondo.
 
Il console si appresta a recarsi alla seduta del consiglio comunale e la moglie ne ha paura: “vuoi proprio esporti a questo pericolo?”. Il marito obietta che ci va pure il suocero, il vecchio padre di lei. Bethsy glielo raccomanda.
Lui va mentre la moglie ripete: Ho paura, ho tanta paura!
Il borghese invero riceve colpi più duri da altri borghesi che dal popolo.
 
Bologna 8 dicembre 2023 ore 11, 09 
giovanni ghiselli

p. s.
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[1] La gaia scienza, libro terzo, 134
[2] Manifesto del partito comunista  di Marx-Engels, p. 59.

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