giovedì 21 novembre 2019

dobbiamo adeguare i moti della nostra mente a quelli del cielo mosso dalla Mente suprema


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L' infelicità dipende dal caos interno che cozza con il cosmo dell’artefice sommo.
Nel Timeo Platone scrive : “ e„ mn d¾ kalÒj stin Óde Ð kÒsmoj Ó
te dhmiourgÕj ¢gaqÒjdÁlon æj prÕj tÕ ¢…dion œblepen· e„
d Ö mhde„pe‹n tini qšmijprÕj gegonÒjpantˆ d¾ safj
Óti prÕj tÕ ¢…dion· Ð mn g¦r k£llistoj tîn gegonÒtwnÐ
d¥ristoj tîn a„t…wn (29 a), se il cosmo è bello e l’artefice è buono è chiaro che guardò al modello eterno; se no, cosa che non è nemmeno lecito dire ad alcuno, ha guardato a  un modello già  nato. Ma è chiaro a ciascuno che guardò a quello eterno:  più bello di quelli nati,  l’ottimo tra gli autori   

Più avanti ( Timeo, 47 b-c) Platone afferma che dio ha trovato per noi e ci ha donato la vista  affinché, osservando nel cielo i giri della Mente, ce ne avvalessimo per i moti circolari del nostro modo di pensare, dal momento che sono affini a quelli, agli ordinati i disordinati, e imparando e divenendo partecipi della esattezza dei calcoli veri secondo natura, e imitando i giri della divinità che sono regolari, potessimo correggere quelli che vanno errando dentro di noi 

Vediamolo in greco
qeÕn ¹m‹n ¢neure‹n dwr»sasqa… te Ôyin,
 †na t¦j ™n oÙranù toà noà katidÒntej periÒdouj crhsa…meqa
™pˆ t¦j perifor¦j t¦j tÁj par¹m‹n diano»sewjsuggene‹j
™ke…naij oÜsaj¢tar£ktoij tetaragmšnaj™kmaqÒntej d kaˆ
logismîn kat¦ fÚsin ÑrqÒthtoj metascÒntejmimoÚmenoi
t¦j toà qeoà p£ntwj ¢plane‹j oÜsaja{" toà qeoà p£ntwj ¢plane‹j oÜsajt¦j ™n ¹m‹n peplanhmšnaj katasthsa…meqa.

Quindi  (Timeo, 90, c-d) “p©sa ¢n£gkh (…) eâ kekosmhmšnon tÕn da…mona sÚnoikon ˜autùdiaferÒntwj eÙda…mona enaiqerape…a d d¾ pantˆ pantÕj mat¦j o„ke…aj ˜k£stJ trof¦j kaˆ kin»seij ¢podidÒnaitù d™n  ¹m‹n qe…J suggene‹j e„sin kin»seij aƒ toà pantÕj diano»seij kaˆ perifora…· taÚtaij d¾ sunepÒmenon ›kaston de‹t¦j perˆ  t¾n gšnesin ™n tÍ kefalÍ diefqarmšnaj ¹mîn periÒdouj  ™xorqoànta di¦ tÕ katamanq£nein t¦j toà pantÕj ¡rmon…aj te kaˆ perifor£j”, è del tutto necessario (…) che colui il quale ha tenuto in ordine la parte divina che abita in lui sia sopra tutti felice.
La cura del tutto è per ciascuno una sola, assegnare a ciascuna parte nutrimenti e movimenti appropriati. Sono congeniali alla nostra parte divina i movimenti, i pensieri e le circolazioni dell’universo. Dunque ciascuno deve seguire questi, correggendo i circuiti guasti nella testa già sulla nascita, attraverso l’apprendimento delle armonie e circolazioni dell’universo.
Cfr. Giocasta nelle Fenicie (vv. 543-544)

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