mercoledì 6 novembre 2019

Gli enigmi oracolari mettono alla prova l’uomo

 
Temistocle
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Chi non comprende gli oracoli va in rovina (Creso)
Chi se ne avvale ha successo (Temistocle)

Temistocle capì che cosa era il muro di legno.
Erodoto racconta che la Pizia diede questo responso agli Ateniesi che consultavano l’oracolo:  Zeus concede ad Atena che solo il muro di legno non venga distrutto: “tei'co" xuvlinon didoi' Zeu;" mou'non ajpovrqhton(VII, 142, 3)
Plutarco scrive che Temistocle influenzava il popolo con l’oracolo dicendo che il muro di legno non rivelava altro che le navi: “tw'/ de; crhsmw'/ ejdhmagwvgei, levgwn mhde;n allo dhlou'sqai xuvlinon tei'co"  h] ta"; nau'" (Vita, 10, 3)
. Come Creso che non comprese che facendo la guerra avrebbe distrutto il proprio regno e che il mulo- hJmivono"-da temere  era Ciro
Creso, sconfitto e fatto prigioniero da Ciro, gli diede un consiglio di cui il vincitore si compiacque e in cambio offrì al vinto la facoltà di chiedergli un dono. Il detronizzato allora fece la richiesta di mandare alcuni Lidi a Delfi, con i ceppi  che lo avevano incatenato, perché domandassero al dio degli Elleni se fosse sua abitudine ingannare gli uomini  benefattori del santuario:"eij ejxapata'n tou;" eu\ poieu'nta" novmo" ejsti; oiJ"(I,90). Fin qui lo storiografo sembra dare voce a un biasimo duro e meritato da Apollo, sul genere di quelli espressi da alcuni personaggi  dell'ipercritico Euripide
La profetessa santa però rispose ai messi di Creso che non è possibile neppure a un dio sfuggire al fato:"th;n peprwmevnhn moi'ran ajduvnatav ejsti ajpofugei'n kai; qew'/" (I, 91).  
Inoltre l'ex re di Lidia aveva espiato il fallo del suo quinto antenato (Gige) il quale, assecondando una congiura di donna, aveva ucciso il suo signore (Candaule) e aveva preso un potere che non gli spettava. Per giunta Creso era stato poco acuto nell'interpretare l'oracolo del Lossia quando gli prediceva che se avesse fatto una spedizione militare contro i Persiani, avrebbe distrutto un grande impero:"h]n strateuvhtai ejpi; Pevrsa", megavlhn ajrch;n aujto;n kataluvsein" (I, 53, 3); infatti il re avrebbe dovuto chiedere di quale impero si trattava: se di quello di Ciro o del proprio.
Infine la Pizia lo aveva messo in guardia da un mulo (I, 55) e con quell'animale ibrido intendeva indicare Ciro, nato da padre e madre di razze diverse: la madre (Mandane) di lignaggio più alto, il padre (Cambise), di molto inferiore[1]:"h\n ga;r dh; oJ Ku'ro" ou|to" hJmivono": ejk ga;r duw'n oujk oJmoeqnevwn ejgegovnee, mhtro;" ajmeivnono", patro;" de; uJpodeestevrou"(I, 91, 5).
In seguito a questa spiegazione Creso giunse alla resipiscenza e si salvò:"oJ de; akouvsa" sunevgnw eJwutou' ei\nai th;n aJmartavda kai; ouj tou' qeou'", udito questo, comprese che suo era l'errore e non del dio (I, 91, 6,).


[1] Questo accoppiamento incongruo fu deciso da Astiage, il re padre di Mandane che temeva il figlio della figlia. Nello stesso modo si comporta Riccardo III con la figlia del fratello Duca di Clarence già fatto assassinare: “His daughter meanly have I match’d in marriage” ( Riccardo III, IV, 3), sua figlia l’ho accoppiata  in matrimonio meschino.


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