venerdì 8 novembre 2019

L'Eguagliatrice numera le fosse...



Nel film Edipo re  di Pasolini la Sfinge è stata dissacrata in una sorta di “comicità sorridente” attraverso gli occhi di Angelo che la guardava.  “Noi nasciamo da Cervantes e dall’Ariosto (e dal Manzoni)”. Eppure “La tragicità c’è a dispetto di tutto, perché la ragione più profonda sia dell’estetismo che dell’umorismo, è il terrore della morte” (Mondadori  Pasolini per il cinema. I Meridiani, Milano 2001, p. 1056)
Forse il terrore della morte è la ragione e più profonda di tutto: secondo Lucrezio è anche la causa dei crimini perpetrati per accumulare denaro e potere, comprese le guerre (De rerum natura, III, 64 ss.)

Le piaghe della vita come avidità e ambizione sono in gran parte nutrite dal terrore della morte  “mortis formidine aluntur” (III, 64).  Infatti il disprezzo e la povertà vengono sentiti come l’anticamera della morte. Allora per ammassare i beni gli uomini fanno le guerre civili, le stragi e odiano e temono le mense dei consanguinei et consanguineum mensas odere timentque (73). Molti macerat invidia (75) sempre per lo stesso timore della morte.
 
 Perfino questo mio scrivere, tenere conferenze, correre in bicicletta e a piedi, corteggiare le donne, cerca di allontanare la morte. C’è chi tenta di stornare l'Eguagliatrice con l’odio, e chi ci prova con l’amore.

Il titolo è ripreso da 
La signorina Felicita
ovvero
La Felicità di Guido Gozzano
"L'Eguagliatrice numera le fosse 
ma quelli vanno spinti da chimere
vane, divisi e suddivisi in schiere
opposte, intesi all'odio e alle percosse:
così come ci son formiche rosse
così come ci son formiche nere"  (vv. 187-192)

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