Qualche giorno
più avanti nel corso di questa fuga del tempo andammo a vedere Tess, un bel film di Polanski tratto dal
bel romanzo di Thomas Hardy.
A un certo
punto il ragazzo studioso Angel aiuta quattro ragazze a superare una
pozzanghera ma è evidente che innamorato di Tess.
Quando è la volta di prendere in braccio
l’amata, mormora: “Tre Lie per ottenere una Rachele”Three Lehas to get one Rachel” (cap. XXIII).
Io, quasi
senza volerlo, sussurrai: “ Fa tutto soltanto per Tess”.
Ifigenia,
non a torto, prese queste parole come una confessione del mio interesse
preponderante per Lucia e si mise a piangere.
Poi disse:
“ la nostra storia finisce oggi com’è
cominciata: citando Tess. Uno dei primi giorni mi mi prendesti una mano e mi
accarezzasti le dita, poi mi domandasti: “quali sono le mie e quali le tue?”.
Ti risposi: “sono tutte tue, they are all
yours”.
Confesso
che era una scena del mio repertorio amoroso imparata dal romanzo di Hardy,
impiegata con almeno una delle finlandesi e insegnata a Ifigenia. Faceva
effetto sulle donne migliori
“Tu allora
mi dicesti che io ero la tua borsa di studio più bella e la più preziosa di
tutte”.
“Sei ancora
la mia borsa di studio più bella”, le risposi in fretta. Volevo vedere il film
in pace e rimandai le spiegazioni all’uscita dal cinema. Finito il film, decisi
che era necessario un chiarimento e la invitai a casa mia. Non ci stendemmo nel
grande letto però, nè sul divano dello
studio come si faceva quando ci amavamo e volevamo fare l’amore, e non c’era
bisogno di spiegazioni.
Ifigenia
aveva il viso ancora segnato da pianto e mi piaceva di nuovo: come se si fosse
tolta la maschera inespressiva che si metteva in faccia per non farmi vedere i
suoi sentimenti e le sue intenzioni occulte.
Come fummo
seduti, disse che dovevo dirle se la amavo ancora, se credevo di poter ricevere
altri stimoli buoni da lei, o se avessi bisogno di un’altra donna per fare le
cose egregie che dovevo a me stesso. Le sembrava che avessi voluto significarle
questo secondo corno del suo doloroso dilemma durante il film.
I suoi
occhi avevano un’espressione infelice ed era autentica come non la vedevo da
tempo: deposta l’aria da mima che la rendeva falsa, volgare e poco attraente,
Ifigenia appariva bellissima.
Mi venne in mente che avremmo potuto ancora
aiutarci a vicenda.
Lo dovevo
a lei e anche a me stesso. Se l’avessi perduta, avrei subito una degradazione
della mia identità, una regressione a tempi lontani e brutti assai. Sicché
iniziai a parlarle umanamente e amorosamente, come non facevo da tempo.
Bologna 21
giugno 2022 ore 17, 46 giovanni ghiselli
p. s.
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Oggi è l’ultimo
giorno di luce crescente. Domani inizierà l’autunno quanto a luce. Una volta me
ne rattristavo. Ora non più. Sono contento perché sono in grado di fare cose
buone in tutte le stagioni. Buone significa che fanno bene a me e sono di aiuto
a tante persone.
Ecco i
miei programmi per i prossimi mesi.
Il 29
giugno sarò a Brescia con Desiderio di
umanesimo.
In luglio,
se Dio vorrà, come spero, farò un giro ciclistico nel Peloponneso per non
cedere ai decenni che passano e renderli non irreparabili.
In agosto
sarò a Pesaro pe riprendere a studiare, scrivere, pedalare, nuotare, correre. Non
mancherò alle Opere di Rossini.
Il 6
settembre sarò nell’Hotel Alexander di
Pesaro per presentare un percorso su Il mito
Da ottobre
a dicembre terrò conferenze nella biblioteca Ginzburg di Bologna.
Da gennaio
ad aprile terrò un corso nell’Università Primo Levi di Bologna.
Cercherò di finire questa favola bella di
Ifigenia, quindi la presenterò a qualche editore.
Poi si
vedrà. Se l’autunno è vicino la primavera non può essere tanto lontana
Saluti
gianni