sabato 6 aprile 2019

Comunismo e anticomunismo antico. Papa Bergoglio


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Aristotele nel II libro della Politica critica la comunanza delle donne e dei figli che ridurrebbe lo Stato a un’unica casa oijkiva e la povli" cesserebbe di essere uno Stato che per natura è pluralità (1261a, 20).
Lo Stato diventerebbe un unico individuo, mentre è fatto da diversi individui e individui diversi ouj ga;r givnetai povli" ejx oJmoivwn (1261a, 24)

Platone nella Repubblica parla di comunismo a proposito di guerrieri o guardiani, mentre Aristotele intende che la comunanza riguarda tutti
Anche Prassagora nelle Ecclesiazuse auspica la riduzione della città a un’unica casa (vv. 673 - 674) “ to; ga;r a[stu mivan oi[khsin fhmi poihvsein, riducendo a unità parti diverse in modo che si possa andare da uno all’altro. I figli si riconosceranno considerando propri padri quelli più avanti negli anni (636 - 7) gli stessi argomenti di Socrate nella Repubblica (V, 461 c - d)
Dunque Prassagora dice: “koinwnei'n ga;r pavnta" fhvsw crh'nai pavnwn metevconta" /kajk taujtou' zh'n, kai; mh: to;n me;n ploutei'n , to;n d’a[qlion ei\nai” (590 - 591) dico che è necessario che tutti partecipino e abbiano parte di tutto e vivano di questo, e non che uno sia ricco e un altro misero, né che uno abbia tanta terra da coltivare e un altro nemmeno da essere sepolto.

Aristotele (Politica 1260b, 38) sostiene che Socrate è tra coloro i quali richiedono pavnta" pavntwn koinwnei'n tou;" polivta" e aggiunge che oujdeiv" a[llo" nessuno altro (tranne Platone) si è inventato la comunanza dei figli e delle donne (kekainotovmhken th;n peri; ta; tevkna koinovthta kai; ta;" gunai'ka" ) né la partecipazione delle donne alle mense comuni.

Del resto Aristotele afferma di conoscere da Platone le opinioni non messe per iscritto ma dette a voce (Fisica, 209b, 4 - 15)

Quindi, se Platone è il solo, Prassagora fa la parodia della Repubblica.
Questo sostiene Canfora in La crisi dell’Utopia, Aristofane contro Platone ( Laterza 2014), ma le date attribuite comunemente alle composizioni della Repubblica (dopo il 387) e delle Ecclesiazuse (392) sembrano non essere d’accordo. Del resto Canfora fa risalire la Repubblica a un periodo precedente al primo viaggio in Sicilia di Platone (388).
Nella Repubblica di Platone sembra che il comunismo riguardi solo i guardiani e tutt’al più i filosofi, cui presumibilmente si estende. Non si capisce, non è detto quale debba essere il regime del terzo ceto.
Aristotele frequentò Platone per un ventennio (367 - 347)
Nel V libro delle Leggi , l’ultima opera di Platone, morto nel 347, la costituzione definita prima prwvth politeiva, comporta la comunanza di tutto fra tutti –donne, figli e ogni altro bene in omaggio alla massima pitagorica “i beni degli amici sono in comune” ( levgetai de; wJ" o[ntw" ejsti; koina; ta; fivlwn) V, 739 c) la prescrizione comunistica deve essere estesa, per quanto è possibile, all’intera città.
Dunque se ci sarà comunanza delle donne, dei figli e di tutte le ricchezze e l’eliminazione del cosìddetto privato con ogni mezzo verrà eliminato kai; pavsh/ mhcanh'/ to; levgomenon i[dion pantacovqen ejk tou' bivou a{pan ejxjh/vrhtai e se le leggi daranno unità alla città, questa sarà la situazione migliore in relazione alla virtù (739c)
 Cfr. Actus Apostolorum, II, 44 - 45 “Omnes autem qui crediderant erant pares et habebant omnia communia, et possessiones et substantias vendebant et dividebant illas omnibus, prout cuique opus erat”.
 Papa Bergoglio, quando gli hanno domandato se per caso fosse comunista, ha risposto all’incirca così : Siamo stati noi i primi.

Platone attraverso Socrate discuteva e ridiscuteva tutto. Cicerone in Academica I, 46 scrive del filosofare platonico “nihil affirmatur et in utramque partem multa disseruntur, de omnibus quaeritur, nihil certi dicitur”(I, 46). Cfr. i dissoi; lovgoi.
Diogene cinico riprese il tema della comunanza delle donne, poi Zenone di Cizio e Crisippo, limitatamente ai saggi. 
Aristotele attacca la visione platonica della comunanza totale. Vuole anche segnare il proprio distacco dalla scuola di Platone e intende valorizzare la sua scuola, il Liceo, contro l’Accademia.
 I rinnegati sono sempre aspri verso le proprie radici.
 Le Ecclesiazuse dovrebbero dimostrare il fallimento inevitabile dell’utopia comunistica in ragione dell’egoismo strutturale degli esseri umani. C’è però una contraddizione: fare amare Prassagora e far ridere del comunismo.
Platone vuole costruire sulla terra l’uomo nuovo.
Cicerone definisce se stesso comitem Platonis (De re publica, fr. 1b Ziegler). A me sembra una usurpazione
Lattanzio (250 - 320) che dal 317 fu precettore di Crispo, figlio di Costantino, si scaglia soprattutto contro Lucrezio: Illius (Epicuri) sunt omnia quae delīrat Lucretius (De opificio Dei, 6, 1) .
Se la prende anche con il comunismo delle donne naturalmente.
L’educatore del principe è imbarazzato pure dalla comunità dei beni. Sono passati 3 secoli da quando per i primi cristiani tale comunanza era abituale (Actus Apostolorum, II, 44 - 45 “Omnes autem qui crediderant erant pares et habebant omnia communia, et possessiones et substantias vendebant et dividebant illas omnibus, prout cuique opus erat” and all that believed were together, and had all things common; and sold their possessions and goods. And parted them to all men, as every man had need.
Oramai la nuova fede ha conquistato i ceti alti e Lattanzio ci dà una formulazione di compromesso: “de patrimoniis tolerabile est, licet sit iniustum” sui patrimoni in comune si può ammettere, sebbene sia ingiusto. Se uno, sua culpa, possiede meno non deve avere vantaggi.
Ma soprattutto la parità donne uomini gli dà fastidio: quanta erit infelicitas urbis illius in qua virorum officia mulieres occupabunt!
(Divinae institutiones, III, 21, 4)
Gesù invece si era opposto all’etica dominante, come si vede dalla difesa dell’adultera ormai prossimaalla lapidazione (N. T. Giovanni, 8, 2 - 11): Qui sine peccato est vestrum, primus in illam lapidem mittathe that is without sin among you let him first cast a stone at her.

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