vv. 265-267:"Ella però dapprima rifiutava l'indegno ajeikev": misfatto e[rgon,/la splendida Clitennestra: infatti aveva un'anima nobile".-.-ajeikev": formato da aj-privativo+eijkov", neutro sostantivato poetico del participio del perfetto e[oika sono simile. Significa ciò che non si addice a una moglie, a una donna nobile: tradire il marito. Non fu un’opera simile a lei, una regina.
riquadro
Le attenuanti di Clitennestra.
Com'è giunta a così grave misfatto la regina che pure "aveva un'anima nobile"? Nell'Agamennone di Eschilo pare che sia stato l'amore di Agamennone per Criseide, quindi la gelosia della moglie a mettere in moto il risentimento per il marito:"kei'tai gunaiko;" th'sde lumanthvrio",-Crushivdwn meivligma tw'n uJp& jIlivw/"(vv. 1438-1439), giace a terra il distruttore di questa donna,/la delizia delle Criseidi sotto Ilio.
In effetti nell'Iliade , Agamennone aveva detto di preferire a Clitennestra Criseide in quanto non le era inferiore "per il corpo né per la figura né per la mente né per le opere" (I, 115).
Nell'Ifigenia in Aulide di Euripide vediamo Clitennestra mentre cerca di salvare la vita della figlia-ragazza che rischia di essere sacrificata all'ambizione paterna.
La Tindaride ricorda ad Agamennone che le uccise il primo marito, Tantalo, e un figlio nato da da lui; ciononostante ella fu una sposa irreprensibile ("a[mempto"", v. 1158), raro acquisto per un marito, mentre non è raro averne una cattiva ("flauvran d jouj spavni"
gunai'k j e[cein", v. 1163). Eppure Agamennone vuole sacrificare una delle tre figlie ( Ifigenia, Crisotemi, Laodice) che Clitennestra gli ha dato per riscattare una femmina malvagia (Elena ovviamente). Quindi la regina prega il capo dell'esercito in nome degli dèi di non costringerla a diventare cattiva e di non diventarlo lui (vv. 1183-1184).
La riflessione di Euripide riguardo alle "donne cattive" è simile a quella che farà Seneca a proposito della malvagità degli schiavi:"non habemus illos hostes sed facimus "[1], non abbiamo in loro dei nemici ma li rendiamo tali.
fine
riquadro.
vv.267-268:" Inoltre le stava vicino anche un aedo, al quale l'Atride/andando a Troia aveva molto raccomandato di custodire la sposa".-
ajoido;" ajnhvr 267: qui c'è un'altra funzione dell'aedo: quella di custodire la sposa del signore assente.
L'aedo e il giornalista.
Ho trovato varie spiegazioni compresa una, tratta dal Lessico di Esichio (di Alessandria, V sec. d. C.) "dove ajoidov" è glossato come oJ eujnou'co", spavdwn"[2], ossia custode del letto, evirato. Trovo più plausibile e interessante quella di C. Miralles:"una vecchia leggenda (Od. III 263 ss.), ripresa da Ateneo (I 14 b), ci narra che Agamennone, alla partenza per Troia, lasciò a un aedo l'incarico di custodire sua moglie. Prendendo le mosse da queste figure, possiamo ricostruire il profilo di un poeta che era trasmettitore di un'ideologia-quella della classe dominante-e uomo di fiducia all'interno del palazzo,il quale, a volte, doveva condividere il suo ruolo decisivo nell'ambito della corte con l'araldo, l'altro trasmettitore di ideologia: la parola dell'uno fa riferimento al passato, così come quella dell'altro si riferisce al presente. Naturalmente ciò presuppone una situazione, non senza pralleli in alcune società primitive, nella quale il palazzo, l'oikos nobiliare, è "il punto nodale della rete di comunicazione orale"[3].
Mi convince l'ipotesi che l'aedo mantenuto dal signore del palazzo facesse i suoi interessi (quelli del capo e i propri) in particolare organizzando il consenso come fanno ora, tranne poche lodevoli eccezioni, i giornalisti, a partire da quelli più importanti della televisione. In alcuni casi prendono ordini da governi stranieri cui il nostro soggiace e in certi casi si permettono di zittire perfino ministri nostrani, o per lo meno parlamentari di calibro non grande, ambasciatori di paesi nemici di quello che li paga e così via.
Sentiamo infine Barry B. Powell: “Quella dell’aedo è una presenza di rilievo nella corte, capace di infondere ricchezza e significato speciali alla vita…Uomini del genere rivestivano una posizione di riguardo nella società greca, analoga a quella dei capi religiosi in altre società antiche, che in Grecia-in virtù di un peculiare sviluppo-proprio gli aedi sostituirono. Furono gli aedi, non già i sacerdoti, a definire il sistema dei valori morali nella società greca”[4].
Bruno Vespa, poche ore dopo la strage nella banca di Milano del dicembre 1969, disse in televisione che il mostro era stato preso: si trattava del ballerino anarchico Valpreda che poi risultò innocente e venne scagionato. Ma il sistema voleva un colpevole subito e il giovane cronista ubbidì..
Passato più di mezzo secolo, il non più giovane giornalista di regime, di ogni regime, ieri sera dirigeva una trasmissione colpevolista nei confronti del nuovo indagato del delitti di Garlasco.
Ebbene, tale posizione del vecchio custode di ogni potere potrebbe costituire un indizio positivo nei confronti dell’ultimo indagato con 18 anni di ritardo. Il crimine di Garlasco deve distrarre l’attenzione dai crimini di questi giorni o gettare cattiva luce sulla magistratura da subordinare al governo.
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vv. 269-272:"Ma quando la parte dei numi l'avvinse a soggiacere,/allora egli portando l'aedo in un'isola deserta/lo abbandonò perché fosse preda e cibo agli uccelli,/e lei, che lo desiderava, condusse, desiderandola, nella sua dimora".-min 269: lui o lei: può stare per aujthvn o per aujtovn, Clitennestra o Egisto o il cantore.-moi'ra 269 è il destino: sembra in contraddizione con quanto abbiamo letto sulla responsabilità dell'uomo nell'Odissea ma questa può essere sanata pensando che se le parti vengono proposte dagli dèi, la scelta è comunque dell'uomo, come si legge nella già citata Repubblica di Platone, per cui:"aijtiva eJlomevnou: qeo;" ajnaivtio""(617e), la responsabilità è di chi ha fatto la scelta; dio non è responsabile. Perciò, come afferma Virgilio, "quisque suos patimur manis " (Eneide , VI, 743) ciascuno patisce la morte sua, quella che si è meritata.
Ci sono persone ricche di possibilità, come Clitennestra che "aveva un'anima nobile"(v. 266), o sembrava averla, fare la scelta peggiore e conseguentemente, e giustamente, andare in rovina.
- jepevdhse 269: aoristo di pedavw= inceppo. Dalla radice ped-/pod- derivano anche pevdh, “catena”, pouv~, “piede”, andravpodon, “schiavo”. Imparentate etimologicamente sono le parole latine pes, pedis, “piede”, impedio, “impedisco”, expedio, “sciolgo”.
Talora una scelta sbagliata blocca il progresso e agisce come mettendo dei ceppi ai piedi.
L’aedo viene deportato in un’isola deserta –ej~ nhvson ejrhvmhmn v. 270- poiché non ha posto nel palazzo se non approva il padrone, come adesso il giornalista, soprattutto quello televisivo: si noti come in questi giorni di bombardamenti (fine marzo 99) tutti i giornalisti della televisione, per non condannare le bombe lanciate sul cuore dell'Europa, dove vivono serbi e albanesi, sottolineano e maledicono soltanto la violenza dei primi addosso ai quali vengono scaricate, "giustamente" dunque, tonnellate di missili. Se qualche serbo, come alcuni professionisti dello sport, o qualche filoserbo , se pure ce ne sono, appare sullo schermo, viene subito zittito o cancellato per dare quasi tutto lo spazio a chi afferma sostanzialmente che i "serbi assassini" seguaci del tiranno Milosevič si meritano tutto quello che subiscono e anche di più.-
Nella preda- e{lwr- 271- degli uccelli- che si cibano del cadavere dell'aedo vediamo una doppia empietà di Egisto: quella di avere ucciso il cantore e quella di averlo lasciato insepolto
Nestore continua a raccontare che lui intanto lui navigava con Menelao, ma poi varie traversie li separarono e l' Atride finì in Egitto dove errava tra genti straniere raccogliendo molte ricchezze (vv. 300-302).
Bologna 22 maggio 2025 ore 9, 57 giovanni ghiselli
p. s.
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