martedì 23 dicembre 2025

Seneca Epistola a Lucilio 25

 

  I vantaggi del poco di tutto.

Tu nobis te, ut facis,  fortem praesta et sarcinas contrahe; nihil ex his quae habemus necessarium est. Ad legem naturae revertamur; divitiae paratae sunt. Aut gratuītum est quo egemus, aut vile;panem et aquam natura desiderat (25, 4), tu mostrati forte a noi, come fai, e riduci i bagagli; nessuna di queste cose che abbiamo è necessaria. Torniamo alla legge di natura; le ricchezze sono a portata di mano. O è gratuito ciò di cui abbiamo bisogno o costa poco; la natura sente la mancanza di pane e acqua.

Desidero dunque equivale al greco poqevw, sento la mancanza di.

 Epicuro consiglia: “tunc precipue in te ipse secede cum esse cogĕris in turba” (25, 6), allora soprattutto rientra in te stesso, quando sei costretto a stare nella folla.

Disimilem te fieri multis oportet, dum tibi tutum sit ad te recedere (25, 7), occorre che tu diventi diverso dai molti fino a che sia cosa sicura per te tornare a te stesso.

E’ dunque necessario un lungo esercizio per emanciparsi dal desiderare la grande quantità di cose e la folla, la turba che inquieta. Raggiunta la maturità, forse non  prima della vecchiaia. e provata la solitudine magari all’inizio costretti, prima ci si abitua, poi ci accorgiamo che ci piace e ci conviene.

Bologna 23 dicembre 2025 ore 19, 35 giovanni ghiselli

p. s.

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