martedì 5 maggio 2020

Contro la cattiva dizione di tanti giornalisti. Elogio di Tindara


Sull’informazione relativa al virus regna il Caos avido di confondere i cervelli di molti. Cerco di capire come vanno le cose ascoltando i sommari di alcuni telegiornali, ma chi li legge si adopera per non farsi capire impiegando una dizione arbitraria e sparando a mitraglia parole affrettate.
Per esempio, "rischio" viene spesso pronunciatio “ricchio”.
Li ascolto come succede quando in un sogno angoscioso vediamo l’ombra di un morto che cerca di parlarci, ma il povero defunto riesce solo a stridere emettendo suoni da oltretomba. Allora ci svegliamo con l’oppressione. Aspettiamo ogni giorno resoconti e profezie non sinistre ma i bollettini hanno spesso duplici significati, talora anche triplici: crescono le guarigioni, diminuiscono i contagi e i ricoveri, però aumentano i morti. Allora?
Segni ambigui come quelli delle Pizie e delle Sibille.
Tanta fretta nell’esporre il sommario serve a nascondere che grande è il pericolo del ritorno nelle fabbriche. Del resto gli incidenti sul lavoro non sono una novità e non si darebbe troppa importanza a eventuali decessi di questo tipo. Siamo già abituati.
 Torniamo alla fretta dello speaker televisivo nel leggere malamente le parole. Si deve essere poco chiari e per giunta  bisogna lasciare spazio alla pubblicità siccome è necessario che la gente, in lutto o in festa che sia, torni a comprare. Ma anche chi ascolta non ha tempo da perdere: vuole rimettersi a studiare, o a fare sport, o a fare l’amore, tre attività ricche di significato e spenge il televisore insignificante. Quando lo riaccende, parecchio più tardi, può capitargli di vedere un giornalista che ride e stride come una iena spietata e spenge di nuovo. Io riesco a orientarmi passabilmente ascoltando, dopo la mezzanotte “quando intorno è spenta ogni altra face”, la brava  Tindara Caccetta che è informata, educata e pronuncia le parole sì da renderle comprensibili. Insomma rispetta chi ascolta. E’ un bel tipo. Molto carina quando si mette in posa scolastica e saluta dicendo ”A tra poco!”. Mi piace. Però mi chiedo perché il suo nome sia la versione femminile di quello del padre di Clitennestra.

Comunque è molto brava.
Saluti
gianni


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