Ieri sera, domenica 17 maggio, La 7 della televisione,
in prima serata, ha dato spazio a Sallusti e Vauro che discutevano su Silvia
Romano.
Ho già preso
posizione sui contrasti che suscitano le vicende di questa ragazza e seguiterò
a farlo.
Soprattutto quando sento o leggo che la giovane viene
calunniata e oltraggiata. Se la denigrazione è feroce, facit indignatio verba; se è assurda fino al ridicolo, difficile est saturam non scribere.
Comunque sul genere giovenaliano[1], pur senza arrivare agli insulti, piuttosto che bonariamente
oraziano.
Sallusti dunque era il detrattore. Rivendicava l’epiteto
di “ingrata” affibbiato a Silvia da un titolo in prima pagina del giornale di
cui è direttore.
A chi avrebbe dovuto essere grata? A lui e a quelli
che comprano il suo giornale, o addirittura a coloro che finanche nel mio blog scrivono
infamie su questa cara ragazza, parole che il pudore impedisce di riferire?
Ha risposto bene Vauro citando del resto Storace, pur
ex missino: Silvia ha ringraziato con un sorriso chi l’ha accolta in Italia.
Ma Sallusti e i suoi lettori avrebbero voluto che la
giovane sputasse odio contro gli islamici, come fanno loro. Quindi il direttore del
quotidiano “il Giornale” ha definito
come “anomalo” il comportamento e l’abbigliamento della ragazza. Meno male, dico
io, che alcuni giovani si differenziano dal gregge di quelli che seguono i
luoghi comuni e le frasi fatte.
Sia sempre lodata la diversità in meglio!
Sia sempre lodata la diversità in meglio!
Quanto alla foggia della ragazza sbarcata dall’aereo,
avrebbe significato “la negazione della femminilità e dei diritti umani”. Anche
questo infamare determinati costumi fa parte dell’odio anti islamico.
Ha risposto
magnificamente Vauro ricordando un fatto che le persone buone denunciavano già
ai tempi delle guerre del Golfo: con il pretesto di liberare le donne schiave
dei maschi si mandano aerei a bombardare e carbonizzare le une e gli altri, con
i loro figlioli
Io personalmente non posso dimenticare quei massacri
dei civili né perdonare i politici, del centro, di destra e purtroppo anche
sedicenti di sinistra, e con questi i tanti "non anomali benpensanti", seguaci della propaganda che hanno approvato tali stermini. Sallusti continuava a biasimare
il vestito di Silvia come un oltraggio all’Occidente e all’Italia in particolare, dove le donne sono
libere di girare vestite come vogliono.
“Già -ho pensato - tranne Silvia”
L’ingrata secondo Sallusti indossava la tunica
delle donne sottomesse.
Vauro ha
replicato che nei giornali e nei telegiornali italiani pullulano le notizie di
femminicidi perpetrati qui da noi quasi ogni giorno.
Concludo ribadendo la mia contentezza per la
liberazione di Silvia.
In una precedente occasione avevo scritto parole di
rispetto per il direttore del Giornale di cui non condivido le idee sentite
quando parla nelle televisioni. Il rispetto per un avversario politico dunque.
Fino a ieri l’ho
sempre visto riflessivo, pacato e abbastanza educato.
Ma ieri sera, oltre avere offeso Silvia Romano, si è
scagliato con furia contro un altro ospite della trasmissione: Davide Parenzo
riempiendolo di insulti gridati e ripetuti a raffica. A questo punto sarei
contento di vedere i programmi televisivi liberati dalle scenate e dai
personaggi che danno in escandescenze appena vengono contraddetti.
Non ho visto solo Sallusti prendere tale atteggiamento
plebeo: se costoro continueranno ad averne licenza, questo fatto disgustoso può
diventare una moda per tanti imitatores
servum pecus[2]
e contribuire a diffondere l’odio che fa male a tutti
giovanni ghiselli
Nessun commento:
Posta un commento