lunedì 18 maggio 2020

Ancora contro i detrattori di Silvia Romano


Ieri sera, domenica 17 maggio, La 7 della televisione, in prima serata, ha dato spazio a Sallusti e Vauro che discutevano su Silvia Romano.
 Ho già preso posizione sui contrasti che suscitano le vicende di questa ragazza e seguiterò a farlo.
Soprattutto quando sento o leggo che la giovane viene calunniata e oltraggiata. Se la denigrazione è feroce,  facit indignatio verba; se è assurda fino al ridicolo, difficile est saturam non scribere.
Comunque sul genere giovenaliano[1], pur senza arrivare agli insulti, piuttosto che bonariamente oraziano.
Sallusti dunque era il detrattore. Rivendicava l’epiteto di “ingrata” affibbiato a Silvia da un titolo in prima pagina del giornale di cui è direttore.
A chi avrebbe dovuto essere grata? A lui e a quelli che comprano il suo giornale, o addirittura a coloro che finanche nel mio blog scrivono infamie su questa cara ragazza, parole che il pudore impedisce di riferire?
Ha risposto bene Vauro citando del resto Storace, pur ex missino: Silvia ha ringraziato con un sorriso chi l’ha accolta in Italia.
Ma Sallusti e i suoi lettori avrebbero voluto che la giovane sputasse odio contro gli islamici, come fanno loro. Quindi il direttore del quotidiano “il Giornale”  ha definito come “anomalo” il comportamento e l’abbigliamento della ragazza. Meno male, dico io, che alcuni giovani si differenziano dal gregge di quelli che seguono i luoghi comuni e le frasi fatte.
Sia sempre lodata la diversità in meglio!
Quanto alla foggia della ragazza sbarcata dall’aereo, avrebbe significato “la negazione della femminilità e dei diritti umani”. Anche questo infamare determinati costumi fa parte dell’odio anti islamico.
 Ha risposto magnificamente Vauro ricordando un fatto che le persone buone denunciavano già ai tempi delle guerre del Golfo: con il pretesto di liberare le donne schiave dei maschi si mandano aerei a bombardare e carbonizzare le une e gli altri, con i loro figlioli
Io personalmente non posso dimenticare quei massacri dei civili né perdonare i politici, del centro, di destra e purtroppo anche sedicenti di sinistra, e con questi i tanti "non anomali benpensanti", seguaci della propaganda che hanno approvato tali stermini. Sallusti continuava a biasimare il vestito di Silvia come un oltraggio all’Occidente  e all’Italia in particolare, dove le donne sono libere di girare vestite come vogliono.
“Già -ho pensato - tranne Silvia”
L’ingrata secondo Sallusti indossava la tunica delle donne sottomesse.
Vauro ha replicato che nei giornali e nei telegiornali italiani pullulano le notizie di femminicidi perpetrati  qui da noi quasi ogni giorno.
Concludo ribadendo la mia contentezza per la liberazione di Silvia.
In una precedente occasione avevo scritto parole di rispetto per il direttore del Giornale di cui non condivido le idee sentite quando parla nelle televisioni. Il rispetto per un avversario politico dunque.
 Fino a ieri l’ho sempre visto riflessivo, pacato e abbastanza educato.
Ma ieri sera, oltre avere offeso Silvia Romano, si è scagliato con furia contro un altro ospite della trasmissione: Davide Parenzo riempiendolo di insulti  gridati e ripetuti a raffica. A questo punto sarei contento di vedere i programmi televisivi liberati dalle scenate e dai personaggi che danno in escandescenze appena vengono contraddetti.
Non ho visto solo Sallusti prendere tale atteggiamento plebeo: se costoro continueranno ad averne licenza, questo fatto disgustoso può diventare una moda per tanti imitatores servum pecus[2] e contribuire a diffondere l’odio che fa male a tutti  
   
giovanni ghiselli


[1] Cfr Giovenale, Satira 1, v. 30 e v. 79
[2] Orazio, Epistole  I, 19,19


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