E’ necessaria la serietà della scuola perché un paese funzioni.
Lo “scontro su 80 mila assunzioni” (“la Repubblica”, 23 maggio 2020).
E’ un altro segno della caduta della scuola . Non c’è nessuna chiarezza a partire dalla testa della ministra, secondo me inadeguata, come altri precedenti titolari del ministero di via Trastevere del resto.
Credo che un concorso farsa con “il test a crocette previsto ora” sia peggio che niente. Un concorso deve verificare almeno delle conoscenze e competenze di base su cui il docente possa costruire la propria paideia, cultura e capacità di trasmetterla, di educare.
Il mestiere di insegnare si impara insegnando. Sono necessari decenni.
Però il maestro o professore incaricato deve possedere almeno le nozioni basilari delle materie che va a insegnare, quei rudimenti che raffinerà per decenni. Un concorso fasullo non deve esserci. Se non vogliamo vedere crollare del tutto la scuola, dobbiamo garantirle la serietà la cui assenza porterà a un’ignoranza sempre più estesa, pofonda e irreversibile.
Già l’esame di maturità che una volta era una dura prova di iniziazione da affrontare al termine dell’adolescenza e ci portava a cambiare vita, spesso anche alloggio e città, è diventata una buffonata: non vale niente, siccome non chiede niente e non dà niente. La prova dura che affrontai nel 1963, se superata, e non era facile, consentiva l’ingresso all’Università, e la laurea se conseguita, garantiva il lavoro quasi subito.
Ci sono ancora dei bravi insegnanti i quali rendono più che dignitosa la scuola: una volta andati in pensione questi, bisognerebbe che venissero sostituiti da giovani con la passione dello studio, dell’apprendimento e dell’educazione. Non si possono affidare i bambini e i ragazzi a insegnanti che non amano studiare, imparare e non sentono la gioia di trasmettere agli allievi quanto stanno imparando. C’è stata la SSIS dove cercavamo di trasmettere ai nolaureati le nostre conoscenze e le nostre esperienze. Alcuni di loro mi chiedono ancora consigli. Ora si vuole mandare allo sbaraglio, senza alcuna granzia, un esercito di nuovi insegnanti che possono pure essere idonei, ma dovrebbero darne almeno degli indizi. Per oggi basta così.
giovanni ghiselli