domenica 10 maggio 2020

Il terrorismo uccide. Aleggiano voli di avvoltoi sul ritorno di Silvia Romano

Silvia Romano e Aldo Moro

Sono molto contento della liberazione di Silvia Romano e non trovo nulla da dire, se non in bene, sul fatto che la ragazza voglia tornare nel luogo del suo rapimento. Si vede che aiutare i bambini laggiù le ha dato maggiore soddisfazione che andare sui navigli a bere l’aperitivo con certi coetanei tanto diversi da lei. Quelli che piacciono a Salvini il quale ha avuto la spudoratezza di criticarla per questa sua volontà di tornare a fare del bene.
La contentezza che provo per la salvezza di questa ragazza in seguito a “riscatto e mediazione turca” (”la Repubblica” di oggi 10 maggio 2020, prima pagina) però rinnova il dolore per la barbara, efferata, vile uccisione di Moro. Perché in quel tempo non ci furono riscatto e mediazione? La risposta è a portata di tutti: perché i poteri forti che avevano deciso di fare morire lo statista italiano il quale voleva portare il PCI al governo avevano fatto capire che non c’era verso di salvargli la vita. Anzi, chi avesse cercato di farlo, sarebbe finito male. Sicché il crimine fu perpetrato forse da quei sicari che venivano chiamati “brigate rosse”, o da altri. Ma il burattinaio stava sopra

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Difendo la libertà di pensiero, parola, opinione e di religione

Dovrebbero vergognarsi quanti gettano fango su Silvia Romano per il fatto che non è capace di odiare come fanno loro.
Alcune espressioni piene di rancore sono arrivate anche sul mio facebook che è visibile a tutti. Seguono il primo dei due post pubblicati ieri, 10 maggio.
Ora le copio nel blog sperando che costoro si vergognino. Per fortuna questi individui sono in decisa minoranza rispetto ai commenti civili e alle approvazioni. Copio anche questi
Ovviamente alle espressioni triviali non ho risposto per non degnarle nemmeno del mio sdegno.
Però voglio dare loro visibilità perché chi mi legge capisca quale pericolo sarebbe per la libertà di pensiero, di parola, di comportamento e perfino di religione, se andassero al governo quanti parlamentari non condannano, o addirittura sollecitano tanta intolleranza.
giovanni ghiselli

Ecco dunque i commenti al post di ieri mattina:

Roberto Bartolo Il fatto che volesse "aprire" il governo al partito comunista in quel clima di guerra fredda fu senza dubbio la sua condanna a morte


Liberato Conte Mi permetto di allegare qui di seguito la concisa e lucida analisi del compianto giurista Franco Cordero: ""Storia tenebrosa d'una prigionia. Il recluso era Aldo Moro, nel «carcere del popolo». L'hanno rapito le Brigate Rosse abbattendo i cinque della scorta, tamquam non esset. Al Viminale, sotto Francesco Cossiga, tiene banco la P2, ferocemente ostile al sequestrato, fautore d'una cauta apertura al PCI e presidente della Repubblica in pectore. Le messinscene poliziesche durano 55 giorni, incluso lo scandaglio d'un Lago della Duchessa. Dovevano salvarlo. Fallite le ricerche, trattino. Lo Stato non può, dicono rigoristi ignoranti del codice penale (art. 54, stato di necessità). L'introvabile scrive lettere disperatamente lucide, spiegando che delitto sia lasciarlo lì. «Non è più lui», dicono i santoni, nella cui favola il misteriosamente recluso è succubo dei terroristi; muoia com'erano morti i cinque della scorta. I brigatisti hanno l'occasione d'un colpo formidabile (lo suggeriva caritatevolmente Paolo VI), quale sarebbe restituirlo senza contropartite scatenando una crisi nel sistema, ma inviluppati in formule subintellettuali, non sanno risolversi; alla fine l'ammazzano con intuibile sollievo degli «imperialisti» contro cui declamano. Assente il cadavere, Tartufi sanguinari fingono lutto in San Giovanni. Hanno vinto, Andreotti, P2, Cossiga, il quale non cambia mestiere vergognandosi dell'inettitudine: nient'affatto, vola ad sidera; successore d'Andreotti in due governi, presiede il Senato e da Palazzo Madama sale al Quirinale; poi infesta le acque politiche, caso clinico e mina vagante. Che vita rimarrebbe al povero «irriconoscibile» se rapitori con la testa sul collo, senza disegni occulti, l'avessero liberato, guidandolo in salvo perché ormai incuteva paura agli pseudolegalisti eroi sulla pelle altrui? Vita cattiva, da homo sacer, esposto al malanimo pubblico. Eventi simili lasciano segni indelebili nel corpo sociale. L'Italia esce marchiata come paese infetto."

Gianluca Pasini Paragone totalmente improponibile: Moro non si convertì alle ragioni delle Br.

Gigi Rigano Io l'avrei lasciata lì a fare scorpacciata di cazzi. È una vergogna, è uno schifo assoluto pagare con i nostri soldi terroristi islamici, mercanti di schiavi e mafia locale. Vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna. Non avete un briciolo di pudore.
Stefano Bianchi Hai dimenticato di nuovo le medicine, vero?
Gigi Rigano Stefano Bianchi si è tu la droga!
Stefano Bianchi Gigi Rigano ti sbagli, mi sono appena rifornito. Vedi che poi non riesci a dormire ? Prendi le tue medicine.
Gigi Rigano
 Stefano Bianchi tesoruccio mio io le medicine le prescrivo agli altri, figurati se non conosco le mie!

Guido Fazi Mi sembra che sia la Dc che il PCI furono contrari a ogni trattativa con i brigatisti rossi, invece Craxi e i radicali erano favorevoli
Gianni Ghiselli più o meno è così. gianni
Ortensio Ortalo Guido Fazi Senza "mi sembra": avvenne quel che hai detto. Vinse la cosiddetta "politica della fermezza " capeggiata da PCI e DC . L' unico partito ad essere favorevole alla trattativa era il PS con Craxi segretario. Craxi fece di tutto per convincere i capi della DC e del PCI a salvare il povero Moro, che venne lasciato al proprio destino di morte. Ricordo benissimo ogni particolare della vicenda Moro e di Moro çhe alla Sapienza in tanti stimavano
Ortensio Ortalo Gianni Ghiselli senza "più o meno " . Andò come dice Guido Fazi !
Gianni Ghiselli Ci provò anche Fanfani. Saluti gianni
Ortensio Ortalo Apparentemente "ci provò anche Fanfani " . All' interno della DC c'era qualcuno che era vicino a Moro e che avrebbe fatto di tutto, se avesse avuto sufficiente forza e peso all' interno del partito, per salvarlo. Ma "Contra potentes nemo est munitus satis" , dice Fedro . Saluti Ortensio.

Liberato Conte Ripensando a tutto il male che si disse di Moro durante i 55 giorni, rileggo stamattina con stupore e una punta di commozione Paolo, Prima Lettera ai Corinzi, cap. 4, versetto 10: μωρο δι Χριστν, con quel che segue. Buona giornata!

Luciano Gioia Lo Stato non tratta con i delinquenti. Se poi ci fu altro di poco chiaro, questo va condannato

Liberato Conte Le trattative con la mafia cominciano prima della proclamazione della Repubblica, all'epoca dello sbarco in Sicilia (fine luglio 1943), e lasciano una visibile traccia - pur se molto castigata nell'espressione - nell'art. 16 del trattato di pace del 1947. Le B.R. erano organizzate in un certo modo (gerarchia e compartimentazione, vale a dire rigoroso segreto circa l'identità dei superiori non immediatamente preposti al controllo della singola unità) e si prestavano meravigliosamente ad essere eterodirette, anche per la giovane età della maggioranza degli adepti, che ancora oggi si dicono scandalizzati perché qualcuno ha ricostruito i legami dei loro capi con i servizi segreti (Israele, Regno Unito, Francia, ma anche Cecoslovacchia e Unione Sovietica: una bella stereofonia, resa possibile dall'opportunismo di alcuni elementi apicali). Paolo VI aveva stanziato un corposo riscatto. Non vollero.

Liberato Conte Quando fu rapito un uomo di Gava, i soldi furono accettati: la D.C. si era rivolta prontamente alla Nuova Camorra Organizzata. Purtroppo i testimoni dell'accordo (mi riferisco anche a persone regolarmente inquadrate nei Servizi segreti italiani) morirono tutti nel giro di due o tre anni.

Elena Ronconi Va bene , ritorna co le gambe sue dai barbari ? Restituisce il malloppo. Molto semplice.

Elena Ronconi Ma che cazzo c'entra Moro??? Ah forse per i mori che hanno tenuto nella bambagia questa neo musulmana ? Ma che testa hai

Guido Fazi Io sono contento per la sua liberazione ma non mi piacciono le sue parole e il suo abbigliamento
Gianni Ghiselli Sei libero di non approvare il suo stile. A me va bene, se va bene a lei che non ha la prestesa di impormi il suo. Saluti

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Aleggiano voli di avvoltoi sul ritorno di Silvia Romano

Ieri sera ho visto in televisione la parte che riguardava questa ragazza nella trasmissione condotta rumorosamente da Nicola Porro.
Silvia mi sta a cuore in quanto vittima prima, poi maltrattata da molti. Tuttora.
 A “Quarta Repubblica” dunque c’erano diversi ospiti in maggioranza faziosamente contrari alla ragazza messa sotto processo per il fatto di essere tornata viva e sorridente siccome priva di odio.
I denigratori la accusavano persino per “il telo” che indossava quando è scesa dall’aereo. Anni fa molti approvavano i bombardamenti sulle città dove le donne portano il velo in quanto, dicevano, costrette da una religione empia.
Secondo questo punto di vista anche la “palandrana” di Silvia è simbolo di oppressione. Io replico che se a lei piace, va bene anche a me.
Poi si aggiungeva che è stata indotta dai rapitori a fare quello che fa e a dire quello che dice anche ora che è tornata, viva ma non libera dunque.
Sallusti a  onore del vero è stato il più educato e moderato dei detrattori.
Ha criticato la sceneggiata istituita e ha biasimato la ragazza per il fatto che ha reso omaggio ai suoi rapitori.
Sansonetti, un difensore di Silvia, ha replicato che la sceneggiata non l’ha voluta lei, e che pure Fabrizio de Andrè rese omaggio ai banditi suoi sequestratori. Anche a me Fabrizio era venuto in mente quando parlava Sallusti.
Quanto alla sceneggiata, non era tale la trasmissione che sto raccontando? E non lo è tutto quanto vediamo in televisione?
Si potrebbe anzi dire che ciascuno di noi recita sempre una parte o un’altra in questa farsa che viviamo.
Mi viene in mente quanto dice il malinconico Jaques di Shakespeare: “ All the world's a stage-And all the men and women merely players" (As you like it, II, 7), tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini e le donne non sono che attori.
E pure  l’uscita di Augusto da questo teatro che è il mondo: Nella Vita di Svetonio troviamo l'ultima scena dell’imperatore il quale supremo die , fattisi mettere in ordine i capelli e le guance cascanti, domandò agli amici "ecquid iis videretur mimum vitae commode transegisse" (99), se a loro sembrasse che  avesse recitato bene la farsa della vita, quindi chiese, in greco, degli applausi con la solita clausula delle commedie:" eij de; ti-e[coi kalw'" to; paivgnion, krovton dovte", se è andato un po’ bene questo scherzo, applaudite.

Sansonetti ha aggiunto che non deve diventare obbligatorio odiare.
 Per certa gente lo è già: nel mio facebook continuano ad arrivare odiose espressioni di odio nei confronti di questa ragazza.
Non le riferisco per rispetto di lei e di me stesso.
C’era anche un donna araba che ha criticato Silvia dicendo che si era vestita con una foggia che massacra la femminilità. Certo, il bello che conta è l’addobbo. Le cosmesi autentiche di una persona vera sono l’onestà, la cultura e la ginnastica. L’aveva già scritto Platone, ma gli ignoranti che parlano a vanvera lo ignorano, appinto.
Poi Toni Capuozzo ha detto la sua: Silvia non è stata liberata siccome non le hanno liberato i pensieri. E va preso con le pinze tutto quello che dice.
Invece quanto dice  Capuozzo è oro colato: ascoltiamolo con devozione poiché il pensiero davvero libero è il suo.
Sallusti ha proposto una legge che impedisca di andare in zone a rischio.
In fondo si è già fatto con il virus ho pensato, e i liberticidi possono utilizzare questo fatto come un precedente al fine di limitare altre libertà.
Sallusti non è spregevole ma è oggettivamente contrario a tante forme di autonomia e di progresso sociale. Diversamenta a da altri, i beceri che urlano, è ascoltabile ma va confutato
Bertolaso ha parlato da un ospedale contro le organizzazioni che mandano i giovani a rischiare la vita per un briciolo di pane. Credo che i giovani come Silvia non vadano a prendersi cura dei bambini per un briciolo né per una montagna di pane, ed è certo che Bertolaso non lo farebbe.
Capuozzo ha aggiunto che tutti gli italiani hanno contribuito a pagare i soldi del riscatto. Ribatto che io sono contento di avere contribuito, dato che quel denaro ha salvato la vita di Silvia Romano. Avrei voluto pagarlo anche per Aldo Moro e Ilaria Alpi. Verso la fine di questo”torneo oratorio”, De Carolis ha detto che Salvini fa lo sciacallo anche in questo caso. Salvini non c’era e per questo motivo l’avrei risparmiato.

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Un deputato legista il cui nome non riferisco siccome disonora il nostro parlamento nazionale, ha calunniato Silvia Romano, una ragazza, una creatura che potrebbe essere figlia o nipote di tanti italiani. Costui l'ha definita “neo terrorista”. A tale mascalzonata ribatto che il terrorismo attuale sta altrove: in chi predica l’odio, in chi vuole riaprire tutto e subito, in chi parla a vanvera senza sapere nulla, senza ascoltare repliche, in chi proietta sul prossimo la propria malvagità e la propria personale sconcezza. Ne danno un orribile esempio quanti insultano sui profili facebook, anche sul mio, l’onesta e generosa ragazza milanese, attaccandola perfino sul piano sessuale. Tutto questo fa schifo: non scrivete mai più.

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Il terrorismo uccide. Silvia Romano aiutava i bambini privi di cura. E tornerà a farlo

Un atto terroristico rimasto impunito è stato ricordato ieri sera nella trasmissione Atlantide da Giuliana Sgrena che venne rapita a Baghdad nel 2005, poi fu liberata da Nicola Calipari dei servizi segreti il quale  venne trucidato dal fuoco “amico” di alcuni militari statunitensi mentre con il suo corpo faceva da scudo alla giornalista. Partecipava alla trasmissione Rosa Calipari, la vedova dell’agente segreto, facendo notare che in questa circostanza lo Stato italiano rinunciò alla propria giurisdizione. Gli assassini infatti non vennero mai nemmeno processati.
Scrivo queste due righe per significare alla “sesquiplebe” ostile a Silvia Romano che il terrorismo ammazza, mentre una vita salvata, come quelle di Silvia grazie a Dio, chiunque egli sia,  e quella di Giuliana, grazie a Dio e all’eroico martire Calipari, è una benedizione che le persone buone ricevono con gratitudine.
Nel quotidiano della Santa Sede, “L’osservatore romano”  si legge che la liberazione di Silvia "avrebbe dovuto produrre gioia, null'altro, invece è incredibile la sequela di reazioni, giudizi immondi, che sono piovuti da ogni angolo del Paese". Io ne provo orrore e vergogna.

gianni ghiselli

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