venerdì 22 maggio 2020

Tre pensieri: sulla politica, lo stile, la scuola

Tre riflessioni sulla politica, lo stile e la scuola, appulcrate con qualche scampolo di letteratura.

 “Tenants of the house,
Thoughts of a dry brain in a dry season”
Questo è Eliot (Gerontion).

Se non volete leggermi, considerate il mio blog “come un libro di sogni poetici, d’invenzioni e di capricci malinconici, ovvero come un’espressione dell’infelicità dell’autore”. Nemmeno queste sono parole mie: ho citato Leopardi (Dialogo di Tristano e di un anico).
Personalmente infatti non sono infelice, anzi.

Però vedo la bocca spalancata del Caos e mi sento in dovere di scrivere qualche riga ogni giorno per  mettere in guardia i miei lettori da tante aggrovigliate malizie, invitandoli a impiegare lo spirito critico per mettere un poco di ordine nel guazzabuglio.

Pensiero politico: i parlamentari leghisti ieri nella camera dei deputati hanno inscenato una cagnara oscena contro il loro collega pentastellato Ricciardi, il quale, parlamentarmene parlando, aveva ricordato i difetti della sanità lombarda. Gli oppositori hanno gridato con furia che con questi discorsi si specula sui morti invece di rispettarli.
Da questo mio pulpito mi rivolgo con gratitudine ai miei 960383 lettori e replico che i leghisti i quali governano la Lombardia, se avessero  davvero voluto rispettare i tantissimi morti non li avrebbero lasciati morire in quella maniera. Il leghista Zaia ne è stato capace.

Pensiero relativo allo stile, quello che Leopardi chiama “tuono” buono o cattivo che sia. Ebbene, Lilli Gruber ier sera a Otto e mezzo ha avuto una caduta di stile quando ha voluto precisare insistentemente che Cairo, il titolare della 7, non le ha mai fatto pressioni di nessun genere. Non c’era bisogno di sbandierare tanta purezza sua e dell’editore. Quando si viene pagati molto bene, il beneficiario del lauto emolumento non contrasta gli interessi del dispensatore poiché sono anche i suoi. Del resto tale assicurazione della non violenza padronale sulla donna contraddice l’eterno ritornello  dell’onestissima signora sui continui ricatti, soprusi e prevaricazioni che subiscono le donne. Tutte o quasi.

Ulima nota, relativa alla scuola che mi è sempre stata molto a cuore.
Uno slogan propagandistico televisivo ripete diverse volte ogni giorno: “La scuola non si ferma”.
Infatti, ribatto, cade sempre più in basso.

giovanni ghiselli

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