mercoledì 20 maggio 2020

Il festeggiare sconsiderato dei giovani anticipato da alcune tragedie greche


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Il festeggiare sconsiderato dei giovani fa pensare agli esiti di alcune tragedie greche

In quattro tragedie di Sofocle: Antigone, Aiace, Edipo re, Trachinie, la catastrofe è preceduta da un canto nel quale il Coro, illudendosi, che le cose stiano cambiando in meglio, si abbandona a una danza allegra, l'iporchema. Tale comportamento sottolinea l'inadeguatezza della ragione umana nel cogliere i movimenti profondi del divenire.
Tempo fa  ho visto di nuovo, in televisione, Rocco e i suoi fratelli di Visconti. E' un grande film, e a me particolarmente congeniale perché ha il sapore delle tragedie greche. Con "il senno di adesso” ho notato un particolare in più rispetto alla prima visione: la catastrofe finale di Nadia e Simone è prceduta dalla festa per il successo pugilistico di Rocco.
Riporto la mia traduzione degli ultimi versi (seconda antistrofe vv. 1146-1152) del V stasimo dell’Antigone[1]"Oh tu che guidi le danze degli astri/che spirano fuoco, custode/dei canti notturni,/ragazzo progenie di Zeus, appari,/signore, insieme con le tue seguaci/Tiadi che furenti, per tutta la notte/ festeggiano te con danze, Iacco dispensatore”.
Le danze festose di Dioniso possono degenerare in danze macabre e non solo qui. Si può pensare alle corse frenetiche delle menadi seguaci del dio nelle Baccanti di Euripide che finiscono con lo sbranamento di Penteo da parte della madre sua e delle zie.

Il rimedio ai tripudi folli e deleteri è la frovnhsi", l’assennatezza
Le ultime parole del Coro e dell’Antigone di Sofocle sono queste:
“ il comprendere-to; fronei`n- è di gran lunga il primo requisito/della felicità; è necessario poi non essere empio/ in nessun modo negli atti che riguardano gli dèi: i grandi discorsi/dei superbi che pagano/grandi colpi/con la vecchiaia insegnano il comprendere- to; fronei`n ejdivdaxan" (vv. 1347-1353)
Luogo simile nelle Baccanti[2] di Euripide dove il secondo messaggero conclude il racconto dello sparagmov" di Penteo con queste parole " Essere equilibrati e venerare gli dèi /è la cosa più bella e credo che questo sia anche la dote/più saggia per chi sa farne uso (to; swfronei'n de; kai; sevbein ta; tw'n qew'n-kavlliston: oi\mai d j aujto; kai; sofwvtaton-qnhtoi'sin ei\nai kth'ma toi'si crwmevnoi"  , vv.1150-1152).
I giovani festosi dunque non devono mettere da parte il giudizio. Se ci chiuderanno di nuovo in casa, la catastrofe potrebbe essere non inferiore a quella di tante tragedie greche. Quest’anno non le vedremo a Siracusa e mi dispiace molto. Però mi dispiacerebbe enormemente  di più soffrire la tragedia di vedere piazze, strade, parchi, insomma città e campagne di nuovo vuote e deserte
giovanni ghiselli




[1] Del 442 a. C.
[2] Rappresentate postume nel 405 a. C.

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