venerdì 29 maggio 2020

La scuola mutilata

Ho fitta nella mente e mi accora ogni giorno di più la situazione della paideia cioè della cultura e della educazione dei nostri giovani.
 Qualche anno or sono già si diceva che era in corso un declino per cui l’università degli studi corrispondeva al liceo di una volta, e il liceo alla scuola media di un tempo. C’era del vero anche se le università e i licei non sono mai stati tutti dello stesso livello.
 Ora però corriamo il rischio di vedere gran parte della scuola italiana livellata alle elementari di un tempo, o addirittura all'asilo. La ministra Lucia Azzolina rappresenta esemplarmente questo cambiamento.
La volta scorsa che l’ho ricordata la assimilai a una graziosa ragazzina delle scuole medie, esagerando. Ora correggo l’iperbole ma confermo che questa bella signora mi dà l’idea di una supplente principiante. Qualche idiota mi accuserà di sessismo. Non c’entra niente. Trovo competente e capace la ministra Luciana Lamorgese. Come considero bravo il governatore del Veneto. Valuto le persone, non il genere e nemmeno l’etichetta data dal partito. Bonaccini e Zaia sono entrambi governatori validi.

Torno alla Caporetto della scuola citando il solito quotidiano: “Lezioni all’aperto, lavori di gruppo, ingressi scaglionati solo alle superiori. Il piano per settembre sul tavolo della ministra: mancano 80 mila prof” (“la Repubblica", 29 maggio 2020, pagina 6).
 Il titolo dell’articolo  è “Ore da 40 minuti e classi dimezzate. E’ la nuova scuola”.
Un mio breve commento: classi dimezzate può essere un bene, se non viene escluso nemmeno un allievo, mentre un’ora da 40 minuti, cioè mutilata di un terzo, è una vera castrazione didattica. Spero che a questa nuova Caporetto segua una reazione tipo quella del Piave. Io ci sarò, milite annoso, iam senior, sed cruda mihi viridisque senectus (confronta Eneide, VI, 304, e continua a leggere i classici).
giovanni ghiselli

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