venerdì 1 maggio 2020

La festa dei lavoratori dei tempi recenti e i Saturnali dell’antica Roma.





Dal male dobbiamo essere capaci di trarre del bene: la sofferenza può diventare  intelligenza,  comprensione. Il virus è un brutto male, una sciagura planetaria dalla quale perciò è necessario ricavare insegnamenti per salvare il nostro pianeta, ossia la vita della nostra specie su questa madre Terra invece di fantasticare idiozie come quella di trasferirci su Marte o ancora più in la.
Vi scongiuro,  rimanetemi fedeli alla terra fratelli miei (bleibt mir der Erde teuer, meine Brüder)” (Nietzsche, Prefazione di Così parlò Zarathustra).
Vediamo che cosa di buono stiamo imparando dal male e non dovremmo più dimenticare. Molti medici ci hanno dato un esempio di altruismo salvando tante vite con il mettere a repentaglio la propria. Hanno amato il prossimo più di se stessi. Dobbiamo essere grati e rendere onore a questi  uomini umani che, come il buon Samaritano del Vangelo, non hanno rinnegato la propria umanità e hanno soccorso quella dei pazienti, altri umani sofferenti e bisognosi di aiuto.
Un apprendimento, sia pure coatto, è stato quello di ridurre i consumi inutili. Spero che molti conserveranno questa buona abitudine anche quando non sarà più obbligatoria. Serve a salvare la salute e pure il pianeta valetudinario.
Oggi è il primo maggio. Un tempo era “la festa dei lavoratori”. Da molti anni però era diventato uno dei troppi festeggiamenti di contenuto retorico, in nessun modo politico. Infatti la maggior parte dei lavoratori è arrivata a una condizione di semischiavitù in seguito a norme quali l’abolizione della scala mobile e l’introduzione della licenziabilità arbitraria decantata quale flessibilità.
La festa dei lavoratori dunque negli ultimi anni era sul tipo dei Saturnalia dell’antica Roma quando agli schiavi venivano trattati meglio del solito. Saturno era il re dell’età dell’oro nella quale gli uomini vivevano in condizione di parità ed erano felici. Lo rammenta Virgilio auspicandone il ritorno con il suo protettore Augusto: “  Augustus Caesar,  Divi genus, aurea condet/saecula qui rursus Latio regnata per arva- Saturno quondam (…)" (Eneide VI, vv. 792-794), Cesare Augusto stirpe del Dio, che stabilirà di nuovo nel Lazio l'età dell'oro su cui regnò nei campi arati un tempo Saturno.
Sarebbe stato Saturno per giunta a dare il toponimo di Latium alla terra dove si era rifugiato , "his quoniam latuisset tutus in oris " (Eneide, VIII, v. 323), poiché era rimasto latitante sicuro in queste contrade.
  Il ritorno dell’età dell’oro con  la Giustizia era già stato profetizzato nella Bucolica IV dal poeta già protetto da Ottaviano: “Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna” v. 6. 
I Saturnali dunque parificavano tutti gli umani per qualche giorno.
Ma “la notte dopo i saturnali” (…) gli schiavi tornati erano cose”  (Pascoli, La buona novella, II, In Occidente, 1 e 2) .
Tale era diventata di fatto la cosiddetta Festa dei lavoratori.
Del medesimo significato retorico sono oramai quasi tutte le feste comandate.
Il Natale, per esempio, che è vicino al solstizio d’inverno come i Saturnali, dovrebbe festeggiare la nascita del Redentore o il dies natalis solis invicti mentre è l’apoteosi, la divinizzazione del consumismo.
Forse, cercando di evitare il  male del virus, abbiamo già imparato qualche buon antidoto per salvarci da questo veleno e a tanti altri.
Per esempio, il fatto che non vengano vendute le automobili nonostante il continuo, interessato e malvagio consiglio di acquistarle, è un’ottima cosa, come il progetto di estendere e allungare le piste ciclabili benedette da Dio
giovanni ghiselli  

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