Dal
male dobbiamo essere capaci di trarre del bene: la sofferenza può diventare intelligenza, comprensione. Il virus è un brutto male, una
sciagura planetaria dalla quale perciò è necessario ricavare insegnamenti per
salvare il nostro pianeta, ossia la vita della nostra specie su questa madre
Terra invece di fantasticare idiozie come quella di trasferirci su Marte o
ancora più in la.
“Vi scongiuro, rimanetemi fedeli alla terra fratelli miei (bleibt mir der Erde teuer, meine Brüder)”
(Nietzsche, Prefazione di Così parlò
Zarathustra).
Vediamo
che cosa di buono stiamo imparando dal male e non dovremmo più dimenticare. Molti
medici ci hanno dato un esempio di altruismo salvando tante vite con il mettere
a repentaglio la propria. Hanno amato il prossimo più di se stessi. Dobbiamo
essere grati e rendere onore a questi uomini umani che, come il buon Samaritano del
Vangelo, non hanno rinnegato la propria umanità e hanno soccorso quella dei
pazienti, altri umani sofferenti e bisognosi di aiuto.
Un apprendimento,
sia pure coatto, è stato quello di ridurre i consumi inutili. Spero che molti
conserveranno questa buona abitudine anche quando non sarà più obbligatoria. Serve
a salvare la salute e pure il pianeta valetudinario.
Oggi è
il primo maggio. Un tempo era “la festa dei lavoratori”. Da molti anni però era
diventato uno dei troppi festeggiamenti di contenuto retorico, in nessun modo
politico. Infatti la maggior parte dei lavoratori è arrivata a una condizione
di semischiavitù in seguito a norme quali l’abolizione della scala mobile e l’introduzione
della licenziabilità arbitraria decantata quale flessibilità.
La festa dei lavoratori dunque negli ultimi anni era sul tipo dei Saturnalia dell’antica Roma quando agli
schiavi venivano trattati meglio del solito. Saturno era il re dell’età dell’oro
nella quale gli uomini vivevano in condizione di parità ed erano felici. Lo
rammenta Virgilio auspicandone il ritorno con il suo protettore Augusto: “ Augustus
Caesar, Divi genus, aurea condet/saecula
qui rursus Latio regnata per arva- Saturno quondam (…)" (Eneide VI,
vv. 792-794), Cesare Augusto stirpe del Dio, che stabilirà di nuovo nel Lazio
l'età dell'oro su cui regnò nei campi arati un tempo Saturno.
Sarebbe stato Saturno
per giunta a dare il toponimo di Latium alla
terra dove si era rifugiato , "his quoniam latuisset tutus in oris
" (Eneide, VIII, v. 323), poiché
era rimasto latitante sicuro in queste contrade.
Il
ritorno dell’età dell’oro con la Giustizia era già stato
profetizzato nella Bucolica IV dal
poeta già protetto da Ottaviano: “Iam redit
et Virgo, redeunt Saturnia regna” v. 6.
I Saturnali dunque parificavano
tutti gli umani per qualche giorno.
Ma “la notte dopo i saturnali” (…) gli schiavi tornati erano cose” (Pascoli, La
buona novella, II, In Occidente, 1 e 2) .
Tale era diventata di
fatto la cosiddetta Festa dei lavoratori.
Del medesimo
significato retorico sono oramai quasi tutte le feste comandate.
Il Natale, per esempio,
che è vicino al solstizio d’inverno come i Saturnali, dovrebbe festeggiare la
nascita del Redentore o il dies natalis
solis invicti mentre è l’apoteosi, la divinizzazione del consumismo.
Forse, cercando di
evitare il male del virus, abbiamo già
imparato qualche buon antidoto per salvarci da questo veleno e a tanti altri.
Per esempio, il fatto
che non vengano vendute le automobili nonostante il continuo, interessato e
malvagio consiglio di acquistarle, è un’ottima cosa, come il progetto di estendere e
allungare le piste ciclabili benedette da Dio
giovanni ghiselli
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