lunedì 24 aprile 2023

Il 25 aprile 2023.


 

Chi scrive o parla di storia deve raccontare i fatti e cercarne le cause.

 

Quanti celebrano il 25 aprile quale festa della liberazione dal nazismo, della vittoria sul nazismo, non dovrebbero dimenticare che il decisivo colpo mortale le truppi di Hitler, le quali avevano occupato in lungo e in largo l’Europa, l’hanno ricevuto dai sovietici nell’inverno 1942-1943 quando Paulus, sconfitto dall’armata rossa, si arresa a  Žukov. Solo in seguito alla battaglia di Stalingrado la macchina bellica tedesca si inceppò  avviandosi alla sconfitta.

La resistenza dei Russi fu pagata con 20 milioni di morti e causò il principio della fine degli orrendi trionfi nazisti.

Quanti oggi dicono che il comunismo è stato un crimine peggiore del nazismo sono dei neofascisti.

 La Russa andrà a Praga per commemorare lo studente Jan Palach che protestò contro l’invasione sovietica del 1968 suicidandosi. Sarà un’altra occasione per esecrare l’ Unione sovietica e infamare l’intero popolo russo. Ora questa denigrazione è di moda, quasi obbligatoria per tutti. Ci si è messo anche Moretti con Il sol dell’avvenire. E’ vero che la repressione della rivolta ungherese del 1956 fu più violenta della successiva di Praga, ed è vero che tra gli Ungheresi  ribelli all’impero sovietico ci furono molti impiccati dall’esercito invasore, piuttosto che dei suicidi, però è pure vero che l’armata rossa intervenne anche perché i rivoltosi ammazzavano i comunisti, sovietici e pure magiari, per le strade di Budapest.

La repressione è stata colpevolmente violenta e sanguinaria ma violenta e sanguinaria fu anche la rivolta ungherese. Questo almeno dicevano i dirigenti del PCI in quei giorni che ricordo bene e questo ho sentito raccontare nell’Università estiva di Debrecen nel 1966.

Probabilmente quanto ci hanno fatto sapere fa parte dell’una e dell’altra propaganda, quindi bisogna sempre cercare le cause degli eventi e confrontare le opposte interpretazioni di queste.

 Le affermazioni prive di fatti documentati da studi seri, da indagini condotte sine ira et studio, sono chiacchiere da bar o menzogne funzionali all’interesse di chi vuole imporle.

Concludo citando, dopo Tacito, Luciano (120-185) di Samosata il quale ribadisce la norma dell’imparzialità dello storico: “Toiou'to~ ou\n moi oJ suggrafeu;~ e[stw, a[fobo~, ajdevkasto~, ejleuvqero~, parrhsiva~ kai; ajlhqeiva~ fivlo~ouj mivsei oujde; filiva/ ti nevmwn oujde; feidovmeno~  h]  ejlew'n h] aijscunovmeno~ h] duswpouvmeno~, i[so~ dikasthv~xevno~ ejn toi'~ biblivoi~ kai; a[poli~, aujtovnomo~, ajbasivleuto~, ouj tiv tw'/de h] tw'/de dovxei logizovmeno~, ajlla; tiv pevpraktai levgwn.  J O d j  ou\n Qoukidivdh~ eu\ mavla tou't j ejnomoqevthse kai; dievkrinen ajreth;n kai; kakivan suggrafikhvn Come si deve scrivere la storia, 41-42. Il tratto è del 164 d. C.  ”, tale dunque deve essere il mio storiografo, impavido, incorruttibile, libero, amico della libertà di parola e della verità…un uomo che non attribuisce per amicizia e non lesina per odio, o uno che prova compassione o vergogna, o si lascia intimorire, giudice imparziale…straniero nei suoi libri e senza patria, indipendente, non sottoposto al potere, uno che non tiene in alcun conto di cosa sembrerà a questo o a quello, ma uno che racconta i fatti. Tucidide dunque legiferò molto bene  e distinse la buona dalla cattiva storiografia .

 

Torniamo dunque a Tucidide, il padre della storiografa amitica e politica

Lo storiografo della guerra del peloponneso in un capitolo metodologico sostiene che bisogna distinguere la causa più vera,  anche se meno dichiarata a parole ("ajlhqestavthn provfasin, ajfanestavthn de; lovgw/", I, 23, 6)), dello scoppio del conflitto, ossia il timore che incuteva agli Spartani la potenza ateniese costringendoli a combattere,  dai motivi dichiarati apertamente ("aiJ d  j ej" fanero;n legovmenai aijtivai"), per cui si  ruppero i patti trentennali stipulati nel 446, dopo la presa dell'Eubea da parte di Pericle.

Concludo

Chi chiacchiera a vanvera o spaccia menzogne, scrivendo o facendo un film secondo il metodo di omaggiare il potere e di essere sempre attuale seguendo tutte le mode, deve essere criticato dalle persone perbene e capaci di dare giudizi-krivnein- che tengano conto dei fatti  tiv pevpraktai levgwn appunto

 

Bologna 24 aprile 2023 ore 9, 30 giovanni ghiselli

p. s.

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