Il ritorno di Casanova (1918) romanzo breve di Athur Schnitzler, e il film di Salvatores dallo stesso titolo 1923.
Il romanzo inizia con queste parole citate nel film. “A cinquantatré anni Casanova, non più spinto a vagare per il mondo dal giovanile piacere dell’avventura, ma dall’inquietudine dell’avanzante vecchiaia, fu preso da una così intensa nostalgia per la sua città natale, Venezia, che cominciò a girarle intorno simile a un uccello che viene giù a morire calando da libere altezze in sempre più strette volute”. Il fulgore interiore ed esteriore del libertino andava lentamente spegnendosi. Si era fermato a Mantova aspettando il permesso di tornare nella sua città dopo tanto girovagare.
In attesa della grazia viveva in un albergo quando venne invitato nella magione dell'amico Olivo la cui moglie Amalia era stata sua amante e lo amava ancora. Con loro abitava una nipote di Olivo, Marcolina appena ventenne, una ragazza bella, colta e intelligente. Studiava matemarica a Padova. Casanova vorrebbe trasfondere nel proprio sangue il fulgore e la forza di quella gioventù fiorente e fa di tutto per piacere alla fanciulla. Non riesce nemmeno a interessarla ma fa centro nel suo corpo attraverso un inganno ordito in combutta con il bellissimo, giovane amante di lei, Lorenzi che gliela vende per denaro. Costui ordina a Marcolina di lasciare la finestra aperta per la quale egli stesso risalirà, poi di accoglierlo e fare l'amore con una benda sugli occhi per rendere più piccante il loro concubitus. La ragazza obbedisce. Casanova dovrebbe andarsene senza farsi riconoscere, invece aspetta che Marcolina si svegli e veda il suo volto giallo e malvagio solcato da profonde rughe. Sperava di piacerle comunque. Invece la giovane lo guarda con occhiate cariche di sprezzo e disgusto: "e quel che leggeva negli occhi di Marcolina non era ciò che avrebbe preferito leggere: ladro, dissoluto, farabutto; lesse invece la parola che era per lui la più terribile di tutte, poiché esprimeva la sentenza definitiva: vecchio" (p. 114).
In seguito a tale tradimento del patto già indecente, Lorenzi sfida a duello Casanova. I due si battono con le spade, completamente nudi. Il giovane era un militare e il vecchio gli tiene testa bene in quanto pratico di scherma. Mentre si battono, Casanova pensa: "giovinezza e vecchiaia sono una fiaba. Non sono io un dio? Non siamo entrambi dèi? Se solo qualcuno potesse vederci! Ci sarebbero delle signore che pagherebbero chissà che cosa. Uno scontro? No, un torneo. Perché quello sguardo di orrore, Marcolina? non siamo entrambi degni del tuo amore? Lui è giovane ma io sono Casanova" (p. 118). A un tratto Lorenzi si accasciò raggiunto al cuore da una stoccata. Quindi Casanova si piegò sul morto, gli chiuse gli occhi, lo baciò sulla fronte, poi disse: "Beato te!" (p. 119)
Il romanzo breve è bello; il film di Salvatores ha una parte buona che lo cita e lo traduce in immagini interpretata dall'attore Bentivoglio nel ruolo di Casanova, e un'altra parte assai meno buona che mostra la preparazione del film recitata da Servillo nel ruolo del regista che si è identificato col vecchio amatore ma cerca di evitarne la decadenza seduttiva. La sua giovane amante gli darà un figlio. Una complicazione malfatta, oltretutto raccontata con parole pronunciate in modo incomprensibile.
Bologna 1 aprile 2023 ore 18, 56 giovanni ghiselli
p. s.
Date di Casanova
Era nato nel 1725, era fuggito dai Piombi nel 1756, tornò a Venezia nel 1774, andò in esilio nel 1783 e morì in Boemia nel 1798.
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