domenica 23 aprile 2023

ARISTOFANE - "La pace". 34. riconversione delle armi in strumenti diversi

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Concludiamo l’analisi della seconda Parabasi
 
Torna il metro del parlato e il corifeo sbeffeggia il comandante “odioso agli dei”1172 che si pavoneggia con i suoi tre cimieri e il mantello rosso sgargiante  che però diventerà giallo quando questo miles gloriosus se la farà addosso dalla paura. Questo borioso ufficiale- il tassiarco- è il primo a scappare come un veloce ippogallo iJppalektruwvn-1177- scuotendo i cimieri.
 
Nelle Rane (931-932) Dioniso dice di non avere capito che bestia sia questo ibrido iJppalektruwvn nominato da Eschilo (Mirmidoni, fr. 212 F) . il personaggio Eschilo risponde che era  uno stemma dipinto sulle navi (Rane, 933)
 
Questi caporioni vigliacchi e disonesti quando poi tornano a casa manomettono le liste della leva: vi inseriscono e tolgono quelli che vogliono facendo una gran confusione. Uno non riceve nemmeno il preavviso e deve partire senza i viveri. Penalizzati rispetto ai cittadini sono i contadini.
Questi comandanti disonesti e vili a casa sono leoni e in battaglia delle volpi- onte~ oi[koi me;n levonte~- ejn mavch/ d ’ ajlwvpeke~ 1189-1190-
 
Seguono scene episodiche  (1191-1304) fino all’esodo. Prima parte 1191-1265.
 
Contro i fabbricanti e mercanti di armi.
Trigeo si prepara ad accogliere ospiti al banchetto delle sue nozze con Opora e ordina a Trigeo di pulire la tavola con i pennacchi del cimiero che non servono ad altro.
Lui intanto, il padrone, arrostisce tordi.
Arriva un drepanourgov~ fabbricante di falci che si rivolge a Trigeo con gratitudine. E’ in compagnia di altri armaioli
“O Trigeo carissimo quanto bene 1198
 ci hai fatto con la pace: poiché prima
nessuno comprava una falce nemmeno per degli spiccioli,
ora le vendo a cinquanta dracme
e questo qui vende a tre dracme i secchi per la campagna. 1202
Dunque prendi delle falci e di questi secchi
ciò che vuoi, gratis, e prendi anche questo denaro:
deriva da quanto abbiamo venduto e guadagnato
e te lo offriamo come regalo di nozze. 1206.
 
I due sono invitati al banchetto
Ma ecco che arriva un nercante di armi addolorato
 Parla il mercante di armi – o{plwn kavphlo~-
 
Ahimé Trigeo come mi hai spiantato e rovinato!
 
Trigeo
Che c’è dsgraziato? Ti fa male il cimiero?
 
Mercante di armi
Mi hai rovinato il mestiere e la vita.
Anche a questo e al fabbricante di lance. 1213
 
Trigeo
Quanto ti devo dare per questi due cimieri?
 
Mercante
Tu che cosa vuoi darmi?
 
Trigeo
Quello che posso darti? Mi vergogno a dirlo
Comunque, dato che il cimiero è ben lavorato,
potrei darti tre chili abbondanti di fichi secchi
per pulire la tavola della mensa con questo pennacchio.
 
Mercante
Allora vai dentro e portami i fichi secchi,
è meglio che non prenderci nulla, caro mio. 1220
 
Trigeo (che ci ha ripensato)
Portalo via, portalo ai corvi fuori da questa casa:
perdono il pelo e non valgono nulla questi pennacchi
non li comprerei nemmeno per un solo fico secco.
 
Mercante
E che uso farò della cavità di questa corazza
 da dieci mine splendidamente connessa, povero me? 1225
 
Trigeo
Questa non ti farà perdere niente
Avanti sbarazzatene a prezzo di costo,
è propri adatta per defecarci dentro.
 
Mercante
Smetti di insolentire me con i miei beni.
 
Trigeo
Così con tre pietre a portata di mano. Va bene?
 
Lo scoliasta chiarisce che erano usate tre pietre lisce per pulirsi dopo avere defecato
 
Mercante
In che modo ti pulirai dunque, ignorante?
 
Trigeo
Infilando la mano attraverso il foro da una parte
E dall’altra
 
Mercante
Dunque con tutte e due le mani in una volta?
 
Trigeo
Io sì per Zeus
Per non essere preso a rubare su qualche foro della nave.
 
-allude all’imbroglio dei comandanti di navi da guerra, i trierarchi disonesti, che assoldavano meno rematori di quelli per i quali ricevevano i finanziamenti. Gli ispettori quando facevano un controllo chiedevano ai rematori di sporgere entrambe le mani attraverso i fori praticati per i remi. Così potevano contarli.
 
Mercante
Allora cacherai seduto sul valore di dieci mine? 1235
 
Trigeo
Io sì per Zeus, o canaglia. Pensi forse che potrei
Dare via il culo per mille dracme?
 
Mercante
Avanti, tira fuori il denaro
 
Trigeo
Ma, caro mio,
mi stringe il deretano: portala via, non la comprerò.
 
Mercante
Quale uso farò poi di questa tromba  1240
Che prima ho comprato per sessanta dracme?
 
Trigeo
Dopo avere versato del piombo qui nel suo cavo
mettici sopra una bacchetta un po’ lunga
E allora ti diventerà di quei cottabi con l’affondamento.
 
Il cottabo era un gioco che consistevael lanciare gocce residue della propria coppa in un recipiente sul quale potevano galleggiare dei piattini da far affondare
 
Mercante
Ahimé, tu mi canzoni! 1244
 
Trigeo
Voglio darti un altro consiglio:
una volta versato dentro del piombo come ti ho detto,
da questa parte aggiungi un piatto di bilancia
appeso a delle cordicelle, ed esso diverrà il tuo strumento
per pesare i fichi da dare ai servi in campagna.
 
Mercante
O implacabile destino, come mi hai distrutto! 1250
Ho pagato una mina per questi aggeggi.
e ora che me ne faccio? Chi me li compra?
 
Trigeo
Vai a venderli agli Egizi
Sono proprio adatti per misurarci la sirmea- (una pianta purgativa usata dsgli Egiziani i quali si purgano per tre giorni di seguito ogni mesi ritenendo che tutte le malattie provengano dal cibo (cfr. Erodoto, II, 77, 2)  
 
Mercante
Ahi, fabbricante di elmi, come stiamo miseramente!
 
Trigeo
Ma questo non ha avuto nessun danno
 
Mercante
Ma qual è l’uso che uno potrà fare di questi elmi? 1257
 
Trigeo
Se impara a fare dei manici di questo tipo-
e indica le orecchie un’allusione forse a qualche vizio-
Le venderà molto meglio di ora.
 
Mercante
Andiamocene o fabbicante di lance.
 
Trigeo
Per niente: io voglio comprare queste lance
 
Mercante
Quanto dai allora?
 
Trigeo
Segate in due potrei prenderle come pali di sostegno per le viti: una dracma per cento pezzi.
 
Mercante
Veniamo maltrattati. Leviamoci dai piedi, amico (1264)
 
Ho tradotto questi versi da essere recitati a Siracusa dopo la mia conferenza dolo quelli della seconda parabasi.
 Questi mostrano che le armi sono strumenti di morte che andrebbero abolite o trasformate in arnesi di lavoro agricolo.
 Ma chi le vende traendone profitti, si è sempre opposto a tale riconversione: non solo durante nelle guerre mondiali e in quelle tra gli Stati gli ordigni bellici povocano massacri ma anche le armi comprate dalle bande di delinquenti, dal singolo assassino, dal mentecatto fustrato, fanno decine di vittime. E oggi non sono lance.
Dunque lutti e dolori, ceneri e urne invece di uomini, eppure non ci sono governi abbastanza amici della vita e morali e puiti da vietare la vendita delle armi. Si celebrano le grandi e piccole democrazie opponendole alle dittature, ma dove il lucro è anteposto alla vita umana non c’è  nessun regime accettabile e plausibile.
 
Bologna 23 aprile 2023 ore 10, 03 giovanni ghiselli
 
 
p. s.
Ogni giono mi viene in mente Bella ciao e la canto spesso perché l’invasore è tornato ed è l’antiumanesimo conseguenza dell’avidità e dell’ignoranza. Mi difendo con i classici e cerco di farli conoscere in difesa dell’umanità residua.
 
 
 
 
 
 

 

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