“Davanti alla tragedia il lato guerriero della nostra anima celebra i suoi saturnali; chi è avvezzo al dolore, chi va in cerca del dolore, l’uomo eroico, con la tragedia celebra la sua esistenza-a lui solo l’artista tragico mesce un sorso di questa dolcissima crudeltà” (Nietzche, Crepuscolo degli idoli, Scorribande di un inattuale, 24).
Chi legge le tragedie greche, le studia, le ama, prende confidenza con il dolore e impara a lottare contro il dolore per trarne conoscenze e vantaggi. Dicono che Freud ha tolto le mutande ai personaggi della buona famiglia borghese. La tragedia greca ha tolto la pelle alle mogli e ai mariti delle tragedie: li ha scorticati come fece Apollo quando trasse Marsia “dalla vagina delle membra sue” (cfr. Dante, Paradiso, I, 21).
Ho notato in 41 anni di insegnamento che molti tra i colleghi di greco e latino erano senza famiglia. Alcuni tristi assai, altri, piuttosto allegri, dediti a “concubiti vaghi” e vari.
Durante i Saturnali (dal 17 al 23 dicembre) era sovvertito l'ordine sociale: in un mondo alla rovescia, gli schiavi potevano temporaneamente fare baldoria con gli uomini liberi e pure con le donne, ma come “era la notte dopo i Saturnali (…) gli schiavi tornati erano cose” (Giovanni Pascoli, Poemi Conviviali, La Buona Novella II in Occidente 1 strofa 5 v. 1 e 2 strofa 3 verso 3).
Il guerriero dunque, “celebrando i suoi Saturnali davanti alla tragedia”, si emancipa, festeggia la propria liberazione. La tragedia con le sue storie dolorose e pure eroiche ci affranca dalla mediocrità .
Bologna 3 aprile 2023 ore 11, 39 giovanni ghiselli
Sempre
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